Quella lezione che in pochi hanno imparato

Con il presidente della Regione Lazio il Campo largo sembra un gioco da ragazzi. A Frosinone invece è tutto complicato, ma nel caso di terza sconfitta consecutiva la classe dirigente cittadina dei Partiti di centrosinistra andrebbe azzerata

Con Nicola Zingaretti il Campo largo sembra un gioco da ragazzi. Ieri, durante la presentazione dei progetti per rilanciare il settore industriale della Ciociaria, erano seduti uno accanto all’altro tre dei quattro consiglieri regionali eletti in Ciociaria. Due del Pd (Sara Battisti e Mauro Buschini), uno del Movimento Cinque Stelle (Loreto Marcelli). In sala c’erano i sindaci Enzo Salera (Cassino) e Luca Di Stefano (Sora), che alle ultime provinciali hanno fatto un accordo con Francesco De Angelis per l’elezione a consiglieri di Gino Ranaldi e Alessandro Mosticone.

Con Zingaretti non sembrano esserci problemi, poi invece si scopre che, per esempio a Frosinone, non è proprio semplicissimo.

Il fronte delle Comunali

Vincenzo Iacovissi (Foto: Raffaele Verderese © Imagoeconomica)

Alle Comunali il Pd non è riuscito a tenere tutti dalla stessa parte. Ci sono altri due candidati a sindaco, Mauro Vicano e Vincenzo Iacovissi e il Campo largo non è comunque al completo. I Cinque Stelle arriveranno all’ultimo minuto. La differenza con le alleanze e le maggioranze che ci sono alla Regione Lazio è evidente. Nonostante Francesco De Angelis abbia fatto miracoli nelle ultime settimane per rimettere insieme molti cocci.

A questo punto, come sempre, tutto dipenderà dal risultato finale. Se Domenico Marzi dovesse essere eletto sindaco, allora lo schema di Frosinone sarebbe immediatamente un possibile laboratorio. Il centrosinistra che vince in un capoluogo di provincia senza Azione e senza i Socialisti. Se invece Marzi dovesse perdere, allora il centrosinistra avrebbe una strada obbligata: azzerare l’intera classe dirigente dei Partiti a Frosinone città. Arrivati a questo punto, dopo tre sconfitte consecutive in dieci anni, sarebbe impossibile ripartire da chi quelle sconfitte le ha determinate e non ha fatto tesoro dell’esperienza negativa.

Il ricambio c’è stato

Francesco De Angelis nel Pd ha lasciato spazio ad un giovane come Luca Fantini. Cinque anni fa aveva fatto altrettanto alle Regionali schierando due giovani come Sara Battisti e Mauro Buschini. Nel capoluogo andrà fatta la stessa cosa se non dovesse arrivare un risultato diverso da quelli del 2012 e del 2017.

Neppure un buon risultato della lista del Partito Democratico basterebbe. Per un motivo: Nicola Zingaretti è da nove anni presidente della Regione Lazio. Il suo modello funziona da tempo, non è una novità. C’erano quindi le premesse per applicarlo con continuità e con una reale preparazione e condivisione.