Quei parlamentari sempre assenti (Se questo è il cambiamento, ridateci la Prima Repubblica!)

La provincia di Frosinone si trova senza una vera rappresentanza politica nonostante nove tra senatori e deputati che fanno riferimento a questo territorio. Ma che risultano assenti sui temi veri, quelli lontani dai selfie. Eppure le priorità sono tante e serie. Loro però non si fanno notare per non dovere ammettere che il peso politico è un’altra cosa.

Vivono di assenze e di grandi fughe tutte le volte che ci sono riunioni importanti per il territorio, tutte le volte che devono confrontarsi con gli amministratori, tutte le volte che si dovrebbero portare risultati. Ieri l’ennesima assenza di massa, alla riunione convocata dal sindaco di Roccasecca Giuseppe Sacco sul conferimento dei rifiuti di Roma. Esattamente come successo per il summit voluto dalla Consulta dei sindaci del cassinate per parlare del futuro dello stabilimento Fca di Piedimonte San Germano. Come successo in tante altre occasioni.

Però bisogna distinguere un minimo. Da quando i lavori di Camera dei Deputati e Senato della Repubblica sono stati riformati (risale ai tempi di Gianfranco Fini presidente a Montecitorio) i lavori delle Commissioni e delle Aule si tengono dal lunedì al giovedì, almeno fino alle 18.30. Per assentarsi è necessario giustificare la propria lontananza dall’Aula: altrimenti non si viene pagati. E da due parti nello stesso momento non si può essere.

Però. I consigliere regionali su alcune cose la faccia ce la mettono. Mauro Buschini (Pd), presidente del consiglio regionale, sulla questione dei rifiuti, è intervenuto in prima persona, blindando Zingaretti. Sara Battisti, consigliere regionale del Pd, quando deve dire qualcosa lo fa. Come Pasquale Ciacciarelli (Forza Italia). Loreto Marcelli (Movimento Cinque Stelle) sul versante delle interrogazioni è molto attivo, lo è meno come presenza fisica a meno che non si tratti di un evento nel suo collegio di Sora e Valle del Liri.

Invece il peso dei parlamentari del territorio è pari allo zero. Siamo populisti? Magari lo sono loro. Quali sono le priorità della provincia di Frosinone? Quella ambientale innanzitutto: l’inquinamento della Valle del Sacco, le polveri sottili, le tante emergenze che hanno devastato il territorio. Poi il lavoro e l’occupazione, senza considerare le risposte che ancora attendono quelli della Vertenza Frusinate. Ma pure le infrastrutture, i trasporti, i collegamenti veloci annunciati soltanto mentre quelli reali restano… lentissimi. La sanità, la scuola, i servizi, la fuga di cervelli, la chiusura dei piccoli e medi negozi, l’assenza di un piano di attrattività per convincere gli imprenditori a venire ad investire qui. Naturalmente il futuro dello stabilimento Fca e dell’indotto.

Su queste materie quali risultati hanno prodotto i parlamentari locali?

Sono tanti. I Cinque Stelle ne hanno tre, tutti deputati: Luca Frusone, Ilaria Fontana, Enrica Segneri. La Lega cinque, perché anche il sottosegretario Claudio Durigon è stato eletto qui. Oltre a Francesco Zicchieri, Francesca Gerardi (deputati), Gianfranco Rufa, Kristalia Papaevangeliu (senatori). Senatore è anche Massimo Ruspandini (Fratelli d’Italia).

C’è una sola iniziativa o un disegno di legge che abbia comportato un risultato positivo per questo territorio? Non vengano a dirci che la Costituzione prevede che il parlamentare esercita la sua funzione senza vincolo di mandato. Valeva pure per Cesare Augusto Fanelli e Dante Schietroma, che invece in Ciociaria hanno lasciato un segno profondo. Valeva pure per Romano Misserville, Lino Diana, Oreste Tofani e tanti altri.

Finanche Francesco Scalia, nella tanto vituperata Seconda Repubblica, è riuscito a lasciare un segno: i fondi stranieri hanno scoperto la Ciociaria come luogo d’investimento quando lui era Segretario di presidenza alla Commissione Industria al Senato. Le Salvaguardie grazie alle quali molti lavoratori ex Videocon sono riusciti ad agganciare la pensione non sono piovute dal cielo. C’è la sua mano dietro a molti provvedimenti in materia di Energia grazie ai quali molte industrie continuano a trovare conveniente questo territorio.

Più in generale, gli attuali parlamentari non danno neppure la sensazione di potersi sedere, per contare, ad un qualunque tavolo nazionale. Non danno la sensazione di poter riuscire a sbloccare una situazione, a dare una risposta.

Le assenze alle riunioni che contano sono indicative. Inoltre pesano come macigni. Ma davvero alla Camera e al Senato si va per alzare la manina o per cimentarsi nel voto elettronico. Davvero ci si va per dare autorevolezza ai selfie e a tutto il resto? La Ciociaria ha una rappresentanza parlamentare in grado di far valere le ragionoi del territorio? La risposta è no.

E allora signori, se questa è la Seconda, era meglio la Prima Repubblica.