Qui Ciociaria: matricole, meteore e… vecchi lupi di mare

Non ci sono iniziative politiche che abbiano una prospettiva nazionale o regionale tra tutte quelle messe in campo in questo periodo nella Provincia di Frosinone. Si procede a macchia di leopardo. Navigando a vista. Attenti a non finire sugli scogli. Roba da lupi di mare

Il ritorno di Matteo Renzi rappresenta una pietra tombale sull’ipotesi di accordo di governo tra Pd e Movimento Cinque Stelle. Il voto in Friuli spinge la Lega e il centrodestra. I sondaggi più accreditati danno il pentastellati stabili, il Carroccio oltre il 20% e i Democrat ulteriormente in calo. Come se non bastasse autorevoli addetti ai lavori non escludono che possa essere proprio il “ciociaro” Antonio Tajani il presidente del consiglio incaricato per un governo del presidente, di minoranza, istituzionale o come lo si voglia chiamare. (leggi qui Tajani a Domenica Live: il premier della Provvidenza è pronto)

Un quadro politico nazionale in fibrillazione continua, mentre alla Regione Lazio l’effetto controtendenza di Nicola Zingaretti, grazie all’ intesa con i Cinque Stelle di Roberta Lombardi, promette di rappresentare più di un laboratorio. (leggi qui Intesa Pd – M5S? «Il Lazio può essere il modello»)

In provincia di Frosinone gli effetti di tutta questa situazione faticano a vedersi, nel senso che non ci sono iniziative politiche che abbiano una prospettiva nazionale o regionale. Si procede a macchia di leopardo. Il centrodestra passa da una litigata all’altra, da una crisi all’altra. Adesso il fronte più importante è quello di Cassino: Lega e Fratelli d’Italia non vogliono sentire ragioni dal sindaco Carlo Maria D’Alessandro sui nomi degli assessori. In tutto questo Forza Italia appare perlomeno confusa. Chi dà le carte a Cassino? Mario Abbruzzese? Ma più in generale il Partito deve fare i conti con un momento complicato. Il coordinatore-commissario Adriano Piacentini sta cercando di ricucire ogni tipo di situazione, ma forse è arrivato il momento di una resa dei conti interna per capire chi sta nel Partito e chi no. Nicola Ottaviani, sindaco di Frosinone ed elemento di punta degli “azzurri”, non si sbilancia e il fatto stesso che non abbia smentito il corteggiamento politico serrato della Lega nei suoi confronti è indicativo.

Nel Partito Democratico Francesco De Angelis, da vecchio lupo di mare, ha scelto il silenzio. Intanto per centrare l’obiettivo della conferma come presidente del Consorzio Asi, ma anche perché conosce le dinamiche del partito e sa che il niet di Matteo Renzi verso i Cinque Stelle sarà insuperabile. Quindi, meglio restare allineato e coperto sulla linea di Matteo Orfini.

Antonio Pompeo ha già un doppio fronte: conferma come sindaco di Ferentino e poi come presidente della Provincia. Nel mezzo la guida politica dell’area di Scalia, che ha sempre fatto riferimento a Luca Lotti, il petalo forte del Giglio magico. Quindi, pure in questo caso il silenzio è d’oro. Mentre Simone Costanzo (area Franceschini-Astorre) potrebbe anche provare a indossare i panni del grillo parlante, anche per ritagliarsi un ruolo. Oltre al passo indietro di Francesco Scalia, si registrano le posizioni super defilate di Nazzareno Pilozzi, Maria Spilabotte e Francesca Cerquozzi.

Per quanto riguarda i Cinque Stelle, nessuno squillo di tromba dal trittico formato da Luca Frusone, Ilaria Fontana ed Enrica Segneri. Nella Lega, invece, Francesco Zicchieri tiene tutto sotto controllo e si sta facendo notare. Lavora a fari spenti, ma intensamente, il portavoce provinciale di Fratelli d’Italia Paolo Pulciani.

Alfredo Pallone, leader indiscusso di Noi con l’Italia, sta tessendo la tela con la consueta maestria. Quando si entrerà nel momento cruciale delle candidature alle comunali, allora lascerà il segno. Come Zorro.

Si attende un colpo da Liberi e Uguali e Partito Socialista. Dal 4 marzo scorso… chi li ha visti?

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