Quel Pd che sui rifiuti gioca su due tavoli

La riunione tra Regione e Ministero per evitare il caos su Roma. E che mettere di nuovo Roccasecca in pericolo. La telefonata al sindaco Sacco. Il Pd che non può giocare su due tavoli. Come sta accadendo ad Anagni. La mossa d'anticipo di Forza Italia.

Il Partito Democratico non può rimanere in silenzio. Non può farlo il Segretario provinciale Luca Fantini dopo tre eventi accaduti in queste ore. Il primo è il lungo vertice romano tra il governatore del Lazio Nicola Zingaretti ed il ministero della Transizione Ecologica in programma per oggi. Il secondo è una telefonata ricevuta dal sindaco di Roccasecca Giuseppe Sacco. Ed il terzo è la mossa compiuta dal coordinatore provinciale Daniele Natalia che ha messo in chiaro la posizione di Forza Italia sui rifiuti. Sono tre eventi che rischiano di lasciare nudo in mezzo alla strada il segretario provinciale Dem ed il partito sotto una pioggia di reazioni.

I primi tavoli sui Rifiuti

Giuseppe Sacco

Inutile girarci intorno. A Roma tra le ipotesi prese in considerazione per evitare che la Capitale finisca sotto una montagna di rifiuti proprio all’inizio della campagna elettorale c’è l’idea di riaprire la discarica di Roccasecca. Se ne parlerà (a livello di ipotesi ed insieme ad altre alternative) nel corso del vertice delle prossime ore al ministero. Ed è stato accennato al sindaco Sacco da una telefonata informale con cui un tecnico tastava il polso per verificare la reazione.

Il sindaco Giuseppe Sacco sa benissimo che il suo territorio è il primo nell’elenco dei possibili destinatari della nuova discarica. Per un fattore evidente e di natura tecnica. E cioè: esiste da tempo un progetto approvato che prevede la costruzione del quinto ampliamento nella discarica di località Cerreto. Il fatto che la società Mad a fine marzo abbia detto “Non ci interessa più, buona fortuna” non significa che quel progetto non esista più o sia decaduto.

Allo stesso modo sa che solo un atto di forza può far ripartire i lavori sul 5° Invaso. Perché Mad ha rinunciato in seguito alle polemiche legate alle autorizzazioni: c’è un’inchiesta in corso. E chiunque riaprisse quel percorso autorizzerebbe Mad a dire “Perché loro si e noi no? Allora il nostro iter era regolare. Allora non c’era alcun abuso”. L’inchiesta subirebbe una sconfessione dai fatti.

È chiaro che nessuno firmerebbe un atto amministrativo su questi presupposti. A meno di una situazione di grave emergenza sanitaria. Che è dietro l’angolo: perché Il 30 giugno scade l’accordo con la Regione Emilia Romagna che ha già fatto sapere di non voler accogliere altri rifiuti romani.  

Principale indiziato: Roccasecca

Uno degli invasi della discarica di Roccasecca

Per capire quanto Roccasecca sia sulla linea del fronte basta leggere due numeri. Sono quelli con cui nei giorni scorsi la Municipalizzata dei Rifiuti di Roma ha suggerito la riapertura di Roccasecca e pure di Colleferro. Come aveva anticipato Alessioporcu.it . (Leggi qui No ai rifiuti a Roma: perché avete chiuso Roccasecca?).

Oggi il caos viene evitato dalla Romagna e dalle uniche due discariche rimaste nel Lazio. In quella di Viterbo restano 30mila metri cubi di spazio; in quella di Civitavecchia ci sono ancora 160mila metri cubi. Nell’impianto chiuso a Colleferro si stiamo una capienza residua di circa 200mila metri cubi ancora disponibili. Soprattutto a Roccasecca c’è una capienza di 450mila metri cubi teorici che sono già stati autorizzati.

