Questa di Marinella è una storia vera

La catastrofica deriva nella comunicazione del Governo. In parte dovuta ad un sistema dell'informazione al quale non sta simpatico. Ma in parte è legittimo dire "Ma allora ve la andate a cercare” se invece di andare dai familiari delle vittime di Cutro vanno al karaoke a cantare la canzone di Marinella

Franco Fiorito

Ulisse della Politica

Consideriamo questo un reato universale, questo Governo cercherà gli scafisti lungo tutto il globo terracqueo”. Con queste parole altisonanti degne del ducesco “spezzeremo le reni alla Grecia” la nostra presidente del consiglio Giorgia Meloni ha espresso il concetto clou del proprio discorso nella conferenza stampa a margine del Consiglio dei Ministri straordinario riunito a Cutro, in Calabria, a seguito della tragedia dei migranti.

Che poi a pensarci se non siamo riusciti a trovare Matteo Messina Denaro per decenni in casa nostra non so se saremo in grado di perseguire gente sconosciuta in tutto il globo terraqueo. Oltretutto terraqueo come espressione fa molto più Quark che altro, non intimorisce. Probabilmente ricorreremo all’intuito ed alla bravura del generale Pasquale Angelosanto che ha reso orgogliosa la Ciociaria e l’Italia nella cattura del famoso latitante.

Ha poi aggiunto la premier, annunciando un nuovo decreto con inasprimento delle sanzioni: “La norma principale prevede un aumento delle pene e l’introduzione di una nuova fattispecie di reato relativa a morte e lesioni gravi in conseguenza del traffico di clandestini. Prevede una pena fino a 30 anni di reclusione nel caso muoiano delle persone, come a Cutro. Il reato, aggiunge, sarà perseguito dall’Italia anche se commesso al di fuori dei confini nazionali”. Che poi non si sa esattamente come si possa fare.

Ma la conferenza stampa stessa, al di la dei contenuti appena descritti, è stata molto esplicativa anche sotto il profilo dei modi. E quando modo e contenuto non vanno di pari passo nascono sempre problemi. Èd è questo che brevemente vorrei analizzare sotto questo duplice punto di vista.

Il contenuto

Partiamo dal contenuto. Ecco io trovo che questo modo di creare decreti e nuove leggi in virtù di casi eccezionali appena occorsi e che hanno scosso la pubblica opinione sia quanto di più lontano dai doveri di un buon legislatore.

Eppure è diventata una moda. Non solo della Meloni per carità: nasce da quando l’apparenza ha prevalso sulla sostanza. Da quando l’esigenza di placare gli umori popolari è diventata superiore al dover fare una buona legge che duri nel tempo.

C’è il rave party al telegiornale? Legge sul rave. Un orribile incidente automobilistico turba le coscienze dei cittadini? Legge sull’omicidio stradale. Naufragano poveri migranti disperati? Legge sugli scafisti.

Questo inseguire i temi in base a come te li manda il destino è la base principale per la quale in Italia abbiamo la legislatura più copiosa ed inutile dell’intero universo. Leggi fatte sul momento senza un carattere effettivamente giurisprudenziale che servono solo a dare un messaggio politico e non invece legislativo.

Nomos, questione di serietà

La conferenza stampa del Consiglio dei Ministri a Cutro

Non erano mica così sprovveduti i greci che chiamavano la legge “Nomos” che tradotto vuol dire consuetudine, costume, usanza. Proprio a sottolineare la non emergenzialità della scelta, di individuare una legge proprio per il suo uso continuativo e comune e non in base ed eventi estemporanei.

E la chiamavano nel tempo anche “legge dell’uomo” per distinguerla dalla legge naturale, proprio a identificarne una scelta convenzionale, volontaria, comune, democratica. Non ci arrivarono per caso. Ci misero qualche secolo di conflitti da Dracone a Solone fino ad arrivare a Clistene che istituendo il consiglio dei cinquecento e l’assemblea del popolo pose le basi ideali della legislazione moderna. Da quel momento, la legge, fondamento ed emanazione della democrazia, diventa “legge politica”, diventa Nomos. E quello che i greci avevano capito dal quinto secolo avanti cristo noi non lo applichiamo neanche adesso.

Dunque io aborro questa schizofrenia legislativa schiava degli eventi. E spero che la Meloni si accorga presto di che trappola possa essere e quanti danni potrà fare al proprio governo.

E lo vengo a spiegare parlando del secondo argomento: la forma.

La forma

La premier Giorgia Meloni interviene nella conferenza stampa di Cutro

Ebbene noi non possiamo sostenere che i mezzi di informazione siano in mano alla destra che oggi detiene invece il governo della nazione. Il direttore non ne è convinto e mi cita una serie di testate chiaramente orientate verso il Governo: nessuna di loro però è di dimensione tale da avvicinarsi alle principali che fanno opinione e tendenza. Queste ultime, in Italia ed in molta parte del mondo civilizzato, seguono determinate linee politiche, spesso progressiste, che di volta in volta vengono impostate.

Dunque come non comprendere che l’equazione che prevede il rincorrere gli eventi in auge nella pubblica opinione, quando ci sono fior di professionisti in azione per orientare in maniera diretta e forte la pubblica opinione stessa, sia ovviamente un errore politico esiziale.

Come non capire la sottile ma evidente trappola politica nella quale sta cadendo in continuazione la nostra premier. Pensateci, da quando eletta, grandi scontri in corso ma su cosa: su tutti temi superflui. E con questo non intendo “non importanti” ma non determinanti. Il 41 bis, l’aborto, i migranti, il video postato dello stupro di Piacenza, la figlia al G20, i battibecchi coi francesi, il padre della Meloni, il cognato.

