La difficile via del piano di rientro per i Comuni. Il supplemento di istruttoria disposto dalla Corte dei Conti per Torrice. Ciosa chiedono i magistrati. E perché
La Deliberazione è la n°96/2023/PRSP e l’ha emessa la Sezione Regionale di Controllo per Il Lazio della Corte Dei Conti. Si riferisce alla procedura di riequilibrio finanziario pluriennale del Comune di Torrice. Con quell’atto la magistratura contabile chiede al Comune di Torrice una lunga serie chiarimenti e di documenti.
La vicenda è nota. Il Consiglio comunale di Torrice il 31 maggio di un anno fa decide di ricorrere alla procedura di riequilibrio finanziario pluriennale. Di fatto è la stessa procedura adottata da Nicola Ottaviani appena diventato sindaco di Frosinone nel 2012, allorquando la stessa Corte dei Conti comunicò di aver rilevato una forte criticità finanziaria nei conti del Comune.
In cosa consiste? Si fa una ricognizione di tutto quello che c’è da pagare, si puliscono per bene i conti comunali, si spalma il debito su dieci anni. Lo dice l’articolo 243-bis del Testo Unico degli Enti Locali, al quale ha fatto ricorso la delibera n°5 del 31 maggio 2022 del Comune di Torrice “dato atto dell’impossibilità di ripianare il disavanzo di amministrazione, emerso in sede di approvazione del rendiconto di gestione 2021”.
Il riordino dei conti
Non è semplice accedere a quel percorso, che evita il dissesto e consente ai Comuni di avere ancora margini nelle scelte da fare. Frosinone in questi anni ha comprato il teatro Nestor e l’ex sede della Banca d’Italia trasformandola in casa comunale, realizzato una serie di opere pubbliche: ma tutto deve essere pesato al centesimo e concordato con le autorità che vigilano sulla corretta applicazione del piano di rientro.
Il ricorso al Piano di Riequilibrio da parte del Comune di Torrice fa seguito all’istruttoria svolta dalla Corte dei Conti sui rendiconti degli esercizi 2015-2019 del Comune. Esaminandoli, i magistrati contabili hanno accertato la presenza di illegittimità-irregolarità, suscettibili di pregiudicare gli equilibri economico-finanziari. Affinché non ci siano dubbi: non si parla di ruberie ma del modo in cui sono state scritte le cifre e sotto quale voce.
E per essere specifici. La Corte ha puntato il dito verso il reiterato ricorso e contabilizzazione dell’anticipazione di tesoreria; cassa vincolata; gestione dei residui attivi e andamento delle riscossioni; fondo pluriennale vincolato; composizione del risultato di amministrazione (fondo crediti dubbia esigibilità e altri accantonamenti; parte vincolata); ripiano del maggior disavanzo determinato a seguito del riaccertamento straordinario dei residui al 1° gennaio 2015; residui passivi e tempestività dei pagamenti; indebitamento finanziario.
Ma serve un supplemento
Il piano di riequilibrio del Comune di Torrice è stato approvato con delibera di Consiglio comunale n°16 del 27 agosto 2022. L’organo di revisione ha rilevato alcune criticità potenziali ma ha espresso parere “favorevole in relazione alla bontà teorica delle misure individuate nel Piano, sull’attendibilità delle previsioni e sulla possibilità di raggiungere un effettivo riequilibrio“.
Tutto il carteggio passa alla Commissione ministeriale che lo deve valutare e decidere se concedere il via libera a quel piano di rientro. La sua relazione finale arriva alla Corte dei Conti il 31 marzo 2023, dichiarando il piano “in linea con i contenuti richiesti dalle disposizioni normative di riferimento e con le indicazioni contenute nelle Linee Guida elaborate dalla Corte dei Conti“.
