Questa volta turarsi il naso non basta (di A. Porcu)

Foto © Imagoeconomica, Alessia Mastropietro

Ore decisive per il futuro prossimo del Paese. L'appello alla responsabilità. Ed il limite dettato dalla coerenza. Questa volta turarsi il naso non basta

Alessio Porcu

Ad majorem Dei gloriam

Nulla di cui meravigliarsi. La crisi di questi giorni è la conseguenza di un sistema elettorale semi – proporzionale: la sua natura prevede che possa generare maggioranze variabili, a differenza del sistema Maggioritario nel quale viene indicato da subito agli elettori il candidato premier e la coalizione che lo sostiene. Con altrettanta chiarezza va detto che il Partito Democratico non è più il DS – i Democratici di Sinistra: la sua natura prevede una dialettica interna molto più ampia, alleanze interne molto più variabili, un orizzonte più vasto che spazia dalla parte più progressista del cattolicesimo democratico fino alla parte meno ortodossa dell’eurosocialismo. Proprio questo consente che nello stesso tempo, all’interno del Pd possa coesistere l’opzione più utilitaristica renziana e quella più coerente zingarettiana.

Giuseppe Conte

Il Paese ha bisogno di essere governato. L’aumento dell’Iva dovuto al mancato raggiungimento dei traguardi economici concordati con l’Europa che negli anni ha comprato il nostro debito, rischia di essere un banale bicchiere di acqua fresca. Perché non lasciano margini al dubbio gli indicatori economici della Germania, locomotiva dell’economia europea grazie alla cura imposta da Schroeder nello stesso periodo in cui l’Italia scese in piazza contro tutte le analoghe riforme radicali messe a punto da Bersani. Le conferme arrivano in queste ore dagli Usa: ci sono le prime tracce di una possibile recessione. Chi ha voglia di perdere tempo apra ora un dibattito sull’economia globale e mondializzata, su Bildberg e le demoplutocrazie: sappia però che questo è il momento dei fatti e non delle chiacchiere.

Matteo Salvini

Il governo gialloverde è stato un disastro. Per il totale distacco del Movimento 5 Stelle dalla realtà. Per il totale impegno della Lega in una campagna elettorale continua, anziché in un’azione di governo concentrata verso il Paese ed i suoi bisogni. Solo così si possono giustificare provvedimenti folli quanto il Reddito di Cittadinanza che regala soldi per restare a fare niente. O come Quota 100, meritorio tentativo di rivedere un mostruosità come la Legge Fornero che obbliga a lavorare anche 49 anni di fila per ottenere la pensione, ma che non ha prodotto risultati come dimostrano i numeri. Nell’elenco delle follie non è possibile tralasciare la pazzia dell’Ecobonus che sta riversando milioni di euro nelle casse di case automobilistiche straniere per non aspettare un anno e dare tempo ad Fca Fiat Chrysler Automobiles di mettere in listino i suoi modelli hybrid. In questo caso la malafede sta generando il disastro: migliaia di lavoratori sono in cassa integrazione ed il Bilancio dello Stato aveva previsto invece aumentati di produzione, nuove assunzioni, cassa in diminuzione. I conti sono sballati.

Nicola Zingaretti

Una parte del Partito Democratico vuole andare a ‘salvare il Paese’ con le stesse persone che hanno fortemente voluto tutto questo. E tanto altro ancora. Come i provvedimenti che stanno assassinando l’Informazione in questo Paese ed hanno tagliato il futuro ad un’intera generazione di giovani aspiranti giornalisti. Decoro e dignità impongono di non parlare delle Fake News, delle mostruosità su Bibbiano, delle banche salvate ricorrendo agli stessi provvedimenti usati in precedenza dal governo Renzi e messe alla berlina.

Il realismo di Indro Montanelli lo spinse a descrivere tutte le nefandezze della Democrazia Cristiana ma poi, al termine dello stesso articolo, consigliare “Turatevi il naso ma votatela“.

Luigi Di Maio

Oggi c’è chi chiede di fare lo stesso. Per il bene del Paese. Consapevoli che turarsi il naso non sarebbe sufficiente. Perché vorrebbe dire condividere le responsabilità di governo con coloro i quali sono stati responsabili al 50% di tutto ciò che il Pd ha definito per mesi come i peggiori disastri nella storia recente. Se è vero che lo scopo di un Partito è quello di governare il Paese è altrettanto vero che ad ogni cosa c’è un limite. I confini in questo caso si chiamano coerenza e dignità.

A renderli più flessibili è la ragion di Stato, la necessità di dare una rotta al Paese in un momento nel quale non si può permettere indecisioni, soprattutto sullo scenario internazionale.

È proprio questa la scriminante. Se il legittimo governo Lega – Cinque Stelle, fallito alla prova dei fatti, deve essere sostituito da un governo altrettanto legittimo (grazie ai calcoli previsti dal sistema proporzionale) deve avvenire sulla base di un solido programma di prospettiva, capace di assicurare stabilità ad un’Italia che sta per finire in una crisi economica globale. Se invece un governicchio deve essere rimpiazzato da un altro governicchio che deve solo dare il tempo di riorganizzare le fila ed attrezzarsi per le elezioni è meglio il voto.

Sergio Mattarella

Questo Paese è già stato devastato da provvedimenti che non hanno portato una sola fabbrica in più in Italia, non hanno salvato un solo stabilimento in crisi, non hanno portato nulla di ciò che era stato promesso ai lavoratori di Vertenza Frusinate per strappargli il voto, nulla ha generato di quell’Anno fantastico che Giuseppe Conte ci aveva promesso, avvalorando le grida dal balcone degne di una tribuna del San Paolo e non di Palazzo Chigi.

No. Questa volta turarsi il naso non basta.