Mignanelli con il Pd, l’ultimo sgarbo a Pallone

L’ultimo sgarbo è stato con la presentazione delle liste per le Provinciali. Mettere il ‘suo’ consigliere Massimiliano Mignanelli nella lista con i candidati del Partito Democratico ha il sapore dell’affonto per Alfredo Pallone. Suona come una dichiarazione di guerra politica. Togliere Mignanelli significa far mancare alla lista Area Popolare i voti del pesantissimo gruppo di Francesco Mosillo e dei suoi consiglieri comunali di Cassino.

L’ex coordinatore regionale del Popolo delle Libertà ed ex parlamentare europeo, oggi consigliere d’amministrazione Enac, non commenterà. Non regalerà questa soddisfazione: né a Francesco De Angelis (con il quale finora aveva sempre avuto un rapporto leale e che considera corresponsabile della defezione di Mignanelli) né al Pd, né al suo ex consigliere.

Ma Alfredo Pallone non è tipo che lascia i conti aperti. In politica, come nella vita, il conto lo serve quando il piatto è freddo. E l’occasione per presentare il conto al Pd saranno le elezioni comunali di Frosinone. Niente e nessuno può obbligarlo ad appoggiare il candidato Fabrizio Cristofari contro l’uscente Nicola Ottaviani. Non ha cambiali politiche aperte nel municipio di Frosinone, Alfredo Pallone: quando gli hanno smontato il gruppo consiliare lui lo ha ricostruito in poche settimane. Ha le mani libere.

Un antipastino potrebbe arrivare con le elezioni provinciali di gennaio. Forza Italia e Area Popolare potrebbero avere la maggioranza. E mettere sotto scacco il presidente Pd Antonio Pompeo.

Il primo a capirlo è stato Mario Abbruzzese. L’ex figlioccio politico di Alfredo Pallone ha lanciato subito un segnale. Con il quale tornare sullo stesso fronte dopo anni di divisioni. Si erano separati la notte in cui Angelino Alfano diede vita al Nuovo Centrodestra: Alfredo Pallone lasciò Forza Italia per lealtà nei confronti di Fabrizio Cicchitto. Garantì che anche Mario Abbruzzese lo avrebbe seguito: ne era certo perché aveva contribuito in modo importante a farlo diventare consigliere regionale e poi presidente del Consiglio Regionale. Ma Mario, l’indomani mattina, all’appuntamento con Alfano non si presentò.

Ora, le cose potrebbero cambiare. Come spiega Corrado Trento su Ciociaria Oggi.
 
 
CORRADO TRENTO per CIOCIARIA EDITORIALE OGGI
Due anni fa Forza Italia e Nuovo Centrodestra si ritrovarono dalla stessa parte “loro malgrado”. Ad agosto l’intesa scattò tra l’area del Pd che fa riferimento a Francesco Scalia e l’Ncd di Alfredo Pallone. Designato alla presidenza della Provincia, Antonio Pompeo. I Democrat si spaccarono in maniera fragorosa, con la componente di Francesco De Angelis che voleva candidare alla presidenza della Provincia il leader socialista Gianfranco Schietroma. Sul quale avrebbe dovuto convergere pure Forza Italia. Ma improvvisamente, al termine di una seduta notturna politicamente drammatica, gli “azzurri” cambiarono idea. Il giorno dopo Mario Abbruzzese invitò nella sede forzista Francesco Scalia e Antonio Pompeo. L’accordo fu siglato nel giro di pochi minuti. Alfredo Pallone registrò in silenzio l’accaduto: nessuna polemica, ma certo non fece i salti di gioia.

Nel frattempo Schietroma ritirò la propria disponibilità a candidarsi e Francesco De Angelis in poche ore mise in campo Enrico Pittiglio, sindaco di San Donato Valcomino. Alfredo Pallone e Mario Abbruzzese si ritrovarono dalla stessa parte, a sostegno di Antonio Pompeo. Oggi, per un complicato incastro di novità politiche, potrebbero nuovamente trovarsi schierati sullo stesso fronte. Ma “contro” Antonio Pompeo.

