Quello che non vediamo anche se ci cammina al fianco

Spesso camminiamo senza vedere cosa c'è davvero al nostro fianco. Non lo vediamo perché siamo troppo pieni di noi e del nostro io.

Pietro Alviti

Insegnante e Giornalista

Gesù in persona si avvicinò e camminava con loro. Ma i loro occhi erano impediti a riconoscerlo.

Lc 24, 15 -16

C’è un non so che di poetico in questa frase con cui l’evangelista Luca descrive una situazione di palese incapacità di comprendere ciò che accade. Quell’espressione “in persona” indica il grado di stupidità, come diremmo oggi, di quei due ex seguaci di Gesù che se ne tornano a casa, ad Emmaus, secondo la tradizione, dopo la profonda delusione di quei giorni a Gerusalemme.

Soltanto una settimana prima l’avevano visto portato in trionfo per le strade della città santa. Finalmente s’avverava davanti ai loro occhi la speranza di generazioni. Ecco il messia che avrebbe finalmente liberato Israele dalla dominazione romana, che avrebbe ridato dignità alla nazione ebraica, che li avrebbe fatti diventare forti e potenti come al tempo di Re David, che avrebbe sottomesso tutte le altre nazioni.

E invece, soltanto pochi giorni dopo, l’avevano visto tradito, arrestato, abbandonato da tutti, schernito dalla folla, picchiato selvaggiamente, deriso, fino alla morte. Alla morte di croce, la morte per gli ultimi, gli schiavi, i banditi, i farabutti, gli assassini.

Al fianco ma invisibile

Frame dal film The Passion

Quell’uomo aveva un volto così sfigurato che nemmeno più loro, discepoli che l’avevano seguito per anni, sapevano riconoscerlo. L’aveva predetto Isaia parlando del volto sfigurato del figlio di JHWH, tanto diverso da quello che gli uomini vorrebbero fosse Dio: un essere capace di risolvere tutti i problemi, pronto ad intervenire al nostro comando, ad adempiere i nostri desideri…

Ecco la delusione di quei due amici: avevano sperato, avevano creduto nel messia, che poi era finito come tanti altri prima di lui. 

Certo, ci sono delle voci strane, incredibili; ci sono quelle donne che dicono di essere andate al sepolcro, di averlo visto vuoto, ci sono alcuni che dicono di essere corsi anche loro, di aver visto e di credere che sia risorto. Ma sono stupidaggini di donne e di gente che vuole ancora illudersi… E dicono questo mentre Gesù cammina con loro, non lo riconoscono, non sono capaci di vedere al di là del loro buon senso, della convenienza politica, di quella religiosa.

Vogliamo un messia fatto su misura

Foto: Martin Redlin / Pixabay

Eppure hanno visto quello che Gesù aveva detto e fatto, avevano tante volte sentito come i profeti parlavano del messia, la strana descrizione di Isaia, l’asina, non un cavallo, che avrebbe dovuto portarlo in groppa e l’impressionante descrizione del servo portato al macello. Altro che re in trionfo, l’uomo dei dolori, tanto ferito e maltrattato da perdere le stesse fattezze umane… E niente, vogliono un messia come desiderano loro, al loro fianco pronto ad essere il capo che hanno sempre atteso, il leader.  Invece, che delusione!

Ma Gesù, paziente, è lì che li accompagna, riprende da capo, non gli erano bastati tre anni per spiegare, teste dure che non capiscono nulla. Che cosa impedisce ai loro occhi di riconoscerlo?  Che cosa ci impedisce di vedere qual è il vero bene per noi, che cosa ci nasconde la giustizia, che cosa ci oscura tanto la mente da farci pensare che il nostro interesse sia più importante della verità e della giustizia?

In questi giorni, continuiamo a ricevere terribili notizie di corrotti e corruttori anche fra coloro che dovrebbero invece perseguire i reati… È la prova di come il male possa pervadere ogni aspetto della nostra vita e toccare anche le persone che sembrerebbero quelle più al riparo dalle sue minacce… Spesso camminiamo con il bene a fianco e non lo vediamo perché siamo troppo pieni di noi, delle nostre certezze, del nostro io.

(Leggi qui tutte le meditazioni di Pietro Alviti). 

(Foto di copertina: Efes / Pixabay).