Quando Di Maio chiedeva le dimissioni di Alfano in cinque minuti

Nel 2016 il capo politico dei Cinque Stelle sollecitava l’allora ministro dell’Interno (indagato per abuso d’ufficio) a togliere il disturbo. Naturalmente con Matteo Salvini non lo farà, ma la base pentastellata è in rivolta. Il ruolo di Roberto Fico e quello che potrebbe succedere alla prossima crisi. Non solo dei migranti

Erano le 22.34 del 25 febbraio 2016 quando l’allora vicepresidente della Camera Luigi Di Maio, non ancora capo politico del Movimento Cinque Stelle, esternò così con un tweet:

“Alfano indagato per abuso d’ufficio. Le nostre forze dell’ordine non possono avere il loro massimo vertice indagato. Si dimetta in 5 minuti”.

Angelino Alfano era il ministro dell’Interno in quel momento.

 

Naturalmente stavolta Di Maio non ha fatto e non farà mai lo stesso tweet e non chiederà le dimissioni del ministro dell’Interno Matteo Salvini, leader della Lega.

Tutt’altro: alla ore 10.10 di domenica mattina, intervenendo su Facebook ha detto: “Il nostro codice etico dice che Matteo Salvini non si deve dimettere”.

 

In politica le situazioni cambiano a seconda dei posti che si occupano, se quelli dell’opposizione, della maggioranza o perfino del governo. Ma nella lunghissima e convulsa giornata di ieri è avvenuto anche dell’altro, riportato dal Corriere della Sera. E cioè che Luigi Di Maio ha incalzato Salvini a decidere, ad autorizzare lo sbarco degli immigrati della Diciotti. Perché non riusciva a tenere più i suoi.

 

In effetti la base del Movimento Cinque Stelle da tempo chiede che la soluzione umanitaria sia prevalente rispetto alla linea dura. E da quando il presidente della Camera Roberto Fico è uscito allo scoperto, nei pentastellati questa richiesta sta salendo. Di tono e di livello.

E’ probabilmente questo il fronte politico più delicato per il governo gialloverde guidato dal premier Giuseppe Conte e fortemente caratterizzato proprio da Matteo Salvini e Luigi Di Maio.

La sconfitta diplomatica incassata dall’esecutivo con l’Unione Europea è destinata a lasciare il segno (leggi qui Tajani contro Di Maio: «Con le sue minacce ottiene l’effetto contrario») e tra qualche settimana si capirà se davvero è in arrivo un’altra tempesta finanziaria oppure no.

 

I sondaggi continuano a registrare un clima da “luna di miele” tra il Paese e l’alleanza Lega-Cinque Stelle. Non si può escludere, quindi, che di fronte alla prossima crisi (dei migranti, finanziaria o su qualunque altro argomento) il Carroccio possa essere tentato dall’idea di elezioni anticipate.

I problemi sarebbero tutti per i Cinque Stelle, perché la sensazione è che Roberto Fico non abbia mai abbandonato l’idea di una maggioranza alternativa con il Pd.

A quel punto la parola andrebbe al presidente della Repubblica Sergio Mattarella.