Quattro rinvii, il voto nella notte: tutti i nomi dei candidati Pd nel Lazio

Tutte le candidature del Pd nel Lazio. L'annuncio nella notte. Zingaretti capolista a Roma. Astorre guida il Senato con l'ex Segretario Cisl Furlan; Mancini alla Camera. Tutti i nomi, collegio per collegio

«E’ stato un lavoro faticoso, ci sono sempre troppe esclusioni… ma credo siano liste competitive e per fare un buon risultato» è il volto stanco di Andrea Orlando ad apparire davanti alle telecamere poco prima dell’una della notte mentre il ministro lascia il Nazareno. La Direzione nazionale del Partito Democratico si è appena conclusa dando il via libera alle liste elettorali. Tre i contrari, cinque gli astenuti: significa che molti ci sono rimasti male.

All’interno del Nazareno i volti segnati dalla stanchezza d’una giornata di discussioni si preparano alla conferenza stampa. «Avrei voluto ricandidare tutti i parlamentari uscenti. Impossibile per il taglio dei parlamentari ma anche per esigenza di rinnovamento»: non si nasconde dietro al paravento del referendum il Segretario nazionale Enrico Letta. Una parte dei No che ha dovuto dire sono legati all’esigenza di tarare il Pd sulle nuove sensibilità del Paese: per farlo servono volti e teste differenti. Una parte dei No, quella più sofferta è legata al fatto oggettivo che i posti in Parlamento non ci sono. Il Pd ha detto ai suoi elettori di votare a favore del taglio di 350 seggi tra Camera e Senato. E ora bisogna adeguarsi.

Malcontenti e turbolenze

Monica Cirinnà. Foto © Alessia Mastropietro / Imagoeconomica

Il fatto è che tutti pensavano che sarebbero stati tagliati gli altri. E ora che si sono ritrovati in posizioni che lasciano solo la speranza in un miracolo, ritirano la loro disponibilità a stare in lista.

È il caso della senatrice Monica Cirinnà, ispiratrice della legge sulle unioni civili e moglie del sindaco di Fiumicino Esterino Montino già presidente della Regione Lazio. L’hanno candidata nel collegio Uninominale Roma4. Lette le anticipazioni sulle liste detta alle agenzie di stampa «La mia avventura finisce qui. Comunicherò la mia non accettazione della candidatura. Mi hanno proposto un collegio elettorale perdente in due sondaggi, sono territori inidonei ai miei temi e con un forte radicamento della destra. Evidentemente per il Pd si può andare in Parlamento senza di me, è una scelta legittima». Nessuno lo ammetterà mai ma sulla decisione ha pesato la vicenda dei 24mila euro in banconote da 500 trovati nella cuccia del cane dai muratori che stavano ristrutturando l’abitazione in campagna della senatrice. Nel pomeriggio Monica Cirinnà torna sui suoi passi ed alle 15 dice che accetterà la candidatura.

Luca Lotti

Più profonda la spaccatura con Base riformista, la componente degli ex renziani guidata dal ministro della Difesa Lorenzo Guerini. Non partecipa alla votazione finale. Manifesta così la sua contrarietà all’esclusione dell’ex ministro Luca Lotti: al termine di un durissimo braccio di ferro non è stato messo in lista. Enrico Letta non usa giri di parole. Ricorda a Base Riformista che quattro anni fa quando erano loro e Renzi alla guida del Pd agirono in modo diverso. «Mi è pesato tantissimo. Quattro anni fa il metodo di chi faceva le liste era: faccio tutto da solo. Io ho cercato di comporre un equilibrio. Rispetto dei territori tra i criteri fondanti delle scelte».

Intanto anche il costituzionalista Stefano Ceccanti annuncia la sua indisponibilità. I rumors dicono che lo hanno candidato in quarta posizione al Proporzionale Firenze-Pisa. Lui esprime il suo «stupore: la notizia è destituita di qualsiasi fondamento come ben sa il segretario Letta. Spiegherò poi nel dettaglio».

Per il Pd sono turbolenze fisiologiche. Sono state loro a determinare per quattro volte lo slittamento della riunione. Era prevista per le 11 del mattino ma subito è scivolata alle 15 del pomeriggio per slittare ancora alle 20 della sera e ancora alle 21.30. Infine ci si siede al tavolo alle 23.18.

