Quello che De Angelis non può dire. Ma pensa!

Sembrava Pippo Baudo dei bei tempi, mancava solo il parrucchino. Come chi? Francesco? Ah, se non dico il cognome noi del Pd ci confondiamo? De Angelis, De Angelis. Dopo aver letto l’intervista di Maria Spilabotte a L’Inchiesta camminava ad ampie falcate e ripeteva: “Questa l’ho inventata io, l’ho inventata io e come l’ho inventata la distruggo”: è andato su tutte le furie perché la Spilabotte ha detto che sicuramente lui non si candiderà alla Camera visto che favorisce il rinnovamento. Gli ha dato del Matusalemme da rottamare e ha fatto capire che lei a Roma sta lavorando bene per riottenere la candidatura alla Camera. Insomma, De Angelis sarebbe tagliato fuori. Allora lui è sbottato: “Ma cosa crede, che l’essere diventata una star di Dagospia basti per farmi fuori?”.
Un fedelissimo dell’ex europarlamentare, che chiede l’anonimato, è “carico”. La partita delle candidature potrebbe riaprirsi clamorosamente se la riforma del Senato fallisse o se passasse la proposta del presidente dei senatori del Pd Luigi Zanda: “prevedere forme di elezione strutturalmente diretta dei consiglieri regionali, segnalati agli elettori in un listino ad hoc ed esplicitamente candidati a fare i senatori”.
Nell’uno e nell’altro caso Francesco De Angelis sarebbe candidato, al Senato. Alla Camera Francesco Scalia sarebbe capolista e Maria Spilabotte dovrebbe guadagnarsi l’elezione sul campo concorrendo con Nazzareno Pilozzi, Sara Battisti e magari Simone Costanzo. Ma una cosa è certa: De Angelis non la farebbe votare dai suoi.

Questo spiegherebbe l’attivismo della Spilabotte su Roma: forse vuole ottenere la candidatura come capolista in un collegio blindato.

Francesco De Angelis non ne può più, non solo della Spilabotte. Non può dirlo, ma lo pensa: “Il Pd se lo sono preso i democristiani. Noi abbiamo la maggioranza in Ciociaria, ma decidono tutto Renzi e Lotti. E così Francesco Scalia sarà ricandidato come capolista, Antonio Pompeo è stato eletto alla Provincia e punterà alla Regione, Simone Costanzo si è preso la segreteria. Addirittura Lino Diana è presidente del collegio dei probiviri. Sono tutti democristiani: hanno “divorato” le nostre sezioni, le nostre sedi, le nostre feste dell’Unità. Anzi, l’Unità se la sono presa loro. E poi devo pure leggere il tradimento della Spilabotte. Questa l’ho inventata io. Mi sono dovuto accontentare della presidenza dell’Asi e devo ringraziare Marcello Pigliacelli, presidente della Camera di Commercio. Un altro democristiano”.

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