Quel popolo dei moderati condannato all’irrilevanza

Nel centrodestra spunta l’asse tra Giovanni Toti e Giorgia Meloni. Antonio Tajani cerca un rilancio complicato e Matteo Salvini non lascerà i Cinque Stelle. In Ciociaria i big non hanno alternative all’unità

Centrodestra senza pace a livello nazionale. Dopo la decisione della Lega di correre da sola alle regionali dell’Abruzzo e del Trentino spunta un inedito asse tra il Governatore della Liguria Giovanni Toti (FI) e la leader di Fratelli d’Italia Giorgia Meloni. Dell’ipotesi hanno parlato tutti i giornali nazionali in queste ore.

L’idea è quella di una seconda gamba della coalizione, ma anche di un argine verso tutti coloro che da Forza Italia vorrebbero andare alla Lega.

In un’intervista al Corriere della Sera Toti ha tracciato le coordinate di un Partito aperto agli amministratori e alla società civile, nel quale ci siano le primarie e non le tessere. Dove scompaiano le rendite di posizione.

 

In realtà in questo momento nel centrodestra c’è un gran caos. Antonio Tajani, indicato direttamente da Berlusconi, ha il compito di rilanciare Forza Italia guardando ai moderati, al civismo e a tutta quell’area del “non voto” che va da destra a sinistra.

Però ci sarà un motivo per il quale la gente non va a votare e  certo non è addebitabile a Lega e Cinque Stelle.

Il fatto è che sono Pd e Forza Italia a dover lanciare un progetto nuovo, con schemi nuovi, perfino con leader nuovi. Fin quando questo non avverrà, in realtà non succederà nulla. Anche perché in un Paese dove ormai Cinque Stelle e Lega sono accreditati di oltre il 60% dei voti dai sondaggi, quanto è grande l’area moderata?

 

Considerando il Pd, Forza Italia, le galassie centriste e… basta. Perché il resto è sinistra più radicale e destra.

La partita si gioca tutta all’interno di Forza Italia in realtà, con gli amministratori che dovranno affrontare un autunno caldissimo: con Tajani (e quindi Berlusconi) o con Toti? Alleati della Meloni o di Salvini? O di nessuno dei due? Un asse repubblicano con il Pd o il vecchio centrodestra?

Per il momento l’unica cosa vera è che il centrodestra così come lo abbiamo conosciuto è marginale, perfino ininfluente. Insistere, come fa Silvio Berlusconi, nel chiedere che la Lega si stacchi dai Cinque Stelle ottiene l’effetto opposto. E il fatto che il centrodestra come coalizione governi ancora unito Regioni e Comuni non influisce sulle scelte future.

 

Anche in provincia di Frosinone non saranno mesi semplici. Però Adriano Piacentini, Mario Abbruzzese, Pasquale Ciacciarelli, Nicola Ottaviani, Danilo Magliocchetti e tutti gli altri hanno una sola carta da giocare. Quella dell’unità. Se si dividono, allora Forza Italia non andrà da nessuna parte.