 
Abbruzzese “chiama” Pallone
«Il quadro politico è in movimento e guardiamo con grande attenzione a quello che sta succedendo al “centro”». Mario Abbruzzese, consigliere regionale e leader di Forza Italia, è abituato a calibrare le parole. È evidente che il messaggio politico è all’indirizzo di Area Popolare del coordinatore regionale Alfredo Pallone. Infatti Abbruzese aggiunge: «Guardiamo con attenzione, lo ribadisco. Sia con riferimento alle prossime provinciali che anche alle comunali di Frosinone».

Ma cosa sta succedendo? Ci sono alcune frizioni forti tra il Partito Democratico e Area Popolare. Non tanto e non soltanto per la candidatura alle provinciali di Massimiliano Mignanelli (proveniente da Area Popolare) nella lista dei Democrat come indipendente, ma per il quadro globale.

Alle provinciali Area Popolare presenta una propria lista e potrebbe essere decisiva per gli equilibri finali, considerando che Pd e Forza Italia si contenderanno la maggioranza dei consiglieri sul filo di lana. Se fino a qualche settimana fa nessuno metteva in dubbio il sostegno di Area Popolare al presidente Antonio Pompeo anche per i prossimi due anni, ora nulla è scontato. Ed è pure fin troppo evidente che il “grande gelo”tra Pd e Area Popolare rischia di riverberarsi pure sul quadro delle elezioni comunali di Frosinone.

Anche se va detto che Fabrizio Cristofari, candidato sindaco del Partito Democratico, sta andando avanti con l’obiettivo di arrivare ad una doppia intesa: con Area Popolare e con i Socialisti di Gianfranco Schietroma. Doppia intesa che vorrebbe portare lui in “dote politica” ai Democrat.

L’apertura di Mario Abbruzzese ad Area Popolare rappresenta però un elemento sul quale riflettere. Intanto perché le provinciali sono elezioni per gli addetti ai lavori. L’otto gennaio non voterà il popolo sovrano, ma sindaci e consiglieri comunali (in tutto 1.070). E lo faranno con il meccanismo del voto ponderato, che attribuisce maggiore “peso” agli amministratori dei Comuni più grandi. Il che vuol dire che a fare la differenza potrebbero essere le strategie dettate dalle segreterie dei partiti.

Infatti sono tutti concentrati sul precedente di due anni fa, quando i Democratici per Pompeo ottennero 32.111 voti ponderati, pari al 45,30%. Al secondo posto si piazzò Forza Italia, a quota 22.677 (31,99%). Poi il Partito Democratico: 22.610 voti ponderati (31,90%). A scorrere Ncd-Udc: 13.008 voti, pari al 18,35%. Infine la lista Acqua, Rifiuti, Sanità e Lavoro: 3.088 voti ponderati, il 4,36%. Rispetto a due anni fa però è cambiata la maggioranza politica in Comuni come Cassino e Sora. Inol-tre, nel 2014 i Comuni di Ceccano, Pontecorvo e Patrica non parteciparono alle elezioni provinciali perché commissariati. Dal punto di vista politico il centrodestra si è rafforzato, come peraltro emerso nelle sedute dell’assemblea dei sindaci.

Il Partito Democratico, però, è unito. In un contesto politico “balcanizzato” come quello della provincia di Frosinone, però, sindaci e consiglieri comunali delle liste civiche potrebbero fare la differenza. Un elemento sul quale, infatti, stanno accendendo i riflettori tutti. Anche perché, con i venti che spirano a livello nazionale, la prospettiva di elezioni politi-che anticipate a giugno sembra ogni ora più concreta. Gli aspiranti candidati sanno che le provinciali serviranno come “test” all’interno dei rispettivi partiti.

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