Quegli attimi decisivi che Roberta non ha mai colto

La capogruppo dei Cinque Stelle alla Regione Lazio cannoneggia Matteo Renzi e dice di capire le posizioni di Di Battista. Ma non ha mai effettuato il passo decisivo per arrivare ad un vero accordo di legislatura con Zingaretti. E questo adesso pesa come un macigno.

Ore decisive e zeppe di fibrillazioni per capire cosa succederà nella coalizione giallorossa che ha sostenuto il Governo Conte fino a qualche settimana fa. (Leggi qui Conte è morto. Viva Conte.). Intanto però, mentre al tavolo della trattativa sul programma si discute, nei Cinque Stelle si registrano le dichiarazioni di Roberta Lombardi, capogruppo dei pentastellati alla Regione Lazio e “pasionaria” della prima ora. A Rai Radio1, ospite di Un Giorno da Pecora, la capogruppo M5S alla Regione Lazio ha detto:“Se c’è un veto su Renzi? No, non c’è su nessuno che voglia lavorare sui temi, ma certo per lui questa è la prova del nove”.

Aggiungendo: “Ognuno fa quel che crede. Capisco Di Battista, che fa bene a ricordare al mondo chi  è Renzi”.

Chi è Renzi

Matteo Renzi (Foto: Francesco Ammendola via Immagoeconomica)

Chi è Renzi? E’ l’avversario “storico” dei Cinque Stelle.

Lo streaming con Beppe Grillo è rimasto negli annali della politica perché Renzi in quel momento bloccò l’avanzata mediatica dei pentastellati. Poi alle Europee portò i Dem al 40%, doppiando quasi i Cinque Stelle, accreditati del sorpasso.

La Lombardi dice di capire Di Battista, ma è difficile che possa seguirlo qualora il Che Guevara dei grillini decidesse davvero per lo strappo.

Ma la Lombardi ha detto anche un’altra cosa. Se si palesasse la possibilità di un premier diverso da Giuseppe Conte, dovreste far votare i vostri elettori online? Ha risposto: “Forse sarebbe opportuno andare su Rousseau. Non  vedo motivazione per cambiarlo a meno di impuntature inspiegabili, escludo categoricamente un altro nome che non sia Conte”.

La rigidità di Roberta

È un modo per dire che un altro nome diverso da Conte sarebbe bocciato dalla basepenta stellata. Il che vuol dire irrigidire ulteriormente la già difficile fase di confronto. L’impostazione di Roberta Lombardi coincide con quella del capo politico dei Cinque Stelle Vito Crimi: l’apertura a Renzi  è stata forzata e sofferta, ma non ci si può impuntare ora sul nome del premier.

Vito Crimi e Roberta Lombardi (Foto: Daniele Stefanini)

Certamente la posizione dei pentastellati è vicina però a quella del segretario nazionale dei Dem Nicola Zingaretti. Quello che resta davvero un “mistero” è perché in tre anni, nonostante le palesi aperture, alla Regione Lazio non sia proceduto con un vero accordo di legislatura tra Pd e Cinque Stelle.

Roberta Lombardi è stata protagonista di operazioni politiche significative, ma si è sempre fermata quando bisognava effettuare il salto decisivo. Se lo avesse fatto, oggi la formula della Regione Lazio sarebbe stata all’avanguardia anche a livello nazionale. Dando una sponda diversa al centrosinistra che verrà.