A quel punto serve l’ultimo e determinate parere: deve darlo la sezione regionale di Controllo per il Lazio. Che però vuole avere elementi più solidi. E nella deliberazione scrive che “All’esito di un primo esame della documentazione in atti sulla situazione finanziaria dell’ente, si ravvisa l’esigenza di apposito supplemento istruttorio, finalizzato ad acquisire tempestivamente aggiornamenti”. Perché la Corte dei Conti chiede un supplemento di atti, a cosa servono? Li ritiene “necessari a valutare la congruenza, ai fini del riequilibrio, del piano presentato dal Comune, assicurando, altresì, la piena realizzazione del contraddittorio”.
I rilievi
Cosa manca? La Corte dei Conti vuole ripassare i calcoli con i quali il Comune ha determinato la ‘massa passiva‘. E vuole essere certa sulla “attendibilità delle previsioni di entrata e di spesa”. In questo modo potrà dire con certezza se il piano di rientro sta in piedi. Da qui la serie di richieste rivolte dalla Corte al Comune di Torrice di integrazione documentale.
Vediamo quali. “Viene in rilievo, anzitutto, l’esigenza di approfondire fattori e cause dello squilibrio”. Tradotto: come si arriva al debito? Dai numeri forniti risulta un disavanzo di amministrazione da rendiconto 2021 pari a 1,4 milioni di euro. Come si è creato? Accantonando i soldi necessari per fare fronte ai crediti dubbia esigibilità cioè alle somme che il Comune deve avere e difficilmente incasserà. E per coprire il fondo rischi contenzioso cioè i risarcimenti da pagare in caso di condanne che riguardino il Comune. Tenuto conto “dell’avvenuto ripiano anticipato del disavanzo da riaccertamento straordinario dei residui al 1° gennaio 2015 (…) l’intero disavanzo emerso al 31 dicembre 2021 ammonta a euro 2.517.783,29 (…) comportando un periodo di recupero del disavanzo oggetto del piano di 10 anni”.
Quindi la Corte vuole avere le carte per rifare l’addizione e capire quanto è effettivamente il debito. Inoltre ha dubbi sulla “capacità di riscossione delle entrate correnti”. Evidenzia che ci siano “entrate tributarie ed extratributarie, anche di difficile e lenta riscossione” mettendo così in difficoltà le casse cittadine. E questo, per la Corte determina “l’incapacità di far fronte nei termini previsti ai debiti liquidi ed esigibili”. In questo modo si va sempre a bussare alle banche per farsi anticipare i soldi e non sempre vengono restituiti entro i termini proprio per la difficoltà ad incassare.
Quantificazione e ripiano
Al fine di valutare se il percorso di risanamento sia coerente con le previsioni, la Corte vuole vedere i dati contabili 2022, il prospetto dei saldi di finanza pubblica ed i dati sugli equilibri di bilancio. I magistrati vogliono verificare “Si chiede, inoltre, di comprovare “l’avvenuta applicazione al rendiconto di gestione 2022 e al bilancio di previsione 2023-2025 delle quote annuali di recupero del disavanzo previste dal piano”.
Ci sono poi richieste di spiegazioni sul fondo Crediti di Dubbia Esigibilità, di conferme sul fondo Anticipazione Liquidità, di ulteriori notizie sull’eventuale rinegoziazione dei mutui introdotta dalla Legge di Bilancio 2022. Viene chiesta una “situazione completa al 31 dicembre 2022 dei contenziosi passivi in essere innanzi al giudice ordinario” cioè le cause aperte e quante possibilità ci sono di perderle e dover pagare. E ancora, la Corte vuole una relazione sui “debiti fuori bilancio riconosciuti, finanziati e pagati nel 2022 e nella gestione in corso, producendo, altresì, le attestazioni”.
Queste in sintesi le principali richieste di chiarimenti rivolte dalla Corte all’amministrazione di Torrice per decidere se dare il via al piano di rientro. Ora il Comune di Torrice e l’organo di revisione dell’ente hanno 30 giorni di tempo dalla ricezione dell’ordinanza per dare riscontro.