Provincia, il “centro” scomparso e il rebus presidenza

Antonio Pompeo dovrà assegnare le deleghe ai consiglieri in attesa che venga reintrodotta la Giunta. Ma intanto la disfatta di Forza Italia apre una voragine che in realtà nessuno può davvero riempire. Nemmeno la Lega di Ottaviani.

Il rito dell’assegnazione delle deleghe ai consiglieri è immancabile nel panorama delle Province dopo la riforma Delrio. Perché in attesa di una nuova legge che reintroduca perlomeno i membri della giunta (3), non esiste un altro modo per sottolineare un ruolo che invece mantiene fascino e peso.

Ma c’è anche un aspetto relativo agli equilibri. Sulla carta Pompeo può contare su 8 voti in consiglio: il suo, quello dei 4 consiglieri del Pd (Antonella Di Pucchio, Enrico Pittiglio, Gino Ranaldi, Alessandro Mosticone), quella di Luigi Vacana (Provincia in Comune), quello dei 2 rappresentanti del Polo Civico (Alessandro Cardinali e Alessandro Rea). Il centrodestra è all’opposizione, con i 3 consiglieri della Lega (Luca Zaccari, Gianluca Quadrini, Andrea Amata) e i 2 di Fratelli d’Italia (Daniele Maura, Riccardo Ambrosetti).

Tutto ruota attorno alla vicepresidenza: Luigi Vacana si aspetta la conferma. Per molti è una posizione da considerare blindata. Si dovrà verificare la posizione del Polo Civico, in particolare di Alessandro Cardinali. Ma alla fine ci sono gli spazi per un’intesa.

Il presidente ecumenico

Luigi Vacana, Antonio Pompeo, Daniele Maura

Il vero nodo è quello sulla presidenza d’Aula. Antonio Pompeo continua ad insistere sul concetto della valorizzazione di tutti gli amministratori. Significa che per lui andrebbe bene confermare l’assetto dell’amministrazione uscente: con Daniele Maura (Fratelli d’Italia) a guidare i lavori.

Due anni fa fu una necessità. Perché al centrosinistra mancavano i numeri. E la stampella del centrodestra ha consentito di governare praticamente senza scossoni. Oggi quella necessità non c’è più: perché il centrosinistra ha vinto in maniera netta. Allora perché continuare a tenere un esponente della destra nel ruolo di Presidente del Consiglio provinciale? Perché ormai da tempo immemorabile il presidente della Provincia Antonio Pompeo non fa distinzione tra maggioranza e opposizione.

Ma anche per una strategia di lungo respiro. Perché Pompeo sa di poter contare su tre fedelissimi (Di Pucchio e Vacana, più Cardinali con il quale ha una linea di dialogo). Tre pretoriani sono troppo pochi in caso si dovesse rompere la tregua con Francesco De Angelis: che a quel punto potrebbe contare su Pittiglio, Ranaldi, Mosticone e Rea.

Pertanto, se alla fine dovessero esserci problemi nel Campo largo del centrosinistra (Pd + Provincia in Comune + Polo Civico), Antonio Pompeo potrebbe provare a trovare sponde nel centrodestra.

Emiciclo senza centro

Gianfranco Pizzutelli

Piuttosto nell’emiciclo del consiglio dell’ente di piazza Gramsci è scomparso il “centro” come area di collocazione politica. La mancata presenza di Forza Italia lascia totalmente scoperto questo tipo di fronte.

Il Pd è l’avamposto moderato del centrosinistra, mentre Provincia in Comune di Luigi Vacana raccoglie tutto ciò che è alla sinistra del Partito Democratico. E il Polo Civico di Gianfranco Pizzutelli è come gli incursori nelle linee nemiche. In questo caso del centrodestra. Ha una collocazione “mobile” per natura.

Fratelli d’Italia presidia l’ala destra dell’emiciclo. Rimane la Lega: più democristiano del coordinatore provinciale Nicola Ottaviani c’è solo… Pierferdinando Casini. Ma il Carroccio può avvicinarsi al centro. Non rappresentarlo. I tre eletti hanno profili politico centristi però: Luca Zaccari e Gianluca Quadrini di più, ma anche Andrea Amata. Con tutti gli sforzi possibili però, non può essere la Lega a prendere il posto di Forza Italia.

Ma una cosa nei Comuni può continuare a farla: sfilare gli amministratori a Forza Italia.

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