Quell’abbraccio antico sul monte Asprano

Da dove nasce la tradizione delle due processioni che si arrampicano sul monte Asprano dai lati opposti e si incontrano in una chiesetta. Tutto nasce tra i secoli X e XI quando...

Fernando Riccardi

Historia magistra vitae

Tra la fine del X e gli inizi dell’XI secolo i Gastaldi di Aquino, per mettere un argine alla politica espansionistica dell’abbazia di Montecassino, costruirono sul picco più elevato del monte Asprano un poderoso maniero cui venne dato il nome di “Castrum Coeli”. Ben presto, però, la grave penuria d’acqua e la scomodità del sito indusse la popolazione ad abbandonare la fortezza e a scendere verso la pianura.

Alcuni si diressero verso l’interno dando vita al borgo di Cantalupo e poi a Colle San Magno. Altri, invece, scesero lungo l’altro versante del monte originando “Palazzolo”, l’odierna Castrocielo. Sulla vetta dell’Asprano, però, rimaneva non solo l’avito maniero, ma anche una chiesetta dedicata a Santa Maria Assunta in Cielo che, come scrive monsignor Rocco Bonanni, “divenne la parrocchiale comune a tutti i casali e ai castellani”.

Una chiesa, due comunità

Foto © Rosalia Di Vito

L’edificio (sottoposto qualche tempo fa a una discutibile opera di restauro) era adagiato in una spianata della montagna, a strapiombo sulla Valle del Liri, perno centrale di una linea fortificata che contemplava, a sud, il maniero di “Castrum Coeli” e, più in basso, verso settentrione, il castello di “Rocca Sicca”. La piccola chiesa di Santa Maria Assunta divenne la parrocchiale di Colle San Magno e di Palazzolo, i due insediamenti abitativi sorti dalla medesima costola.

Il parroco, curiosa circostanza, risiedeva per sei mesi al Colle e per i restanti sei a Palazzolo. E la cosa andò avanti fino al 1850 quando “la parrocchia unica di S. Maria su Castrocielo venne soppressa ed il Colle ebbe il parroco proprio ed un altro Palazzolo; il primo sotto il titolo di S. Magno V. e M. e l’altro di S. Lucia V. e M.”.

L’insolita peculiarità che nel corso dei secoli ha originato parecchie controversie fra le due comunità: nessuna era disposta ad accettare la supremazia, presunta o reale che fosse, dell’altra. Ma proprio quella peculiarità caratterizza, ancora oggi, una cerimonia che si svolge il lunedì di Pasquetta e che coinvolge intimamente i due comuni. Due processioni, seguendo un itinerario distinto, l’una da Colle San Magno, l’altra da Castrocielo, alle prime luci del giorno, s’inerpicano sulla montagna fino a raggiungere la chiesetta di Santa Maria Assunta.

L’incontro ed il bacio

Foto © Rosalia Di Vito

Le statue della Madonna s’incontrano alla confluenza degli opposti sentieri e qui si scambiano un simbolico “bacio” (in effetti si tratta di un inchino), a testimonianza della ritrovata concordia fra le due comunità dopo tanti anni di contrasti e di dissidi.

Subito dopo l’incontro il corteo di Castrocielo abbandona la chiesetta e s’incammina sulla strada del ritorno, cedendo il passo ai fedeli di Colle San Magno che entrano nel luogo sacro fra incessanti rintocchi di campana e un assordante crepitare di mortaretti.

Esaurita la fase liturgica e devozionale, inizia quella laica. Dopo aver partecipato composti e compunti alla santa messa, i fedeli, ai quali si aggiungono in gran numero gitanti provenienti dai paesi limitrofi, restano sulle balze della montagna a “bivaccare”. Aperti i capienti zaini portati a spalla fin dalla mattina con immane fatica, s’inizia a consumare un pranzo pantagruelico, condito di abbondanti libagioni. C’è rimedio anche per chi, poco previdente, si è avventurato sul monte senza le preziose vivande: alcuni venditori, infatti, saliti nottetempo sul santuario, hanno piazzato le loro ceste di vimini stracolme di ciambelle, castagne secche e lupini.

La festa ed i fuochi

Foto © Rosalia Di Vito

La festa, che da religiosa si è trasformata in culinaria, va avanti senza sosta per l’intera giornata. Soltanto con le prime ombre della sera i gitanti, un po’ brilli ma contenti, scendono a fatica dalla montagna accompagnati dalle continue esplosioni dei botti. Per tutto il giorno l’Asprano ha visto sulle sue gobbe scoscese un brulicare frenetico di persone.

Né sono mancati, come da tradizione, suoni, canti e balli. Spesso fra i ritmi più variegati si sentono intonare inni dedicati alla Madonna. Delle vecchie e aspre contese tra le due comunità neanche l’ombra. Anzi, ad onor del vero, qualcosa è sopravvissuto: la competizione appassionata tra i fuochisti ingaggiati dai due comitati cittadini che si contendono, in un crescendo rossiniano di colpi scuri, la vittoria nella gara pirotecnica indetta per l’occasione.

È questo l’unico retaggio delle dispute, a volte feroci, che in passato hanno avvelenato i rapporti tra le due comunità figlie della stessa madre. Adesso, invece, Colle San Magno e Castrocielo, nel nome della loro Madonna sull’alto del monte, hanno ritrovato una definitiva concordia.