Il karaoke sui morti

E oggi l’ultima: il karaoke alla festa di Salvini subito dopo gli eventi luttuosi di Cutro. Cantando poi la Canzone di Marinella di Fabrizio De Andrè che, ironia del destino, è ispirata alla morte violenta di una giovane calabrese emigrata al nord e trovata uccisa in un fiume.

Ecco su questo si può dare una doppia lettura. Quella già accennata della bravura dei mezzi di comunicazione eterodiretti che non si limitano ad analizzare i casi ma “li creano” letteralmente con la complicità di media e social. Ma anche la lettura che chiameremo: “ma allora ve le andate a cercare”.

Parliamoci chiaro già la scelta di andare a Cutro per tenere il Consiglio dei Ministri è sembrata puramente mediatica. Poi ti produci in una conferenza stampa dove incastrata tra i due vicepresidenti Tajani e Salvini che avevano la stessa reattività ed attenzione di Bernie Sanders nei meme dove siede imbalsamato, uno con lo sguardo perso nel vuoto e l’altro con lo sguardo perso nel tablet, che non ha mollato per tutta la conferenza nemmeno per un secondo. Entrambe con l’espressione degna di Bruce Chatwin nel noto bestseller “Che ci faccio qui?.

Ti impappini in improbabili discussioni sul prima e dopo, poi passi la parola a Piantedosi per delle delucidazioni e quello, che ha la stessa reattività di una pianta succulenta sul balcone, invece di chiarire invita tutti a leggersi il resoconto stenografico della seduta parlamentare. Quanto di più anticomunicativo si possa fare.

Il top di Propaganda

Ma poi il top del top. Arriva l’inviato di Propaganda live che si avvicina e formula la domanda trappolone “ma non andate a salutare i parenti delle vittime”? Che tu capisci subito che vuole intendere “se non andate vuol dire che siete venuti solo a fare scena”. E la Meloni, esausta, che dice con un filo di voce “ma non so, ho finito adesso, se volete andiamo” e poi si ritira su queste parole. Ovviamente non andando a trovare i parenti delle vittime ma producendosi dopo poche ore in uno straziante karaoke alla festa di compleanno del buon Salvini.

Diciamocelo. Si poteva fare peggio? No. C’è una abile regia comunicativa contraria a questo Governo di centro destra? Il direttore dice ‘no, fanno già benissimo tutto da soli’. Io ho un’opinione diversa e dico ‘Si, certamente‘. Ma proprio per questo non bisogna lasciare nulla al caso e procedere con un vero programma di Governo. Perché è legittimo per gli avversari politici orchestrare trappole mediatiche ben congegnate ma è dovere non caderci.

Oltre che, diciamolo con franchezza, sia Salvini che Meloni sono stonati come due campane. Fanno rimpiangere e parecchio il duo delle meraviglie Berlusconi Apicella. Che oltretutto si produceva in allegre e solari canzoni napoletane invece di lugubri ballate del cantautore genovese.

Conferenze a confronto

Analizziamolo serenamente: avete fatto caso che le conferenze stampa della Meloni sono diventate praticamente un plotone di esecuzione? I continui mormorii, a volte i buu le domande perfide e tendenziose, quell’aria di mancanza di rispetto, di mancanza di stima che si percepisce nel giornalismo militante. Nell’atmosfera asfittica di Cutro era ancora più evidente e palpabile.

Le ricordate invece le conferenze stampa di Giuseppe Conte, dove Rocco Casalino dal Grande Fratello filtrava ogni singola parola da chiedere, decideva l‘ordine degli intervenuti, sussurrava domande compiacenti. E quando Conte arrivava dopo ore di ritardo sull’orario fissato tutti gentili a dire ma ci mancherebbe, anzi grazie che ci ha omaggiato della sua luminosa presenza. E le bimbe di Conte! Quanto abbiamo dovuto sopportare.

E che dire delle conferenze di Draghi. Ho visto giornaliste disegnarsi i cuoricini sulle palpebre tipo le alunne di Indiana Jones quando insegnava archeologia. A volte, dopo le dichiarazioni, scoppiavano timidi applausetti di consenso, degni della Corea del Nord. E se le domande uscivano dal consueto appena appena un pochettino, lo stesso Draghi fulminava il giornalista con lo sguardo laser incenerendolo.

Il terreno minato

Ecco allora cara Giorgia Meloni cosa sta accadendo. Ti condurranno sui loro argomenti e ti costringeranno a discussioni sempre più infruttuose. Alla fine quando ti avranno distratta abbastanza arriveranno gli editorialisti di punta a dirti che, in fondo in fondo, ti sei occupata solo di cose superflue ed hai perso di vista i temi generali e veramente importanti. E lì sarà finita. Perché nel frattempo convinceranno di questo anche gli elettori.

Diciamocelo tra di noi, la sensazione per ora è proprio quella di un Governo che non riesce ad alzare il capo oltre la quotidianità. Che è inchiodato sulla quotidianità. Al di la dei dibattiti tra Cospito ed il karaoke stonato dove sono finiti i temi delle grandi riforme? Economia, fisco, giustizia, energia. Qual è la vera strategia del governo?

Sicuramente la Meloni non ci leggerà è troppo impegnata nell’attività di Governo, ma ci sarà speriamo qualcuno nel suo staff in grado di far lo stesso ragionamento che proponiamo e far cambiare al più presto la rotta comunicativa ed istituzionale al Governo, prima che sia troppo tardi.

Che lo faccia la più presto perché non si avveri la profezia del karaoke di Marinellae come tutte le più belle cose, vivesti solo un giorno come le rose”.

Siete autorizzati agli scongiuri, ma la canzone non l’abbiamo scelta noi. Gli interpreti si invece.

(Leggi qui tutti gli articoli di Franco Fiorito).

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