Provincia, se le decadenze cambiano gli assetti in Consiglio

Come cambia il consiglio Provinciale dopo i casi Latina e Terracina. Le surroghe operative dalle prossime ore. La nuova geografia. Solo territoriale ma non politica.

Andrea Apruzzese

Inter sidera versor

Latina e Terracina fuori dalla Provincia, fino alla prossima tornata elettorale. Dopo tutta l’opera di costruzione di una maggioranza attorno a un programma, portata avanti da Gerardo Stefanelli, il presidente dell’ente di via Costa si ritrova ora a fare i conti con un Consiglio provinciale che, dal 1 agosto, sarà completamente rivoluzionato.

Questo a causa della decadenza di ben sei consiglieri provinciali, la metà esatta: tre di Latina e tre di Terracina.

I ricorsi che hanno riportato al voto in 22 sezioni il capoluogo, con annullamento del verbale di proclamazione degli eletti, e il terremoto giudiziario su Terracina, che ha portato alle dimissioni prima del sindaco, poi dei consiglieri, hanno infatti provocato l’automatica decadenza degli stessi dalla carica di consiglieri provinciali.

Cosa prevede la riforma

Gerardo Stefanelli

Secondo le norme, dal 2014, ovvero dalla riforma Delrio delle Province, presidente deve essere un sindaco del territorio in carica. E consiglieri devono essere sindaci o consiglieri comunali in carica. Persa la carica in Comune, si perde anche in Provincia. E si deve necessariamente procedere alle surroghe.

Che sono per sempre, ovvero fino alla prossima tornata elettorale, prevista tra la fine del 2023 e l’inizio del 2024: mentre il presidente dura 4 anni infatti il Consiglio ne dura due. E questo era stato appena eletto a dicembre.

Chi decade? Per quanto riguarda Latina, la norma tocca Enzo De Amicis (Pd), Valeria Campagna (Civiche pontine) e Annalisa Muzio (FI); da Terracina invece decadono Sara Norcia (Lega), Ilaria Marangono (FdI), Barbara Carinci (Civiche pontine).

Il paradosso di Terracina

Il sindaco dimissionario di Terracina Roberta Tintari con la sua giunta

Paradossalmente, nei pochi giorni dopo la decadenza di Latina, e prima che avvenisse quella relativa a Terracina, quest’ultima città sarebbe diventata la più rappresentata in aula, passando da tre a quattro consiglieri; poi, l’inchiesta giudiziaria sulle concessioni balneari ha cambiato tutto.

Ma come cambierà il Consiglio? L’assetto non muta ovviamente a livello politico, dato che le surroghe vanno a cogliere il primo dei non eletti della stessa lista del decaduto, ma muta a livello geografico, con il capoluogo che sparisce e l’asse che si sposta sempre più verso sud.

La convocazione della seduta per le surroghe è arrivata quasi in contemporanea alla pronuncia del Consiglio di Stato che, confermando la sentenza del Tar sulle elezioni di Latina, ha ribadito la decadenza dei consiglieri del capoluogo.

Chi entra in Consiglio da 1 agosto

Gerardo Stefanelli

La mattina del 1 agosto, quindi, entreranno in aula Anna Ciccarelli (Itri) per Annalisa Muzio; Vincenzo Giovannini (Aprilia) per Valeria Campagna; Luca Magliozzi (Formia) per Enzo De Amicis; Elio Sarracino (Cisterna) per Barbara Carinci; Luigi Vocella (Fondi) per Ilaria Marangoni; Franco Cardinale (Fondi) per Sara Norcia.

I sei consiglieri che entrano sono quindi di Aprilia, Cisterna, Itri, Formia e due di Fondi. In totale, considerando quelli in carica, la rappresentatività dei territori vede in totale tre consiglieri di Fondi (Cardinale e Vocella oltre a Vincenzo Mattei), tre di Formia (oltre a Magliozzi, Gianluca Taddeo e Pasquale Cardillo Cupo), due di Cisterna (Federica Felicetti oltre a Sarracino), uno di Gaeta (Luigi Coscione), uno di Cori (Ennio Afilani), uno di Aprilia (Vincenzo Giovannini), uno di Itri (Anna Ciccarelli).

Sarà in questa situazione che il presidente Stefanelli (che è di Minturno) sarà chiamato come sempre ad essere equilibrio e ago della bilancia di tutto il territorio.