Il quadro nel Lazio – Senato

Alessandro Mazzoli (Foto: Carlo Carino © Imagoeconomica)

Le sfide nei collegi uninominali, quelli dove c’è il confronto diretto con gli avversari e vince chi prende anche un solo voto in più.

Al Senato. Nel collegio Nord (Viterbo e Rieti) il candidato sarà Alessandro Mazzoli  (ex area Orlando, ex bersaniano di ferro). Se la vedrà con il candidato del centrodestra Claudio Durigon coordinatore regionale della Lega e già sottosegretario, papà di Quota 100.

Nel collegio Centro (Roma Centro) spazio ad Emma Bonino, sarà la leader radicale di Più Europa a vedersela con il leader di Azione Carlo Calenda.

Nell’altro collegio romano (Roma 3) il candidato sarà il deputato uscente Filippo Sensi: è l’ex portavoce di Matteo Renzi ai tempi di Palazzo Chigi, c’è lui dietro la battaglia politica per il bonus Psicologo approvato durante la pandemia.

A Roma 4 (Ciampino Fiumicino) è stata designata la senatrice Monica Cirinnà, protagonista delle battaglie di genere e promotrice della omonima legge sulle unioni civili a prescindere se etero o omo; già ieri sera ha fatto sapere che non accetterà.

Il collegio Città Metropolitana di Roma Capitale vedrà in prima linea Serena Gara, consigliere comunale di Montecompatri.

Infine il collegio Senato Sud (Frosinone – Latina) vedrà candidato il sindaco di Sant’Ambrogio del Garigliano Sergio Messore espressione dei sindaci del Cassinate guidati dal loro collega di Cassino Enzo Salera che aveva chiesto un nome del territorio. Farà i conti con il senatore uscente Claudio Fazzone coordinatore di Forza Italia nel Lazio.

Il quadro nel Lazio – Camera

Claudio Mancini

Nei collegi Uninominali per Montecitorio a Roma verranno candidati il fondatore di Demos Paolo Ciani (Municipi I e II oltre alle zone di Garbatella);

il vice segretario Pd del Lazio Enzo Foschi (area Zingaretti, nel collegio con i Municipi III e IV), la sindacalista Elisa Castellano (Municipi V e VI);

i deputati uscenti Roberto Morassut (nel Collegio con i Municipi VII e VIII e Ciampino), Patrizia Prestipino (Municipi IX e X oltre al Comune di Pomezia); Claudio Mancini; (Municipi XI e XII oltre al Comune di Fiumicino); il Collegio con i Municipi XIII – XIV – XV è stato lasciato alla Coalizione;

il consigliere comunale di Anzio Rosalba Giannino (Città Metropolitana – Velletri composta da 18 Comuni); il presidente del Consiglio regionale del Lazio Marco Vincenzi (Città Metropolitana – Guidonia – composta da 63 Comuni).

Camera Province del Lazio

Andrea Turriziani

Il capogruppo del Pd al Comune di Cerveteri Linda Ferretti è la candidata nel collegio Uninominale di Viterbo; il consigliere comunale di Monterotondo Alessandra Clementini è invece la candidata nel collegio Uninominale che mette insieme Rieti e la Città Metropolitana di Roma Capitale)

A Latina il Pd candida il consigliere comunale di Latina Tommaso Malundruccolo; rischia di dover fare i conti direttamente con Giorgia Meloni che cinque anni fa venne eletta nel capoluogo pontino.

A Frosinone il candidato è il consigliere comunale Andrea Turriziani eletto con la civica dell’ex sindaco Michele Marini; lì il centrodestra candiderà il senatore uscente di Fratelli d’Italia Massimo Ruspandini.

Nel collegio Terracina – Fondi – Formia – Cassino la candidata è l’ex assessore regionale alle Politiche sociali Rita Visini; lì il centrodestra ha piazzato (stando alle indiscrezioni da ufficializzare) il due volte sindaco leghista di Frosinone Nicola Ottaviani.

Lazio Proporzionali

Nicola Zingaretti

Le liste Proporzionali cioè quelle dove si viene eletti in proporzione al numero di voti presi dal Partito.

Al Senato Lazio 1 (Roma – Ciampino – Fiumicino) la capolista è la deputata uscente Cecilia D’Elia; seguita dal Segretario del Partito Socialista Enzo Maraio e dalla capogruppo Pd in Regione Lazio Marta Leonori. Alle loro spalle il presidente del Pd di Roma Sibi Mani Kuramalangan.

