«Abbiamo messo la Provincia in mano ai dirigenti: dimettiamoci!»

«Abbiamo consegnato la Provincia in mano ai dirigenti! Che ci stiamo a fare qui dentro se non siamo buoni nemmeno a far rispettare una nostra decisone?!»

Il confronto è stato acceso, all’interno dell’ufficio del presidente della Provincia Antonio Pompeo.

Dall’esterno si riconoscono le voci del consigliere provinciale Antonio Di Nota, (delegato alla Caccia, Polizia Provinciale e Rapporti con la Regione), Germano Caperna (Edilizia scolastica e Pubblica Istruzione), Massimiliano MignanelliFormazione, Rapporti con l’Università). Ai lavori stanno partecipando anche il presidente, il vice presidente Andrea Amata, il presidente d’aula Luigi Vacana.

 

PROVINCIA IN OSTAGGIO
Il vocione che attraversa le porte e le pareti è quello di Massimiliano Mignanelli. Strilla che i cinghiali «Stann’ rent Cassin! E’ uno schifo!».

Ma il consigliere caro a Beatrice Lorenzin, eletto nella lista Pd e capogruppo degli indipendenti, non ce l’ha con i cinghiali. Ce l’ha con il fatto che l’amministrazione di cui fa parte non riesce a mettere in campo nessuna risposta concreta.

Il delegato è Antonio Di Nota. Riferisce ai colleghi di avere investito del problema il comandante Massimo Belli. Il quale dice di non potersi muovere perché la competenza è stata spostata in capo alla Regione e quindi deve attendere un atto d’indirizzo.

La realtà è un altra. Fosse per Belli, le squadre della Polizia Provinciale sarebbero già partite per l’abbattimento selettivo dei cinghiali in eccesso. Ma dagli uffici è partita una diffida (non si sa se formale o informale) all’uso delle armi da fuoco senza l’autorizzazione della prefettura. Che sostiene di non esserne competente.

All’ennesimo giro di carte, Massimiliano Mignanelli ha sbottato: «Se non siamo capaci di farci rispettare nemmeno qui dentro lasciamo perdere! Dobbiamo dare un indirizzo politico chiaro. Basta con questa melina: siamo venuti qui per dare risposte alle gente».

Il presidente Antonio Pompeo cerca di calmarlo. Gli spiega che «Con la riforma, noi non possiamo entrare nella gestione dell’ente: è competenza dei dirigenti. Dobbiamo essere attenti a rispettare il nostro mandato. E cioè dare gli indirizzi giusti».

Si inserisce nella discussione Germano Caperna. Fa notare a Mignanelli ed al presidente Pompeo che il problema non è solo sui cinghiali. «Io sto spingendo da mesi affinché vengano effettuati alcuni passaggi sulle scuole di nostra competenza. Ma qui non si muove nulla».

«Abbiamo consegnato la provincia ai dirigenti» tuona qualcuno. Un’altra voce dice «Ma almeno facciamo un atto di indirizzo politico». Completa la frase un’altra voce: «Se i dirigenti lo disattendono, li rimuoviamo». «Il problema è che non siamo buoni noi a farci rispettare». «E allora dimettiamoci».

Il presidente Antonio Pompeo si sente sotto attacco e parte alla controffensiva. In maniera pesante. «Io vi ho dato le deleghe e se non siete in grado di applicarle abbiate il coraggio di dirlo apertamente. Me le devo riprendere? Chi non se la sente lo dica».

 

IL CASO AMBIENTE
Ad innescare gli animi c’era stato un altro punto di discussione. Più politico. La mancata assegnazione della delega al controllo delle Acque.

In teoria appartiene alle competenze di Domenico Alfieri. Che la volta scorsa ha annunciato le dimissioni perché ha scoperto la decisione di procedere con una serie di assunzioni con cui rimettere in piedi il settore. Ma nessuno glielo aveva comunicato.

«Col ca… – aveva ribattuto il presidente Pompeo – c’è un verbale di Consiglio in cui sta scritto tutto. Poi, una volta dato l’indirizzo, io non metto il naso su come i dirigenti attuano: è una responsabilità loro».

Sta di fatto che un pezzo di delega era rimasto fuori. E’ quello al controllo delle acque.

C’è stata una richiesta politica fatta dall’ala del Partito Democratico che fa riferimento a Francesco De Angelis. Ha chiesto che venisse assegnata al consigliere Maurizio Bondatti, al quale mancava una parte di delega e così sarebbe stato completato il quadro.

Ma a questa richiesta c’è stata una levata di scudi. Perché Mauro Buschini (delfino di De Angelis) è assessore regionale all’Ambiente, Francesco De Angelis fino a ieri era consigliere d’amministrazione della AeA (società privata che si occupa di acque e depurazione). Dare la delega alle Acque a Bondatti è parso politicamente troppo.

Ma non a tutti. Un accordo politico c’era. E prevedeva proprio quell’incarico al consigliere anagnino.

Al quale, alla fine, le Acque non sono state assegnate.

«E’ opportuno un ulteriore passaggio politico» ha detto il presidente Pompeo. Ricordando a tutti «Ora non facciamo come al Consiglio scorso, che fate la corsa chi lo dice prima ad Alessioporcu.it e poi dobbiamo inventarci che non era vero niente».

Tranquillo presidè.

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