Questo governo sta annientando il futuro dei giovani (di N. Zingaretti)

Sono i giovani le prime vittime di questo governo. Perché non sta creando opportunità per loro. E per il loro futuro. Nicola Zingaretti spiega il perché.

Nicola Zingaretti

Segretario Nazionale del Partito Democratico

Sono i giovani le prime vittime di questa maggioranza ed è tempo che qualcuno lo cominci a dire con forza, il confronto sulle prossime scelte è ancora avvolto in una nube di veti incrociati e contrapposizioni, ma, purtroppo, la sostanza è questa.

 

L’Italia è il Paese dell’Unione Europea con la più alta percentuale di giovani tra i 20 e i 34 anni, che non lavorano, non studiano e non sono in un percorso di formazione, il 29,5% contro una media Ue del 17% (Neet), è il Paese dove la mobilità intergenerazionale è tra le più basse d’Europa.

Secondo i dati Banca d’Italia oggi la ricchezza media delle famiglie con capofamiglia di 18-34 anni è meno della metà di quella del 1995, mentre quella delle famiglie con capofamiglia con almeno 65 anni è aumentata di circa il 60%.

 

Negli anni della crisi è esplosa la disoccupazione giovanile, nel 2017 più di un giovane su dieci vive in uno stato di povertà assoluta mentre nel 2007 era appena uno su 40.

In moltissimi combattono e vincono, ma la crisi ha distrutto il sogno di milioni di giovani che immaginavano un futuro di benessere e di realizzazione, e invece si sono scontrati con un presente di povertà, precarietà e disoccupazione.

 

In questo quadro le politiche di questo esecutivo, praticate o annunciate per fare propaganda, rinnovano queste condizioni. Non ci sono tracce di investimenti sulla scuola, sull’università, in ricerca o innovazione. Si tagliano, invece, i fondi alle periferie, si prevedono riforme fiscali con vantaggi esclusivamente per le classi agiate, regali osceni ai grandi evasori a danno dei contribuenti regolari, e modifiche della legge Fornero i cui costi si scaricheranno sui lavoratori più giovani.

Il tutto con coperture finanziarie che arrivano dai tagli alla spesa per la protezione sociale e per i servizi e scaricando gli oneri sulle nuove generazioni tramite l’aumento del debito pubblico. Un debito pubblico che aumenterà non perché si prevedono investimenti produttivi in grado di rilanciare il Paese, quindi altre cambiali che pagheranno nel futuro i giovani, o almeno quelli che rimarranno nel nostro Paese.

Non c’è nessun profumo di nuovo dunque in queste politiche ma tanta puzza di un ritorno al passato. Un Governo che non investe sui giovani è un Governo che non investe sul futuro dell’Italia.

 

Non si tratta di contrapporre le generazioni tra di loro. Dobbiamo investire sulle nuove generazioni, sul valore aggiunto delle risorse umane non solo perché giusto, ma anche per salvare l’Italia. Forse è la prima volta, infatti, nella storia che la nuova generazione ha tanto da insegnare a quella precedente dei “padri analogici”. I giovani, “nativi digitali” rappresentano una grande opportunità che dobbiamo valorizzare. Non possiamo permetterci questo spreco di energie e talenti.

 

Ecco perché dobbiamo imporre la presenza di una nuova e diversa questione giovanile come primo punto dell’agenda di Governo del Paese. Una svolta come unico modo per creare una crescita strutturale e sostenibile della nostra comunità. Da qui deve anche partire la ricostruzione di un’identità nuova del PD.

 

Significa favorire l’inserimento dei giovani nel mondo del lavoro anche attraverso investimenti in grado di aumentare la digitalizzazione, la specializzazione e l’intensità di capitale umano qualificato nel nostro sistema produttivo, generando, così, in modo naturale sbocchi lavorativi per i più giovani. Significa rimodulare e aumentare la spesa sociale non pensionistica favorendo misure per contrastare la disoccupazione e il sostegno al reddito nei periodi di transizione tra un lavoro e l’altro. Significa investire in istruzione e formazione, in politiche di sostegno al welfare familiare come gli asili nido o le politiche abitative.

Tutte misure che non suscitano l’interesse, purtroppo, dell’attuale Governo, che parafrasando una famosa citazione, sembra interessato solo alle prossime elezioni, e non alla prossima generazione.

 

Sono convinto, invece, che una efficace e lungimirante azione di Governo debba avere il suo principio ispiratore, non solo in ottica di sostenibilità, in una famosa frase dei nativi americani: “Non abbiamo ereditato questo mondo dai nostri genitori, l’abbiamo preso in prestito dai nostri figli”.

È urgente muoversi se non mettiamo a lavoro questa generazione, ogni giorno che passa siamo più vulnerabili all’idea di un Paese fragile in futuro. Una ragazza su 3 Neet significa che una giovane donna su tre è a rischio di non avere il sostentamento e l’indipendenza per essere madre nel 21esimo secolo.

error: Attenzione: Contenuto protetto da copyright