Quella sinergia tra sanità pubblica e privata che ha arginato il Covid

A marzo in provincia di Frosinone c’erano 172 pazienti ricoverati negli ospedali del capoluogo e di Cassino, ma anche 145 nelle strutture private accreditate. Una collaborazione che ha salvata vite umane e dato risposte rapide e decisive nel momento dell’impatto più forte. E la manager Pierpaola D’Alessandro ha riorganizzato continuamente la rete.

Il 19 marzo 2021 la provincia di Frosinone è letteralmente presa d’assalto dal Covid. Le curve dei contagi e dei decessi sono altissime e l’impatto sulle strutture ospedaliere è fortissimo. Ci sono 102 malati di Coronavirus ricoverati presso i reparti riconvertiti dell’ospedale Fabrizio Spaziani di Frosinone e altri 70 in quelli del Santa Scolastica di Cassino.

Pierpaola D’Alessandro, manager della Asl di Frosinone, stava rimodulando ulteriormente la previsione di posti letto dedicati della Regione. Dunque 172 pazienti Covid nelle strutture pubbliche. Ma anche 145 nelle tre realtà private in quel momento autorizzate: 69 all’Ini Città Bianca di Veroli, 32 a Villa Gioia di Sora, 24 al San Raffaele di Cassino.

Foto Livio Anticoli / Imagoeconomica

Ma nelle lunghe settimane di zona rossa e arancione le cliniche private sopporteranno un peso ancora maggiore. Per lunghi tratti anche Villa Serena (38 posti letto) darà una mano fondamentale. Contemporaneamente però anche il pubblico aumenterà la disponibilità di posti. Perfino nel reparto di frontiera delle Terapie intensive. (Leggi qui Covid, via alla rivoluzione. D’Alessandro cambia tutto).

Nei giorni più bui dell’emergenza c’è stata una suddivisione dei compiti: Spaziani (Frosinone) e Santa Scolastica (Cassino) trasformati in Covid Hospital, San Benedetto (Alatri) Covid Hospital sub intensivo. Il SS Trinità di Sora ha dovuto gestore tutto l’ordinario. E siccome era impossibile è scattata la sinergia con i Privati: hanno messo a disposizione i loro reparti ed i loro sanitari, per affrontare tutte quelle patologie che gli ospedali pubblici non potevano più gestire perché erano diventati la trincea anti pandemia.

E poi l’assistenza agli anziani, cone alcune Rsa trasformate in Rsa Covid.

Il solista Pubblico, accompagnato dal coro Privato
Pierpaola D’Alessandro, direttrice generale della Asl di Frosinone

Senza la sinergia pubblico-privato per la provincia di Frosinone sarebbe stato impossibile reggere quell’urto. Ci sono stati dei momenti nei quali negli ospedali ciociari erano ricoverate più di mille persone, quasi la metà delle quali nei reparti Covid.

La collaborazione tra sanità pubblica e strutture private accreditate ha funzionato. E bene. La pandemia ha riportato al centro della scena la sanità pubblica, capace però di valorizzare anche quella privata nell’ambito di un confronto necessario.

Pierpaola D’Alessandro, manager della Asl, ha seguito questa linea. Anche perché i numeri enormi della seconda ondata non lasciavano molte alternative.

Anche il Privato in prima linea dal principio

Per capire quale sia stato l’apporto e il ruolo della sanità privata in questa emergenza, vale la pena ricordare le parole di Barbara Cittadini, presidente nazionale di Aiop, l’Associazione Italiana ospedalità privata che rappresenta gli istituti di ricovero e cura a carattere scientifico e le case di cura private, accreditate e non.

Barbara Cittadini, presidente Aiop

Ha detto: «La componente di Diritto privato del Servizio Sanitario Nazionale, sin dall’inizio dell’epidemia che ha investito il nostro Paese, ha svolto un’azione in piena sinergia con la parte pubblica del Servizio sanitario nazionale».

Da qui la piena e totale integrazione tra le due anime della Sanità italiana. Il risultato? «Ha prodotto effetti che abbiamo visto tutti, davanti ad un virus che ancora oggi per noi è sconosciuto -ha poi evidenziato –. La nostra risposta come privati ai cittadini ha consentito di salvare migliaia di vite».

Due anime coordinate dalle Regioni

«L’intento con cui il nostro legislatore tanti anni fa ha immaginato il nostro Sistema sanitario di tipo Solidaristico, che conta sulla componente pubblica e sulla componente privata, ha avuto come risultato una straordinaria opportunità – ha aggiunto la presidente Cittadini -. Tutte le Regioni hanno attuato programmi di integrazione coordinati dalle Regioni che si occupano delle programmazioni, con la distinzione degli ospedali in Covid e no Covid».

Alessio D’Amato, assessore regionale alla Sanità del Lazio

Cosa ha consentito alla popolazione? «Di avere dei punti di riferimento certi per quello che attiene la patologia Covid-19 e ospedali sicuri per le altre patologie indifferibili. Sono state bloccate, come è noto, le patologie non urgenti e differibili».

In Ciociaria Pierpaola D’Alessandro, direttore generale della Asl, ha riorganizzato continuamente la rete Covid. Lasciando il pallino nelle mani del pubblico, ma coinvolgendo e motivando il privato in maniera decisiva.