Quelli che alla Asl non ‘pittano’ i barboncini

Senza Ricevuta di Ritorno. La ‘Raccomandata’ del direttore su un fatto del giorno. C'è chi sui vaccini prova a fare il furbo. E tenta di 'pittare' sulle fiale

Alessio Porcu

Ad majorem Dei gloriam

Anni fa l’ambasciatore l’ambasciatore Petrucci venne destinato alla sede di Teheran: era la Persia dello Scià, non quella di Khomeini. Aveva dovuto raggiungerla in fretta e furia. 

Il suo maggiordomo lo seguì a distanza di alcuni giorni: con bauli, abiti ed anche l’inseparabile barboncino. Che venne fermato alla frontiera e non ci fu modo di farlo passare. 

Il maggiordomo si appellò all’immunità diplomatica, a San Gennaro (era napoletano), a pure a San Ciro  (doveva essere proprio disperato). Alla fine ebbe il lampo di genio: esclamò ‘o pittammo’; intendendo che bastava tingerlo da gatto persiano e la Persia, essendo la patria di quel felino, lo avrebbe fatto passare.

Perché noi siamo questi: quelli che trovano la soluzione, individuano il trucco, hanno pronta un’eccezione, un anziano in casa e pure malato.

Figuriamoci se non trovavamo il modo per fare i furbi pure sui vaccini. Così abbiamo preso gli avanzi delle fiale. Fiala dopo fiala, ne abbiamo composto una dose. E poi… Non le abbiamo vendute, non siamo sciacalli: abbiamo chiamato la mamma, la nonna… Cuore di italiani.

Non a Napoli, Pompei, o Salerno. Ma nella civilissima Modena, patria del culatello, dei tortellini e ora anche delle furbate. 

Indagano i Nas. Intanto alla Asl di Frosinone, per evitare che una cosa del genere potesse accadere, dopo ogni iniezione, nella fiala usata viene iniettato cloruro di sodio. Da sempre, non da oggi.

Perché quelli seri non stanno da una latitudine in poi. E, di certo, stanno  all’Asl di Frosinone: perché noi non o’ pittammo.

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