Mentre al Senato Lazio 2 (Frosinone – Latina – Rieti – Viterbo) il capolista è il senatore uscente Bruno Astorre Segretario regionale del Pd. Alle sue spalle c’è l’ex Segretario Generale della Cisl Annamaria Furlan, seguita da Filippo Sensi papà del bonus Psicologo. In quarta posizione c’è il sindaco di Cantalice (Rieti) Silvia Boccini.

Alla Camera. Nei Collegi di Roma il capolista sarà il Governatore del Lazio Nicola Zingaretti seguito dall’ex ministro Marianna Madia; in terza posizione il deputato uscente e Segretario del Pd di Roma Andrea Casu; la quarta casella è della deputata uscente Patrizia Prestipino.

Bruno Astorre

Nel Collegio 2 il consigliere regionale uscente Michela De Biase è la capolista davanti al Presidente d’Aula della Regione Lazio Marco Vincenzi. La vicesindaca ed assessore alle politica abitative di Genzano Francesca Piccarreta è al terzo posto. Alle sue spalle c’è Roberto Sciacca, esperto deputato Progressista per tre Legislature, dal 1994 al 2006.

Nel Collegio 3 c’è la stessa identica situazione di cinque anni fa. Capolista è il deputato uscente Claudio Mancini (leader della componente che a Roma ha espresso il sindaco). Alle sue spalle c’è una delle quattro candidature Under 35 volute dal Partito: Caterina Cerroni; in terza posizione ci sarà il leader di Pensare Democratico  Francesco De Angelis presidente del Consorzio Industriale del Lazio. A seguire c’è la portavoce dell’Arsial Claudia Dacconto.

Proporzionali Lazio 2

Marianna Madia (Foto Stefano Carofei © Imagoeconomica)

Nel Lazio 2 (l’area delle Province del Lazio) la capolista nel collegio Viterbo – Rieti – Civitavecchia – Monterotondo sarà l’ex ministro Marianna Madia precedendo l’esponente Dem di Fiano Romano Nicola Santarelli al quale la malavita un anno fa spedì un bossolo quando era candidato sindaco. In terza posizione l’avvocata reatina Letizia Carosella

Nel collegio Frosinone – Latina il capolista sarà l’ex presidente nazionale del Partito Democratico Matteo Orfini, padre della componente dei Giovani Turchi e leale alleato di Matteo Renzi ai tempi della sua Segreteria. Alle sue spalle c’è il presidente del Pd della provincia di Frosinone Stefania Martini; a seguire Stefano Vanzini esponente dei Giovani Democratici della Federazione di Latina. Segue l’avvocato Valeria Gangemi.

Equilibri precari e nodi da sciogliere

D’Amato e Leodori

In uno scenario nel quale tutti hanno dovuto rinunciare a qualcosa è più facile contare i musi lunghi che i sorrisi. Ma 350 posti in meno tra Camera e Senato hanno imposto a molti un passo indietro. Le tre componenti principali del Pd nel Lazio hanno centrato i loro obiettivi primari: Bruno Astorre (Area Dem) è blindato al Proporzionale del Senato allo stesso modo di Nicola Zingaretti (Area Bettini) e Claudio Mancini (Area Mancini) alla Camera.

La doppia candidatura di Claudio Mancini crea uno spazio di eleggibilità per Francesco De Angelis, maggiore rispetto alla scorsa tornata. Ma in ogni caso è innegabile l’enorme peso pagato dalle province del Lazio (compresa quella di Roma) sull’altare delle scelte nazionali. Perché a condizionare molte decisioni, pagate dalle Province, è anche la presenza di tre leader nazionali della coalizione: Ciani, Bonino e Maraio.

Tutti hanno dovuto rinunciare a vedere alcuni nomi in posizioni migliori. Che non ci sono. Il che lascia aperta la discussione sulle Regionali del Lazio. Perché nessuno dei tre potenziali candidati alla successione di Nicola Zingaretti è stato schierato per il Parlamento.

Sarà questa la nuova sfida: quella tra Daniele Ledodori, Enrico Gasbarra ed Alessio D’Amato. E la conta comincerà da subito. Già con le prossime Politiche del 25 settembre.