Quel 1° Maggio da film negli scioperi alla rovescia sui Lepini

La storia degli scioperi alla rovescia: invece di incrociare le braccia, i disoccupati si misero a lavorare realizzando strade. Per dimostrare che invece il lavoro c'era. Pochi sanno che la storia finì in una pellicola. Candidata all'Oscar

Lidano Grassucci

Direttore Responsabile di Fatto a Latina

Primo maggio, gli scioperi alla rovescia dei Lepini: quando la lotta per il lavoro diventava un film da oscar. “Una strada lunga un anno” di Giuseppe De Santis

Oggi è il primo maggio. Ciascuno ha la sua storia, ma la sua storia per ciascuno è il suo lavoro. Mio nonno ai fascisti che gli chiedevano di farsi la tessera rispose “i campo de lo me”. Che vuol dire “ho la dignità del mio lavoro”.

Il riscatto del lavoro dei suoi figli opra sarà scriveva Filippo Turati. Oggi sono tempi di malattia e guerra, tempi terribili.

Gli scioperi alla rovescia

Per questo voglio ricordare un episodio di lavoro di tempi altrettanto bui, la fine della guerra e l’inizio della ricostruzione. Il lavoro non c’era e la fame era tanta, la dignità perduta. Socialisti e comunisti decisero di ribaltare il mondo e decisero di scioperare lavorando. Scioperi alla rovescia li hanno chiamati: andavano a costruire strade senza ordini, appalti, per dignità. (Leggi anche qui: Notarcola, il diario di un rivoluzionario di professione).

Da Roccagorga al piano fecero la “strada della palude” che poi chiamarono “la strada della pace” (va bene anche oggi). Una volta fatta la strada le amministrazioni socialiste e comuniste “riconoscevano” il lavoro “inventato” e li aiutavano.

Roccagorga, Sezze, Bassiano, Sonnino, Cori furono protagoniste di una epopea del lavoro che ancora oggi ha dell’incredibile. Il regista Giuseppe De Santis, fondano, uno dei padri del neorealismo italiano, insieme a Gillo Pontecorvo ripresero questa lott. Erano entrambi giovani militanti comunisti. De Santis ci girò un filmLa strada lunga una anno (1958).  De Santis Era il regista di Riso amaro, Italiani brava gente, Un marito per Anna Zaccheo. 

Giuseppe De Santis

Il film era eversivo e De Santis lo girò in Jugoslavia dove “riscostruirono” Roccagorga. Tra gli sceneggiatori Tonino Guerra e Elio Petri. Recitarono nel film Silvana Pampanini, Eleonora Rossi Drago, Massimo Girotti. Il film ebbe anche una nomination agli Oscar come miglior film straniero.

Una storia di lavoro, di riscatto del lavoro, che non viene ricordata come l’occupazione delle terre dei contadini senza terra dei Monti Lepini. I lavoratori non chiesero lavoro, se lo inventarono. Buon primo maggio.

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