Sui rifiuti il Pd non può tacere

In questo quadro si comprende ora quanto sia stata abile la mossa compiuta nei giorni scorsi dal sindaco di Anagni Daniele Natalia. Nella sua veste di sub commissario provinciale di Forza Italia ha indicato la linea sui Rifiuti per il suo Partito. Nella sostanza dice che si deve andare verso il superamento del concetto di discarica, si deve trasformare il rifiuto da problema e risorsa, ha ricordato che le tecnologie di oggi consentono di riciclare quasi il 90% di ciò che oggi non si recupera e mandare poco o nulla in discarica. Senza nascondersi dietro ad un dito ha detto si al bio metano ottenuto dagli avanzi delle cucine ma a condizione che dietro agli impianti ci siano imprese di fama per la loro competenza e ci sia il costante controllo dei sindaci. (Leggi qui Natalia: «Una Forza Italia più green e moderna»).

Ha messo le mani avanti. Mentre il Pd brancola nel buio. Perché proprio ad Anagni il consigliere comunale del Partito Democratico ha firmato la richiesta di convocazione del Consiglio sul tema del biodigestore.

Daniele Natalia

Legittimo. E sacrosanto. Ma è ora di fare chiarezza ed uscire dagli equivoci. Qual è la posizione del Pd in materia di Transizione Ecologica e di rifiuti? I cittadini della provincia di Frosinone spendono 160 euro a tonnellata per mandare in Veneto i loro avanzi di cucina che vengono trasformati lì in bio metano con cui alimentano i riscaldamenti delle loro scuole ed i loro bus Green. Sia chiaro: in veneto si tengono i nostri soldi e si tengono il metano ricavato dai nostri rifiuti.

I sindaci della provincia di Frosinone hanno votato in massa un piano industriale che prevedeva la fine di quella transumanza: hanno detto al presidente della Saf Lucio Migliorelli che vogliono in provincia un impianto per fare qui ciò che ora avviene in Veneto. Lo hanno votato tutti i sindaci di tutti i colori: perché la Transizione Ecologica non si fa con le chiacchiere né con i Like.

L’assenza di una linea chiara consente al Pd di giocare su due tavoli. Uno provinciale, sul quale dire ai cittadini: abbatteremo le vostre bollette dei rifiuti perché smetteremo di spendere tutti quei soldi per mandare in Veneto gli avanzi di cucina e ci faremo noi il metano. Uno locale, sul quale cavalcare qualunque tema senza tenere conto della linea provinciale.

Così non se ne esce

Così non se ne esce. Con ogni probabilità, se a Roccasecca ci sarà un colpo di mano non sarà politico. Ma ci sarà un prefetto o una Presidenza del Consiglio dei Ministri che sull’onda dell’emergenza a Roma ordinerà l’immediato avvio del lavori sul 5° invaso di Roccasecca. Cosa costa allora al Pd dire da subito quale è la sua linea?

È una linea che sta già nella natura delle cose. Perché a livello nazionale il Partito sostiene quella Transizione Ecologica nella quale lo spazio per le discariche è ridotto all’osso. Perché a livello locale i sindaci del Pd, insieme a quelli di tutti gli altri colori, hanno votato per la radicale conversione dello stabilimento pubblico Saf di Colfelice da impianto per la lavorazione dei rifiuti a fabbrica per il recupero dei materiali.

Allo stesso tempo e con gli stessi sindaci hanno votato per il metano Green fatto in house dando un bel taglio ai 160 euro a tonnellata che stanno sulle nostre bollette. L’impianto di Anagni (o in qualunque altro posto dovesse essere realizzato) accoglierà solo gli avanzi di cucina dei cittadini ciociari: per questo c’è una società costituita con Saf; più gli sfalci di erba e potature della zona che oggi finiscono seccati e bruciati. Inquinando.

Questo è il momento di dirlo con chiarezza. In modo che sia chiaro alla Regione nel momento in cui siederà al tavolo con il ministro per parlare di Roccasecca. E sia chiaro ai consiglieri comunali quando si siederanno per parlare di Green ad Anagni. Senza lasciare spazio ad alcun genere di confusione.