Quirinale, Renzi prepara il capolavoro strategico

In un’intervista a La Repubblica suggerisce di riprendere la discussione il 10 gennaio. In realtà sta valutando questo scenario: se Draghi viene sfiduciato dalla sua maggioranza nella corsa al Colle, come potrà poi rimanere a Palazzo Chigi? E allora o si cambia la maggioranza o si rivede la tattica.

Ha battuto lui il primo colpo, come sempre. Per far capire che nella delicata e decisiva partita per l’elezione del presidente della Repubblica, è lui ad essere nelle condizioni di scegliere su quale linea puntare. In un’intervista al quotidiano La Repubblica, Matteo Renzi ha detto: “Nel 2015 scegliemmo Mattarella e non tutta la maggioranza di Governo fu d’accordo: alcuni partiti erano scettici o contrari. Oggi possiamo dire che aver individuato Sergio Mattarella è stato un bene per l’Italia. Ma sette anni fa la maggioranza parlamentare fu diversa dalla maggioranza presidenziale: il Quirinale fa sempre storia a sé”. 

Il pensiero di Matteo

Mario Draghi

Vuol dire che il leader di Italia Viva ipotizza una maggioranza diversa da quella che sostiene il governo Draghi. Però poi afferma: “Suggerisco di abbassare i toni, riporre il pallottoliere e godersi il Natale. Questa discussione va ripresa il 10 gennaio, non prima. Io penso che Draghi sarebbe un ottimo Presidente della Repubblica come penso che sia un ottimo premier. Inserirlo nel calderone dei nomi oggi serve solo a gettare fumogeni. Fino al 24 gennaio lasciamo che Draghi si occupi di terza dose, di Pnrr, di ripresa economica. Poi tutti insieme sceglieremo l’inquilino migliore per il Colle. Parlarne oggi è come discutere dello scudetto ad agosto. Io non partecipo al fantamercato, mi concentro sulle vere priorità”.

Infine, uno sguardo al centrodestra. Dichiara Renzi: “Il patto del Nazareno era un accordo per scrivere – tutti assieme – la Costituzione. Lo rifarei domattina. Le regole si scrivono proprio con chi non la pensa come te. Quanto alla Presidenza della Repubblica, le ribadisco il concetto che vale anche per Berlusconi: non faccio totonomi, spero nel consenso più ampio. Ho letto che Meloni ha chiesto di mandare un patriota al Quirinale. L’immagine mi sembra suggestiva, a me piace. Ma per me patriota è Sergio Mattarella, come Giorgio Napolitano, come Carlo Azeglio Ciampi: noi i patrioti li abbiamo eletti al Colle senza aspettare che si svegliasse Giorgia Meloni”.

Termometro Renzi

Matteo Renzi (Foto: Saverio De Giglio / Imagoeconomica)

Matteo Renzi è il termometro di quello che succederà nel prossimo futuro nella politica italiana. E’ stato così per il Conte bis che passasse dal siluramento di Matteo Salvini. E’ stato così per Mario Draghi a Palazzo Chigi, passato per l’affondamento di Giuseppe Conte. Adesso Matteo Renzi si rende conto che davvero la partita per il Quirinale è incertissima e che quindi servono un piano b, c, d e forse anche e.

Ma c’è una considerazione insuperabile: se la maggioranza che sostiene Mario Draghi dovesse stoppare l’ascesa al Colle di quest’ultimo, è impossibile che l’ex Governatore della Bce possa restare al suo posto come premier. Perché è evidente che in questo caso Draghi sarebbe stato sfiduciato dalla sua stessa maggioranza. Se non dovesse essere appoggiato per il Quirinale, come potrebbe restare a Palazzo Chigi?

Matteo Renzi sta considerando questo tipo di opzione. E siccome è tra quanti non vogliono il voto anticipato, sa che solo Draghi al Quirinale scongiurerebbe davvero un simile scenario.

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