Quel primo posto su MF è la sfida di BpC per il futuro delle Popolari

Cosa c'è dietro al primo posto di Banca Popolare del Cassinate nell'Atlante di Milano Finanza. La sfida per la difesa del modello delle Popolari in Italia. Le parole chiave. E le tappe strategiche con cui i Formisano hanno mantenuto la vetta

Primi, ancora una volta. In crescita, come da anni. La Banca Popolare del Cassinate conferma la posizione al vertice della graduatoria elaborata ogni anno da Milano Finanza. Prima nell’Atlante con cui il quotidiano economico e finanziario traccia la mappa nazionale degli istituti di credito. La novità del 2019 sono gli elementi che hanno portato Bpc a mantenere quella posizione. E soprattutto il clima nazionale nel quale il traguardo è maturato.

I fantasmi Etruria e Popolare di Bari

Vincenzo e Donato Formisano

C’è lo spettro di Banca Popolare di Bari e di Banca Carige ad intossicare il clima. Appare con chiarezza durante la conferenza stampa tenuta in mattinata nella sede della Direzione Generale a Cassino dal Consiglio d’Amministrazione.

Le banche sono nel mirino. I controlli degli istituti di vigilanza sono più attenti. I clienti sono sospettosi. “È per questo che il nostro risultato che vale doppio: perché conseguito in un momento difficile per le banche, in particolare quelle Popolari. Al punto che si mette in discussione l’attuale modello delle Popolari in Italia”. Vincenzo Formisano è vice presidente di Bpc ed è anche economista dell’Università di Cassino. E sa benissimo che proprio per questo qualunque cosa dica potrebbe essere interpretata come quella di un addetto ai lavori (il professore), o come una persona di parte (il vice presidente) oppure come uno super partes (il professionista).

Spiazza tutti quando è lui a lanciare la domanda provocatoria: “Le Popolari non hanno senso di esistere perché il loro modello è superato o falliscono quando smettono di essere Popolari e si mettono a scimmiottare le grandi banche nazionali?Il Re è nudo: da Etruria a Popolare di Bari avevano smesso di fare le Popolari.

Ecco perché i numeri di Bpc sono in crescita. Perché “Il presidente ci ha insegnato, e per noi è legge, che una banca popolare deve rimare tale frazionando il rischio: noi applichiamo il principio economico di Luzzatti, potremmo scolpirlo all’ingresso in ogni nostra filiale”. Luigi Luzzatti diceva che le Popolari hanno un senso se raccolgono il risparmio ed esercitano il credito, se danno poco a molti e non molto a pochi. “È il nostro modo di essere banca” dice Vincenzo Formisano.

La parola magica

Vincenzo Formisano

C’è soprattutto una parola magica dietro a questo “modo di essere banca”. Si chiama Network ed è la parola che consente di contenere i rischi, garantire i dividendi. È la risposta a quelli che invece vorrebbero le aggregazioni tra le banche popolari, pure tra quelle di dimensioni medie come BpC. Tanto per fare un esempio: prima del crack la Popolare di Bari voleva fare un’aggregazione. Alla quale la Cassinate disse subito no. (leggi qui Banca Popolare di Bari vuole incorporare la Cassinate. Bpc: «Non interessati»).

Cosa significa Network? E come lo sta applicando BpC? Due esempi fanno capire. E spiegano ancora di più quel primo posto tra le medie nell’Atlante di Milano Finanza.

Primo esempio. Fino a qualche tempo fa Bpc aderiva alla piattaforma informatica Cabel. Nel mondo bancario è possibile fare innovazione solo puntando sul processo produttivo, cioè sul modo pratico di fare banca. L’innovazione di prodotto non è possibile: il prodotto che propongono le banche è imitabile, replicabile da tutte, basta cambiargli nome. Bpc ha fatto network aderendo alla rete della Cassa Centrale: una rete che riunisce oltre cento banche italiane, gestisce un patrimonio da 6 miliardi di euro e ben 3 miliardi vengono usati per lo sviluppo della tecnologia, la piattaforma, la banca digitale, il modernissimo fintech cioè la tecnofinanza, o tecnologia finanziaria (la fornitura di prodotti e servizi finanziari attraverso le più avanzate tecnologie dell’informazione e della comunicazione).

Cosa ha portato tutto questo a Banca Popolare del Cassinate? Lo rivela il professor Vincenzo FormisanoAbbiamo modernizzato i servizi dimezzando i costi, si chiamano economie di scala”.

Anche gli scarti sono buoni

Donato e Vincenzo Formisano

L’adesione alla rete della Cassa Centrale ha consentito anche un’altra operazione decisiva. È quella sulla ‘sofferenze‘ cioè sui prestiti e sui mutui che tardano a rientrare.

La Popolare del Cassinate ha accumulato circa 30 milioni di ‘sofferenze‘. Ha pensato di cartolarizzare cioè di vendere quelle sofferenze a degli istituti che poi si occuperanno del recupero. “Ma 30 milioni sono un taglio troppo piccolo per essere interessanti sul mercato. Allora il nostro network ha costituito la Luzzatti SpA e messo insieme le sofferenze di tutte le banche della rete; ha individuato come advisor un colosso internazionale come Kpmg ed abbiamo cartolarizzato 1 miliardo e 300 milioni euro”.

La conseguenza per BpC? I grossi gruppi hanno fatto la corsa per comprare quelle sofferenze ed il prezzo al quale sono state collocate è stato talmente alto da portare alla Popolare del Cassinate una plusvalenza di 6 milioni. È stata usata per ridurre i deteriorati.

Perché hanno fatto la corsa per comprarsi dei debiti? “Perché – spiega il presidente Donato Formisano, fresco di premio alla carriera come banchiere dell’anno al 5° Future Bancassunace Awardprima di deliberare un mutuo o un prestito, il nostro istituto vaglia attentamente le persone e le aziende che ne fanno richiesta. Quasi tutti, anche se tardi, pagano quelle somme. Anche i nostri debitori sono buoni debitori”.

La corretta gestione

I vertici della BpC

Il primo punto è il fatto di avere continuato a voler servire i piccoli, il secondo punto è la capacità di innovare i processi come possono permettersi di fare solo i grandi gruppi, il terzo è “la sana e corretta gestione”.

Spiega il presidente Donato Formisano che “La formica quando vuole morire mette le ali e noi vogliamo restare formiche perché è la nostra missione”.

In realtà BpC non è più una banca locale. Ha il 20% di una società che possiede una Banca di Investimenti che opera a livello internazionale. Raccoglie i capitali di investitori professionali e li impiega in operazioni come l’acquisto dei bond Saxa Gres con cui è stata finanziata l’acquisizione dell’ex Ideal Standard di Roccasecca. Sta studiando la possibilità di un’operazione simile con la ex Dosa di Castrocielo.

E poi ha varato una banca interamente on line, pensata per il pubblico giovane che vuole le app ed essere smart.

Ecco cosa c’è dietro a quel primo posto.