Il teatro dei pupi e chi regge i fili a Cassino (di M. Molisani)

La crisi al Comune di Cassino mette in luce una sorta di teatro dei pupi. E lascia intravedere misteriosi manovratori di fili. Il mistero della lista della spesa che il sindaco dice di avere respinto e la Lega nega di avere compilato. L'avviso a Leone: "Scordati di fare il vice sindaco".

Mario Molisani

L'ombra nei palazzi del potere

L’opera dei Pupi è una tipologia di teatro delle marionette, tipica della tradizione siciliana, che ha come protagonisti Carlo Magno e i suoi paladini. Le gesta dei personaggi sono trattate attraverso la rielaborazione del materiale contenuti nei romanzi e nei poemi del ciclo carolingio.

Le marionette sono dette “Pupi” e chi tira le fila “Puparo”.

IL PUPARO E IL PUPONE

Ecco, a Cassino, nella splendida cornice del palazzo comunale va in scena un teatrino senza precedenti. Ma se per molti versi i comportamenti illogici della Compagnia d’Arte Varia D’Alessandro hanno molto a che fare con il teatro dell’assurdo  di Ionesco e di Beckett, i più maligni invece accostano gli amministratori e il loro mentore all’Opera dei Pupi. Dal 2008 patrimonio orale e immateriale dell’umanità.

Che nelle scene da Orlando Furioso, magistralmente interpretate da Carlo Magno….poco D’Alessandro, con cui è stato prodotto l’azzeramento della giunta (leggi D’Alessandro azzera la giunta: è guerra alla Lega), non ci sia lo zampino di Mario Il Puparo Abbruzzese, non ci crede proprio nessuno.

Ad alimentare le maldicenze ci sono le numerose telefonate fatte da M.A. ai suoi fedelissimi in Comune proprio nei drammatici momenti della conferenza stampa con cui veniva annunciato l’azzeramento. Chiamate con le quali ha chiesto l’aggiornamento in tempo reale su cosa stava accadendo e se Carlone era uscito fuori di senno.

Chi conosce da moltissimi anni il fu commander, amici e nemici, suggerisce che il bluff sia riconoscibile dal fatto che in questi casi la verita sta nell’esatto contrario delle parole dichiarate. “Io non so nulla!“. Tradotto: “Io so tutto“.

Mario il Puparo Abbruzzese ha praticamente trasferito sulla parola il modello di scrittura di Leonardo Da Vinci. La Morale della favola è che anche questa volta in tantissimi pensano che sia stato M.A. a tirare i fili di Carlo Il Pupone D’Alessandro. E così sarà fino alla fine del teatrino. Presto o tardi che sia.

MA COME FACEVAMO A VINCERE

Ma come facevamo a vincere nel 2011 con questo?”. La frase sibillina è stata pronunciata più volte nel pomeriggio di ieri nel tam tam di telefonate tra i “pupi” della maggioranza fedeli all’ortodossia abbruzzesiana.

il ‘questo‘ nella frase è riferibile a Carmelo non mi Lega nessuno Palombo reo di aver preso troppo sul personale alcune accuse di Carlo Magno…poco D’Alessandro alla ex giunta. Si è offeso molto per la frase: “Non si può venire qui (In Comune ndM) e pensare di fare i turisti per caso o turisti per sempre“.

E come dargli torto” dicono invece gli estimatori dell’ex vicesindaco. Visto che CMD’A ha fondato le motivazione del “tutti gli assessori se ne tornino a casa” sul fatto che qualcuno (Palombo) in un articolo lo aveva accusato di non essere trasparente.

Fatto sta che tra gli esponenti del “celodurismo” cassinate e Carlone è guerra parte. Ma forse non per tutti. Infatti è ancora da chiarire la posizione Claudio Nonsense Monticchio, molto spesso accusato dai colleghi di Partito provinciale di essere un “pupo” discreto, ma pur sempre un “pupo” di Mario Il Puparo Abbruzzese.

SCORDATI DI FARE IL VICESINDACO

Ma che cos’è questa storia? Chi l’ha deciso l’azzeramento della giunta? Alla fine parlate di collegialità ma poi fate sempre come vi pare, voi del cencio magico. Leò scordati di fare il vicesindaco perché faccio un casino”: Rossella Tacco12 Chiusaroli  non è incazzata. Di più. E per telefono ha raccontato in giro di averne cantate quattro a Benedetto Social et poi Labora Leone. Che, sempre secondo la sua ricostruzione, sarebbe rimasto muto dall’altro capo del telefono.

Chi l’ha vista camminare nei pressi del Palazzo Comunale giura che l’asfalto si sarebbe fuso sotto i suoi tacchi. Come al solito vertiginosi. Ma roventi come una lama appena forgiata dal leggendario Hattori Hanzo del tarantiniano Kill Bill.

IL MISTERO LISTA DELLA SPESA

Non so se qualcuno ha mai provato il brivido gelido sulla schiena vissuto da un marito dopo che la consorte ha scoperto nel frigo una confezione di Coppa Malù non annoverata nella lista della spesa. È una situazione drammatica. Una guerra di nervi che rischia di far saltare anche 20 anni di buon matrimonio. Chi ha provato questo disgrazia sa già che la lista della spesa non ricomparrà mai.

Tra le frasi cult della conferenza stampa di Carlo Magno…poco D’Alessandro, in cui ha dato il benservito a tutti gli assessori si annovera:”Nasco uomo e morirò uomo. Questa è la lista della spesa che mi hanno dato“.

Mentre decantava queste parole CMD’A ha tirato fuori dalla tasca un foglio. La famigerata lista della spesa che, secondo alcuni, non sarebbe mai esistita.

Ora delle due l’una. O il Sindaco si è scritto da solo quattro richieste e le ha fatte passare per quelle dei 4 dell’Ave Carlo Maria (leggi Scoppia la guerra dentro la maggioranza: ultimatum a D’Alessandro). O, visto e considerato che sia Robertino solo di nome Marsella e Claudio Nonsense Monticchio continuano a negare di aver posto firme su fantasiose liste, a preparare la missiva è stato qualcun altro.

Una sorta di George Martin, “un quinto Beatles”. Il quinto dell’Ave Carlo Maria. 

Che ci sia un altro puparo a guidare i fili dei “pupi” dissidenti?

L’OPPOSIZIONE BURL(A)

Nel frattempo il Pd mosso dallo spirito unitario che lo contraddistingue ormai da qualche giorno, piu che altro perché al momento non c’è niente da spartire.

Continua quotidianamente a sfogliare il BURL mettendo in evidenza le somme perse dal Comune per non aver risposto ad alcuni bandi regionali.

Una cosa va detta: se solo fossero stati attenti alle possibilità di finanziamento, Peppino Iam Bell Petrarcone e Enzo Bulldozer Salera e Riccardino Prezemolo Consales a quest’ora Cassino sarebbe sicuramente un’altra città.

Ma si sa i pupi sono tanti e tutti piangono per avere attenzioni.

 

 

error: Attenzione: Contenuto protetto da copyright