Provincia: Mastrangeli è candidato. Salera va alla conta

Il sindaco di Frosinone ufficializza la sua candidatura. E tiene aperta la porta ad una convergenza ampia. Il suo avversario potrebbe scaturire dalla riunione di martedì al Manzoni. Salera non invita Sacco. Incontro con Di Stefano. E stasera con Fantini

Alberto Simone

Il quarto potere logora chi lo ha dato per morto

Riccardo Mastrangeli molla gli ormeggi: ha firmato questo pomeriggio la candidatura a Presidente della Provincia di Frosinone. Scende in campo, scombina i giochi: costringe ora gli avversari ad inseguirlo. Sul percorso dei numeri e delle alleanze.

La mossa che spariglia è chiara. Mastrangeli non ha caratterizzato con un colore politico la sua candidatura. Lascia aperta la porta ad una convergenza ampia sul suo nome.

In pratica: nessuno ha i numeri necessari per eleggere da solo il prossimo Presidente della Provincia. Non li ha il centrodestra, non li ha il centrosinistra, non sono autosufficienti nemmeno i civici. Da quando c’è stata la riforma Delrio ogni volta l’elezione del Presidente è avvenuta attraverso un accordo trasversale. Riccardo Mastrangeli si candida e spiana la strada a chi volesse allargare il suo campo. (leggi qui: La battaglia finale che passa per il voto in Provincia).

La candidatura trasversale

Riccardo Mastrangeli (Foto © Stefano Strani)

Il messaggio con cui il sindaco di Frosinone annuncia la sua candidatura è un percorso diplomatico. «Ho preso la decisione di proporre la mia candidatura anche perché, pur appartenendo alla sensibilità politica del centrodestra, sono tanti gli amministratori di tutte le estrazioni politiche e civiche che vedono in me, quale Sindaco del Capoluogo, una figura di garanzia, come già dimostrato nella Conferenza dei Sindaci sulla Sanità, dove sono in gioco decisioni che riguardano l’intero contesto amministrativo provinciale».

Quella candidatura non vede l’adesione compatta di Fratelli d’Italia. Il problema non è personale. Ma politico e di metodo. Politico: perché la Lega si ritroverebbe ad avere la guida del Comune Capoluogo e della Provincia pur avendo preso alle elezioni Politiche di settembre una percentuale nettamente inferiore a quella di Fratelli d’Italia. Di metodo: perché non è il risultato di una concertazione deln centrodestra unito.

E se ci fosse una convergenza del centrodestra? «Naturalmente, nel caso in cui il centrodestra dovesse trovare una sintesi su altre figure idonee a ricevere maggiore gradimento,sono ben lieto di un confronto per arrivare in tempi strettissimi anche ad altre sintesi. Davanti alle quali, se serie ed effettive, si registrerebbe il mio consenso incondizionato». In pratica: se ci sono altri nomi di centrodestra capaci di avere i numeri, Riccardo mastrangeli e disponibile a farsi da parte.

Il nome dello sfidante

Giuseppe Sacco

Il nome del suo avversario si potrebbe conoscere già domani sera. Nel teatro Manzoni di Cassino si riuniranno oltre venti sindaci della Provincia. Tutti del Centrosinistra e civici.

Calcolatrice alla mano, tra presenti e chi, pur non potendo partecipare ha comunque dato carta bianca ad Enzo Salera, potrebbe salire a 30 il numero dei partecipanti. Significa un terzo della Ciociaria. Significa che se da quell’assemblea uscirà un nome unitario, prenderà ufficialmente il via la campagna elettorale.

Non prima di domenica prossima, però. Perché il Segretario provinciale del Pd Luca Fantini già domenica ha ribadito che è la Direzione Provinciale del Partito ad esprimere il suo candidato. E la Direzione prenderà sicuramente in considerazione una designazione compatta ed unitaria che dovesse uscire dal Manzoni. Ma dovrà essere il frutto di una discussione e di una condivisione. Non di un’imposizione. (Leggi qui: Fischi e fiaschi della XLV settimana 2022).

In serata il Segretario Provinciale Luca Fantini lo ha ribadito al sindaco Enzo Salera: lo ha incontrato a Cassino. Gli ha confermato che a quei lavori parteciperanno sindaci dal forte peso politico. Come Enrico Pittiglio di San Donato Valcomino, Adriano Lampazzi di Giuliano Di Roma. È un segnale di dialogo e di condivisione del Pd. Non di acquiescenza.

Fantini e Salera questa sera hanno convenuto che l’incontro del Manzoni sarà una parte del dibattito. Che poi proseguirà nel corso della Direzione Provinciale convocata per domenica. E che c’è una priorità su tutte: l’unità del Partito Democratico: «Lavoriamo tutti per l’unità del Pd, nella speranza di individuare un candidato unitario».

Chi ci sarà e chi no

Luca Di Stefano con Francesco Facchini

Non ci sarà il sindaco di Sora Luca Di Stefano perché impossibilitato. Ma ha raggiunto domenica pomeriggio Enzo Salera nel suo bar di fiducia a Cassino: la pasticceria Partenopea. Gli ha illustrato la sua posizione personale e quella dei sindaci della Valcomino e della Valle del Liri. Salera ne terrà conto durante la riunione al Manzoni

Sono stati invitati, tra gli altri, i sindaci di: Supino, Paliano, Monte San Giovanni Campano, Giuliano di Roma, Sora, San Giovanni Incarico; Falvaterra, Belmonte Castello, Sant’Elia Fiumerapido, Acquafondata, Pignataro Interamna, Terelle, Fontana Liri, San Donato Valcomino, Piglio, Boville Ernica, Sant’Ambrogio del Garigliano, Sant’Apollinare, Esperia, Vallerotonda, Ausonia, Sant’Andrea, e, ovviamente, Coreno Ausonio, Ferentino e Cassino i comuni che maggiormente si sono attivati con i sindaci per quest’assemblea.

Non è stato invitato Giuseppe Sacco, sindaco di Roccasecca,. E c’è un motivo ben preciso. Non è stata una dimenticanza: «Va bene la casacca civica – spiega Salera – ma non è mai stato dell’area di Centrosinistra, sempre collocato nell’altro versante opposto al nostro». Su Giuseppe Sacco non potrebbe dire No ad un’intesa Fratelli d’Italia: perché Sacco è un civico ma ha legami solidi con l’onorevole Massimo Ruspandini.

Rischio boomerang

Enzo Salera

Per Enzo Salera è una partita nella partita. Se sarà in grado di far convergere tutti i sindaci su un unico nome, competitivo ed in grado di gareggiare ad armi pari con Riccardo Mastrangeli, avrà ottenuto un doppio successo, fuori e dentro il Partito. Anche se il nome di convergenza dovesse essere quello di Giuseppe Sacco. perché Salera potrebbe rivendicare che la convergenza è maturata grazie alla sua iniziativa.

Ma se quella scelta dovesse rivelarsi perdente o, peggio ancora, non ci sarà unità su un unico nome, la mossa di anticipare la Segreteria provinciale potrebbe rivelarsi un boomerang.

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