Quella notte del 2014 in cui Scalia e Mario fecero l’intesa. E oggi a Sora…

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Agosto 2014: il senatore Francesco Scalia (Pd) raggiunge un accordo con il Nuovo Centrodestra di Alfredo Pallone per un’alleanza a sostegno della candidatura a presidente della Provincia di Antonio Pompeo, sindaco di Ferentino. Ma questo è l’obiettivo più evidente. L’altro, meno visibile ma più immediato, è la blindatura del sindaco di Sora Ernesto Tersigni, fedelissimo di Pallone. L’area del Pd di Scalia lo mette al riparo da ribaltoni.

In quegli stessi giorni il consigliere regionale di Forza Italia Mario Abbruzzese incontra a Gaeta in gran segreto (in realtà un minuto dopo la notizia arriva perfino nella Nuova Guinea) il segretario provinciale del Pd Simone Costanzo, intenzionato anche lui ad una coalizione ampia per vincere alla provincia. Il problema è che i due, a differenza di Scalia e Pallone, il candidato non ce l’hanno. Nel centrodestra il commissario della Provincia Giuseppe Patrizi qualche rassicurazione l’aveva avuta, ma quando Francesco De Angelis e Mauro Buschini lo contattano perché “dobbiamo parlare riservatamente di una cosa importante”, Patrizi capisce subito che gli verrà chiesto quel passo indietro che forse doveva essergli domandato da Forza Italia.

La soluzione non è indolore, si perde del tempo e poi si arriva all’ipotesi di una candidatura di Gianfranco Schietroma, leader del Partito Socialista. Ma in Forza Italia qualcosa non va e il via libera stenta ad arrivare. Il dietrofront avviene in una notte di fine settembre, nel giro di pochissime ore. Il sindaco di Frosinone Nicola Ottaviani e i consiglieri di maggioranza del capoluogo dicono ad Abbruzzese che l’appoggio a Schietroma determinerebbe una deflagrazione all’interno della coalizione, con il serio rischio di determinare la crisi al Comune capoluogo. Mario Abbruzzese non aspettava altro: i calcoli del voto ponderato davano vincente Pompeo. Il consigliere regionale ci mette un attimo: “Ma come, Pallone blinda Sora e io dovrei mettere a rischio Frosinone?”.

Viene organizzato un incontro ad horas con Francesco Scalia e Antonio Pompeo, nella sede di Forza Italia in via Aldo Moro a Frosinone. Una specie di Nazarino (piccolo Nazareno) al contrario. Scalia avverte: “Non c’è problema, saliamo noi, basta che non mi fate trovare un poster di Brunetta all’entrata”. L’intesa viene raggiunta in un nano secondo. Quando Francesco De Angelis e Gianfranco Schietroma vengono avvertiti del dietrofront di Abbruzzese vanno su tutte le furie, ma a quel punto non c’è nulla da fare. De Angelis è bravissimo a mettere su nel giro di poche ore la candidatura alla presidenza della Provincia di Enrico Pittiglio, che fa anche un’ottima figura. Vince Pompeo, con tutto il centrodestra a rimorchio. Pare che Scalia commenti a caldo: “Mi candideranno al premio Nobel per la pace”. Pompeo obietta: “Ma Francesco, abbiamo spaccato il Pd”. Scalia non si scompone e sussurra: “Sì, ma abbiamo tenuto dalla stessa parte Abbruzzese e Pallone”. Pompeo: “Vogliamo provarci anche con Iannarilli?”. Scalia: “Antonio, ho parlato di premio Nobel, non di processo di beatificazione”.

Tutto iniziò nell’agosto 2014 per mettere al riparo da sorprese il Comune di Sora. Oggi, giugno 2016, al Comune di Sora c’è un ballottaggio indecifrabile. Il sindaco Ernesto Tersigni e Alfredo Pallone si giocano la sopravvivenza politica ed elettorale del Nuovo Centrodestra in provincia di Frosinone. Il Pd li appoggia, ma il circolo locale è spaccato.
Lo sfidante si chiama Roberto De Donatis, con il quale ci sono Forza Italia (Mario Abbruzzese) e Gianfranco Schietroma (Psi). La coppia politica che nel 2014 non riuscì a pronunciare il sì a pochi metri dall’altare. Se dovessero vincere a Sora, in un colpo solo, darebbero una mazzata politica senza precedenti ad Alfredo Pallone, Francesco Scalia e Francesco De Angelis.