Quel che resta delle elezioni comunali

Al termine di un anno in campagna elettorale, cosa hanno detto le elezioni. Cosa resta. E cosa cambia. Il quadro è complesso: sia per il centrodestra che per il centrosinistra

di CARLO ALBERTO GUDERIAN
e ROBERTA DI DOMENICO

Con la conferma di Daniele Natalia a sindaco di Anagni si chiude il periodo delle elezioni in provincia di Frosinone. L’ultimo anno è stato trascorso dentro una costante campagna elettorale: In pochi mesi ci sono state le Comunali 22, le Politiche d’autunno, le Provinciali di dicembre (solo i sindaci ed i consiglieri comunali), le Regionali di febbraio, le Comunali 23 ed il turno di ballottaggio.

La prossima tappa sono le elezioni Europee e le Comunali 24 che chiameranno al voto 1 Comune su 3 in provincia di Frosinone. La preda più grande è Cassino dove il sindaco Enzo Salera (Pd) è sempre più isolato e rischia di finire sotto l’assedio tanto del centrodestra quanto del suo Partito.

Non solo quello che si vede

Daniele Natalia

Ma queste sono solo le tappe ‘visibili‘. In realtà le battaglie politiche delle prossime settimane e mesi saranno tante e tutte importanti

A cominciare dall’ipotesi di commissariamento dell’Egato, l’ente varato a dicembre per accentrare i servizi di raccolta dei rifiuti. Ma sul tavolo ci sono anche le nomine all’Ater, le presidenze ed i CdA dei Parchi Regionali, il rinnovo della governace della Saf (la società pubblica che si occupa dello smaltimento dei rifiuti), l’elezione del Consiglio provinciale, le nomine delle Agenzie e Enti regionali.

Sono partite nelle quali entreranno in gioco gli equilibri tra maggioranza ed opposizione, quelli all’interno di ogni singola area, all’interno di ogni singolo Partito. Nessuno può permettersi di sbagliare un colpo. Pena l’emarginazione e la irrilevanza, sia all’interno del proprio Partito che dello schieramento di appartenenza. E non si sa quale delle due sia peggio.

Non è un caso che Francesco De Angelis ieri abbia dato l’ordine a tutti di tirare fuori dagli armadi sciabole e moschetti per cominciare ad oliarli. Stasera insieme a Sara Battisti inizia a riorganizzare le truppe di Pensare Democratico per affrontare la sfida che avrà conseguenze sui prossimi anni: il Congresso Regionale del Partito Democratico. Quattro anni fa fu decisivo con la sua rinuncia alla candidatura e la decisione di allearsi con Area Dem di Bruno Astorre: ora è tra i grandi tessitori dell’alleanza unitaria con cui mettere fine all’eterna conta interna per iniziare a rinnovare il Pd.

Il fattore unità

Matilde Celentano e Damiano Coletta

Le elezioni Comunali di 15 giorni fa ed il turno di ballottaggio hanno detto chiaramente che il vento di centrodestra continua a soffiare. Nel Paese, nel Lazio ed in Ciociaria. Perché la sua è una proposta percepibile mentre quella del centrosinistra è una eterna discussione e scissione. Della quale l’elettore ha detto di essersi stufato.

Ogni elezione Comunale è una storia a se. Ma c’è uno stesso denominatore nei risultati delle due città più grandi chiamate al voto in questo turno: Ferentino ed Anagni. Ad Anagni ha vinto una coalizione politica, a Ferentino ha vinto un campo larghissimo e lontanissimo dalla coalizione politico. Il denominatore comune? La capacità di trasmettere all’elettore il segnale della compattezza. Daniele Natalia ha unito il centrodestra, Piergianni Fiorletta ha unito tutti intorno al suo nome. Il segnale è che il tempo per le discussioni, i litigi, gli individualismi è finito.

Un segnale che dovrebbe essere chiaro dai tempi dell’Ulivo, della Pax De Angelis – Scalia, della Casa delle Libertà. Gli elettori vogliono unità. A Latina, città tra le più a destra in Italia, il centrodestra è rimasto al palo quando si è diviso lasciando libera la strada ad un Damiano Coletta che non era di sinistra né pentastellato. Aprilia per una quindicina d’anni è stata nelle mani del civismo perché la politica non si univa. Fino a ieri.

L’asticella del barometro

Francesco De Angelis e Francesco Scalia

Storicamente la provincia di Frosinone è democristiana. E quando la balena bianca si è spiaggiata la Ciociaria ha votato a centrodestra. Tranne alle Comunali. Dove ora l’aria sta cambiando ed il civismo rischia di fare rima con trasformismo. E l’orientamento delle amministrazioni non allineate potrebbe mutare sulla base della convenienza.

Piaccia o non piaccia, ora in Ciociaria il centrodestra ha lanciato un Opa di Governo del territorio. Se sarà di breve, lungo, lunghissimo termine dipenderà dalla spinta che Francesco De Angelis saprà ora imprimere al dibattito congressuale. E come intenderà regolare i conti con la componente che fa riferimento ad Antonio Pompeo, capace di perdere in pochi mesi Provincia – Regione – Comune di Ferentino e ridursi a consigliere comunale d’opposizione nel suo Comune.

Enzo Salera

Il Pd ha la necessità di elaborare in fretta una nuova strategia per salvaguardare il suo peso nel governo degli enti intermedi. Perché oggi il pallino per determinare le nuove governace è in sospeso tra centrodestra, centrosinistra, non allineati. O viene individuato un equilibrio di sistema o si rischia il bagno di sangue. Tenendo conto che non si sa fino a quale punto si potrà fare affidamento sui voti che almeno fino alla primavera 2024 sarà in grado di esprimere Cassino nelle varie assemblee. Hanno un peso rilevante. E lo hanno anche quelli dei Comuni che non stanno con Pensare Democratico.

Lo si capirà subito, dalla verifica delle dinamiche politiche nell’assemblea dei sindaci: per la Saf, per l’Ato, per l’Atto aziendale della Asl. Si tratta di un potere politico enorme. Che il centrodestra per la prima volta può tentare di assediare. A condizione di mettere in campo strategie condivise ed unitarie.

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