Quella metamorfosi che il centrodestra non riconosce

In provincia di Frosinone la coalizione è profondamente mutata, anche nei rapporti e negli equilibri. La Lega ha una potenza di fuoco impressionante, che però non utilizza. Fratelli d’Italia viaggia verso la leadership, Forza Italia e centristi non hanno da tempo gli stessi numeri. Eppure nulla è cambiato nell’approccio rispetto ai decenni passati. Perché?

C’è un centrodestra diverso in provincia di Frosinone. Da tempo. Il paradosso è che a non accorgersene è rimasto soltanto il… centrodestra. Che infatti continua ad andare avanti con schemi che appartengono al passato.

Schemi che risalgono a quando il partito più forte, più votato e di riferimento era Forza Italia di Antonello Iannarilli e Alfredo Pallone prima e di Mario Abbruzzese dopo. Quando Alleanza Nazionale era strategica ma non maggioritaria e in ogni caso gente come Alessandro Foglietta prima e Franco Fiorito dopo si imponevano spesso e volentieri. Quando una certa Anna Teresa Formisano, con il Ccd e poi con l’Udc, sapeva di essere decisiva in ogni tipo di equilibrio e lo faceva pesare. (Leggi qui Perché il centrodestra può permettersi di non riunirsi).

I nuovi equilibri nel centrodestra

Il sindaco di Ripi Piero Sementilli con i senatori Ruspandini e Lollobrigida

Adesso è cambiato tutto. L’unico ad essersene davvero accorto è Massimo Ruspandini, senatore e presidente provinciale di Fratelli d’Italia. Qualche mese fa alla visita al Consorzio Asi si presentò con i tre sindaci di bandiera: Roberto Caligiore (Ceccano), Lucio Fiordalisio (Patrica), Piero Sementilli (Ripi). Oggi Fratelli d’Italia vola nei sondaggi, conta assessori e consiglieri comunali, amministratori provinciali. E chiede da tempo una riparametrazione del centrodestra provinciale.

Nel quale ad avere la golden share sono Fratelli d’Italia e la Lega. Il Carroccio ha 4 parlamentari, anche se due sono originari della provincia di Latina. Ma Francesco Zicchieri è stato eletto nel collegio ciociaro di Frosinone-Anagni (chiedere a Fabio Forte), Claudio Durigon è stato capolista nel proporzionale del collegio Latina-Frosinone. Poi c’è Francesca  Gerardi. E il senatore Gianfranco Rufa, eletto sì a Viterbo ma verolano purosangue. Quindi c’è il consigliere regionale Pasquale Ciacciarelli che è anche presidente di Commissione.

Una potenza di  fuoco impressionante, ma poi inutilizzata su un territorio dove si preferisce andare avanti per singolo Comune quando si vota. E basta. Il salto di qualità che il coordinatore provinciale Nicola Ottaviani dovrà effettuare sarà questo. Lo stesso Ottaviani dovrà superare il profilo di sindaco di Frosinone.

Il nuovo assetto

Claudio Fazzone

Dovranno essere lui e Ruspandini a mettere in campo il nuovo assetto del centrodestra provinciale. Nei Comuni, con le liste, con i candidati a sindaco. Forza Italia non ha più il peso che aveva qualche anno fa.

Il coordinatore nazionale Antonio Tajani è sparito dalla Ciociaria, mentre il coordinatore regionale Claudio Fazzone fa l’impossibile. Ma anche lui deve prendere atto di due cose: 1) i voti “azzurri” non sono quelli di un tempo; 2) la Ciociaria ha bisogno di un unico coordinatore provinciale, lo schema dei tre sub commissari doveva servire per fronteggiare un periodo limitato.

Ciò non significa che Forza Italia non debba effettuare le sue rivendicazioni, ma è necessario prendere atto che gli azionisti di maggioranza sono Lega e Fratelli d’Italia.

Poi c’è Coraggio Italia di Mario Abbruzzese, mentore e spin doctor del candidato sindaco di Roma Enrico Michetti e del consigliere regionale leghista Pasquale Ciacciarelli. Una posizione che va chiarita, anche perché a chiederlo sarà Fratelli d’Italia.

Il centrodestra è cambiato profondamente in Ciociaria. Ma non se n’è accorto.