Il bimbo aggrappato al salvagente… e noi all’apericena

Senza Ricevuta di Ritorno. La ‘Raccomandata’ del direttore su un fatto del giorno. Non abbiamo capito che ci si salva tutti insieme, se lasciamo un neonato aggrappato ad un salvagente mentre noi lottiamo per un apericena

Alessio Porcu

Ad majorem Dei gloriam

La saggezza popolare difficilmente sbaglia. È il frutto di anni d’episodi individuali, esperienze collettive, successi, amarezze, fregature…

Uno degli insegnamenti più diffusi sostiene che il sazio non può capire chi sta digiuno. Significa che è facile giudicare, commentare, criticare, quando non si sta nella posizione del criticato, non si è nei panni degli altri.

È una reazione umana, codificata anche in Psicologia. Talmente profonda che nei test psicologici mai si domanda direttamente ciò che sai vuole sapere: perché non rispondiamo per ciò che siamo. Ma per ciò che vorremmo essere. E sono due cose diverse.

Il mondo virtuale ha esasperato questa cosa: con i calli sulla parte che sta sempre poggiata sulla poltrona, siamo diventati espertissimi virologi quando c’è stata la pandemia, ingegneri statici quando è cascato il ponte a Genova, astrofisici quando c’è stata la missione su Marte. Titoli che abbiamo aggiunto a quelli che noi italiani acquisiamo già con la nascita: siamo tutti capaci di allenare la Nazionale di calcio e di fare il presidente del Consiglio dei Ministri. O almeno così crediamo.

La saggezza di monsignore e l’apericena

Monsignor Vincenzo Paglia. Foto Livio Anticoli / Imagoeconomica

A riportarci con i piedi per terra ci prova in queste ore un prete ciociaro: si chiama Vincenzo Paglia, è di Boville Ernica, è monsignore ed il Papa lo tiene in alta considerazione.

Di fronte alla foto del migrante neonato aggrappato ad un salvagente, salvato per miracolo da un poliziotto che non ha esitato a tuffarsi nelle acque delle coste spagnole, il vescovo ci ha sbattuto in faccia la nostra realtà: quel bimbo era aggrappato al salvagente e noi discutevamo per tornare alla nostra normalità, aggrappati all’apericena.

Ci ha sbattuto in faccia la nostra pochezza: li lasciamo lì a morire perché li condanniamo, colpevoli di povertà. Il Covid avrebbe dovuto insegnarci che ci si salva tutti insieme. Ma tutto è rimasto come prima: loro lottano per la vita, noi lottiamo per le vacanze.

Ha ragione monsignor Paglia. Siamo ignari del Vangelo: i fratelli non si scelgono, si amano.

Senza Ricevuta di Ritorno.

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