Quell’attrazione di Necci per la maggioranza (di F. Ducato)

I due indizi che autorizzano a pensare che sia imminente il passaggio del dottor Necci con la maggioranza che governa Anagni. E le conseguenze sugli equilibri politici.

Franco Ducato

Conte del Piglio (ma non) in Purezza

Tre indizi fanno una prova. È così che si dice di solito, giusto? Allora, se davvero le cose stanno così, ad Anagni bisogna seriamente cominciare a guardare al neo consigliere di minoranza Antonio Necci. Perché se gli indizi (due, al momento) contano qualcosa, manca davvero poco al passaggio in maggioranza del consigliere arrivato in assise dopo l’uscita di Daniele Tasca.

Vediamoli, questi indizi.

Indizio numero uno 

Consiglio comunale dell’aprile scorso, quello dedicato al Bilancio. Nella sua prima apparizione ufficiale da consigliere, Necci sceglie di non prendere parte alla votazione. Con una motivazione impeccabile, almeno formalmente; “sono arrivato da troppo poco tempo per poter avere un quadro preciso della situazione; preferisco non votare”. (leggi qui Necci esordisce all’opposizione con un piacere alla maggioranza).

Può far discutere che un consigliere di minoranza (lo stesso che però, quando era arrivato in maggioranza all’epoca di Bassetta non aveva avuto gli stessi dubbi ed indugi, e si era subito dichiarato indipendente) decida di essere così morbido, ma ci può stare.

È però meno comprensibile quello che accade qualche settimana dopo, in quello che chiameremo ‘indizio numero due’.

Indizio numero due

In questo caso il riferimento è alle polemiche scatenate dall’esposto denuncia firmato dai consiglieri di minoranza contro la permanenza davanti all’ex ospedale del gabbiotto del comitato Adesso Basta. Un esposto in cui i consiglieri fanno presente come il gabbiotto dovesse essere da tempo chiuso. Esprimendo seri dubbi sulla sua utilità.

A firmare sono tutti i consiglieri di minoranza. Anche Necci. Che però, dicono i bene informati, tutta questa voglia di firmare non è che ce l’avesse. E sarebbe anche comprensibile, viste le pubbliche attestazioni di stima fatte dallo stesso Necci nei confronti del comitato. Che, da parte sua, non ha mai negato le sue posizioni vicine a quelle della maggioranza anagnina, tanto da dire (nota del febbraio 2019) “Continuiamo con il Sindaco Natalia”.

Come leggere gli indizi.

Questi gli indizi. Funzionali a capire che tra Necci e la maggioranza tutta questa distanza, in effetti, non c’è. La domanda vera, a questo punto, è: al di là di tutto, un vero e proprio passaggio è imminente?

Alcune fonti interne alla maggioranza giurano di sì. Ed offrono particolari precisi. Dicendo, ad esempio che le trattative sarebbero in corso in questi giorni. E punterebbero, per Necci, ad ottenere un assessorato esterno.

Una richiesta che però, sempre secondo le indiscrezioni che circolano, sarebbe stata respinta al mittente, almeno per ora, dal sindaco Natalia. Il punto d’incontro si potrebbe trovare sulla concessione, a Necci, di una delega consiliare (non un assessorato quindi) alla Sanità. Un modo per certificare l’ingresso in maggioranza dando al dottore un incarico legato alle sue competenze (ed a quelle del suo gruppo, Medici per l’ambiente), senza però modificare gli equilibri si cui si regge tutta la giunta. Equilibri che sembrano piuttosto fragili. 

Già, perché rimangono in piedi almeno altre due questioni; una è quella relativa a Guglielmo Vecchi, di Idea Anagni, che punta sempre all’assessorato al Bilancio, e di cui si dice che non avrebbe accolto benissimo la proposta fatta a Necci (“ma ci poteva pensare prima” sembra sia stata la replica arrivata a Vecchi dalla maggioranza).

L’altra è quella relativa al potere contrattuale acquisito da Fratelli d’Italia con l’arrivo di Gianluigi Ferretti. Per ora solo in Provincia. Ma un ingresso di Ferretti anche nel gruppo di FdI al comune di Anagni costringerebbe, di fatto, il sindaco ad un rimpasto. Nel quale a quel punto, vorrebbe entrare anche Vittorio D’Ercole, vicesindaco leghista.

Un intrico niente male. Che finisce per alimentare tensioni e frizioni. Pare ad esempio, che qualche giorno fa tra Ferretti ed il suo (ex) gruppo di Idea Anagni si sia tenuto un incontro finito a parole (solo parole) grosse. Ma grosse davvero. Mentre sul fronte di FdI, sembra invece che il possibile arrivo nel gruppo consiliare di Ferretti abbia fatto sbottare il volto maschio del partito anagnino. Cioè il buon Riccardo Ambrosetti. Che, dimostrando tutta la sua verve democratica e volta alla condivisione, avrebbe detto “ad Anagni Fdi sono io. E basta”. 

Come si vede, un panorama tranquillo assai.