Provinciali, ammessi i tre candidati: ora è caccia al voto

Ammesse tutte le tre candidature alla Presidenza della Provincia di Frosinone. Mercoledì c'è l'estrazione dell'ordine nella scheda. Le ragioni dei vari fronti

Non si riparte da zero a zero. Ma la partita che comincia da oggi è del tutto diversa. Tutti i tre candidati presidente della Provincia di Frosinone hanno formalizzato la loro discesa in campo. Nel pomeriggio c’è stata la convalida dei documenti e l’ammissione per tutti. Mercoledì ci sarà l’estrazione a sorte dell’ordine di apparizione sulla scheda.

Ora che è terminata la partita per la firma dei sottoscrittori, comincia la partita per il voto. Sarà lei a determinare il nome del successore di Antonio Pompeo a Palazzo Iacobucci. Mai era accaduto che ci fossero tre candidati: per dare la dimensione della cosa: la sottoscrizione delle candidature ha impegnato quasi la metà degli aventi diritto al voto.

Tutti dentro

La presentazione della candidatura di Gino germani

L’orario limite era fissato alle 12 di lunedì 28 novembre. Non c’è stato bisogno di aspettare. Di buon mattino si sono presentati al piano terreno di Piazza Gramsci le delegazioni del sindaco di Arce Gino Germani e del sindaco di Sora Luca Di Stefano. Il sindaco del capoluogo Riccardo Mastrangeli invece aveva sistemato la pratica domenica mattina consegnando con largo anticipo le 260 firme a sostegno della sua elezione. (Leggi qui: Due colpi per Mastrangeli, uno per Di Stefano).

Gino Germani ha depositato 194 firme di cui venti sono di sindaci. A presentare il fascicolo sono stati l’assessore all’Ambiente di Ceccano Riccardo Del Brocco ed il vicesindaco di Gallinaro Luigi Vacana. Ad accompagnare il candidato presidente sono stati l’ex presidente del Consiglio Regionale Daniele Maura (FdI), i consiglieri provinciali in carica Riccardo Ambrosetti (Fdi), Antonella Di Pucchio (Pd Pompeo), Gino Ranaldi (Pd Salera)

Il sindaco di Sora Luca Di Stefano ha depositato invece 200 firme di cui 27 sono state messe da sindaci. Ad accompagnarlo è stata una delegazione della quale facevano parte i sindaci Gioacchino Ferdinandi (Piedimonte San Germano – Forza Italia), Libero Mazzaroppi (Aquino – Area Pd), Adamo Pantano (Posta Fibreno – Italia Viva), la capogruppo di Sora Maria Paola D’Orazio (Pd). Non ha firmato il capogruppo uscente della Lega Gianluca Quadrini ma lo hanno fatto alcuni dei suoi sindaci.

Perché sto con Gino

Lucio Fiordalisi (Patrica) e Antonio Pompeo (Ferentino)

Gino Germani è un sindaco del centrosinistra, storicamente sulle posizioni del Pd. Il suo nome nasce da una proposta dei sindaci Dem che non stanno con la componente maggioritaria. A proporre il suo nome sono stati il presidente uscente Antonio Pompeo, il sindaco di Cassino Enzo Salera, l’ex Segretario provinciale Simone Costanzo. Una scelta trasversale, sul sindaco con maggiore anzianità di servizio tra quelli candidabili; a Germani viene riconosciuta in maniera condivisa la capacità di mediazione e di sintesi. Per questo, su di lui ha scelto di convergere anche Fratelli d’Italia (con i sindaci Roberto Caligiore di Ceccano e Lucio Fiordalisio di Patrica) e Forza Italia.

«Sono soddisfatto dell’accordo, abbiamo messo al centro l’interesse generale, senza farne una questione ideologica» spiega l’onorevole Massimo Ruspandini, coordinatore provinciale di Fratelli d’Italia. «Ringrazio gli amministratori che hanno compreso la valenza amministrativa del nostro progetto ed hanno manifestato la loro adesione ad un programma senza padrini o padroni. Al centro c’è l’interesse dei Comuni e della nostra Provincia». Una parte del mondo Dem non digerisce la convergenza con FdI. «Non è tempo per le polemiche, le lasciamo a chi ha una visione padronale del sistema politico».

In sintonia Luigi Vacana, vicesindaco di Gallinaro e consigliere provinciale di lungo corso. «La riforma Delrio ha trasformato le elezioni Provinciali da confronto politico ad alleanza tra sindaci. Sbaglieremmo a vederla con gli occhi della politica. Sotto questo aspetto ritengo che Gino Germani sia l’amministratore di provata esperienza e competenza, capace di scardinare i vecchi schemi e di garantire la sintesi tra sensibilità diverse».

Perché sto con Luca

Luca Di Stefano con i suoi sostenitori

A sottoscrivere la candidatura di Luca Di Stefano è stato anche Massimiliano Quadrini, sindaco della confinante Isola del Liri. Tra i due centri c’è sempre stata un rivalità storica. E invece è un discorso ‘di territorio‘ a spingere questa volta la loro sinergia. «Credo che Luca Di Stefano rappresenti la voglia di cambiamento della giovane generazione di sindaci. Con una visione che supera finalmente i campanili e la sciocca rivalità che per anni ha rallentato la crescita. Lo stesso concetto vale sul piano politico: Luca Di Stefano è del tutto al di fuori degli schemi tradizionali, proprio per questo ha la potenzialità per elaborare qualcosa di nuovo per l’intera provincia, in modo realmente trasversale».

Enrico Pittiglio è il sindaco di San Donato Valcomino ed il capogruppo del Partito Democratico in Provincia. È stato lui a lanciare il nome del sindaco di Sora all’interno della Commissione varata dal Pd per scegliere i nomi migliori. La Direzione poi ha lasciato libertà di voto ai suoi amministratori. (leggi qui: Provinciali, tutti divisi appassionatamente).

«Abbiamo scelto di sostenere Luca Di Stefano perché è la sintesi tra una serie di caratteristiche che riteniamo centrali. Innanzitutto la novità e la freschezza di questo giovane amministratore. La sua capacità di aggregare, evidenziata nel documento firmato da decine di amministratori e che la Direzione Pd ha acquisito. E poi la sua posizione nel solco progressista che attrae tutte le forze della coalizione che alle prossime Regionali staranno con il candidato governatore Alessio D’Amato. Le firme che hanno sottoscritto la sua candidatura in poche ore sono la dimostrazione del consenso che lo circonda».

Perché Riccardo è il migliore

Il sindaco di Fiuggi Alioska Baccarini è stato il primo a lanciare la volata per Riccardo Mastrangeli. «La mia scelta non è legata ad un fattore di sintonia politica. Ma è dovuta ad una constatazione concreta. Perché Riccardo ha dimostrato, nei dieci anni da assessore al Bilancio del Capoluogo, le sue non comuni capacità di amministratore. Nessuno può negare che operazioni come il risanamento dei conti cittadini, l’acquisizione del Nestor e dell’ex Bankitalia, siano frutto delle sue capacità. Ora: da sindaco di Fiuggi sto per trovarmi al centro di un progetto che restituirà alla mia città il ruolo di volano economico dell’intero Nord Ciociaria e preferisco avere come presidente della Provincia una persona competente vome Riccardo che possa assistermi»

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