Provincia, ecco quanto ‘pesano’ i Comuni quando si vota

Corrado Trento

Ciociaria Editoriale Oggi

Il conto alla rovescia è già cominciato e terminerà domenica 8 gennaio, la data più probabile per il voto riguardante il rinnovo dei dodici consiglieri provinciali. In realtà, nonostante la tregua armata siglata su entrambi i fronti (quello del Partito Democratico e quello di Forza Italia), si stanno già facendo i conti.

Perché gli “azzurri” sognano il ribaltone negli equilibri. E se è vero che la legge Delrio non prevede la sfiducia al presidente (Antonio Pompeo resterà comunque in carica fino al 2018), l’idea di avere una maggioranza di centrodestra stuzzica non poco la fantasia politica del consigliere regionale Mario Abbruzzese, il quale nel 2014 siglò un accordo con il senatore Francesco Scalia (Pd).

Siccome però la partita è delicata, è sull’aspetto tecnico che si stanno concentrando gli studi e le calcolatrici degli esperti.

 

Il “peso” dei Comuni

Il corpo elettorale è costituito da sindaci e consiglieri comunali. Il principio del voto ponderato prevede che più alto è il numero degli abitanti di un Comune, maggiore sarà il peso attri-buito al voto di sindaco e consiglieri. Nel 2014 alla votazione non parteciparono i Comuni di Ceccano, Pontecorvo e Patrica, allora commissariati. Stavolta ci saranno gli amministratori dei 91 Comuni, per un totale di circa 1.100 votanti.

Per effettuare la ponderazione, i Comuni saranno ancora una volta divisi in cinque fasce demografiche, contrassegnate da altrettante schede di colore diverso. La prima fascia (scheda di colore azzurro) comprende 52 Comuni fino a 3.000 abitanti. Il voto di questi amministratori ha un indice di ponderazione pari a 33. Riguarda 553 persone (52 sindaci e 501 consiglieri). Poi c’è la seconda fascia (scheda di colore arancione), quella dei 16 Comuni con popolazione compresa tra 3.001 e 5.000 abitanti. In tutto 160 votanti (15 sin-daci e 145 consiglieri). L’indice di ponderazione (il peso del voto) per ogni singolo amministratore è pari ad 81.

Della terza fascia (scheda grigia), quella dei Comuni da 5001 a 10.000 abitanti, fanno parte 12 Comuni: Aquino, Arce, Arpino, Boville Ernica, Ceprano, Cervaro, Fiuggi, Paliano, Piedimonte San Germano, Ripi, Roccasecca, Sant’Elia Fiumerapido. Gli elettori sono 156 (12 sindaci e 144 consiglieri). E hanno un indice di ponderazione di 122.

Poi c’è la quarta fascia (scheda rossa), che conta 9 Comuni, con popolazione superiore a 10.000 abitanti e fino a 30.000. Si tratta di Alatri, Anagni, Ceccano, Ferentino, Isola Liri, Monte San Giovanni Campano, Pontecorvo, Sora e Veroli. In totale 119 amministratori (7 sindaci e 112 consiglieri). Ma l’indice di ponderazione arriva a 264.

Quindi i 2 Comuni della quinta fascia, Frosinone e Cassino (che hanno più di 30.000 abitanti): la scheda è verde. I 58 amministratori (2 sindaci e 56 consiglieri) possono contare su un punteggio elevatissimo, pari a 305.

 

I rapporti di forza

È evidente che i Comuni maggiori hanno un’incidenza enorme. Rispetto a due anni fa la situazione è cambiata. Il centrosinistra ha perso Cassino e Sora. Senza considerare Ceccano e Pontecorvo, che due anni fa non espressero il loro voto. Come già dimostrato nelle riunioni delle assemblee dei sindaci, il centrodestra potrebbe avere la maggioranza. Il condizionale è d’obbligo soltanto perché esiste una fascia “civica” che si attesta sul 30%. Rispetto alla volta scorsa però potrebbe esserci uno schieramento diverso pure sul versante politico in senso stretto. Il Pd si presenterà unito e probabilmente cercherà una lista unitaria con Area Popolare-Ncd. Allo stesso modo Forza Italia proverà a unire le forze con Fratelli d’Italia.

La volta scorsa finì così: 4 seggi ai Democratici per Pompeo, 3 ciascuno a Partito Democratico e Forza Italia, 2 a Nuovo Centrodestra- Udc. I calcoli e le manovre politiche sono già in corso. Anche da parte del presidente della Provincia Antonio Pompeo.