Marino rinuncia. Psi e Sinistra si consolano con gli gnocchi da Cacciola

L’accordo con i Socialisti non si fa più. La componente Pd del consigliere regionale Marino Fardelli fa un passo indietro dopo i fitti colloqui avvenuti nelle settimane scorse con il Coordinatore della Segreteria nazionale del Partito Socialista Italiano, Gianfranco Schietroma.

La conseguenza è che Fardelli non candiderà cinque dei suoi uomini nella lista provinciale da realizzare con il Psi. Schiererà l’avvocato Alessandro D’Ambrosio nella lista unitaria del Partito Democratico.

La decisione è maturata al termine di un fitto colloquio con i colonnelli della componente. Ha avuto la meglio l’ala che chiedeva a Fardelli di ragionare in prospettiva delle prossime Regionali (leggi qui il precedente). La rottura con il Pd provinciale – gli è stato fatto notare – avrebbe come conseguenza il suo isolamento alle Regionali.

E il fatto che ancora il Gruppo Pd in Regione Lazio non si sia riunito per accogliere ufficialmente Marino Fardelli al proprio interno è un primo chiaro segnale. Se vuole starci non c’è margine per rotture. A nessun livello.

In casa socialista non ne fanno un dramma. E men che meno in casa Sinistra Italiana, cioè l’altro alleato con cui si doveva fare la lista (leggi qui). Si sono consolati giovedì: si sono visti a pranzo in casa del filosofo Biagio Cacciola a Frosinone. A tavola c’erano Schietroma, il consigliere regionale Daniela Bianchi, il vice presidente di ConfimpreseItalia della regione Abruzzo Luigi Vacana. Tra un piatto di gnocchi e una ciambella verolana, accompagnati da un Montepulciano, hanno discusso dell’ipotesi di una terza via civica alle Provinciali. In pratica, una lista senza simboli di Partito, chiamata A difesa del territorio. A Vacana è stato chiesto di candidarsi al Consiglio Provinciale.

Il calcolo dei voti ritiene sia possibile eleggere uno o due consiglieri. Nella prima eventualità, si va verso un patto che preveda la staffetta: in pratica, al termine del primo anno di mandato, il consigliere eletto si dimetterà per lasciare spazio al primo dei non eletti dell’altro Partito che compone l’alleanza.

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