Il raffreddore di stagione che rischia di incendiare la casa (di Mamma Ciociara)

Arriva il cambio della stagione. E con i primi freddi, puntuale, c'è il mal di gola ed il raffreddore per i bimbi. La vera tragedia non è la maratona tra pediatri e farmacie. Ma lasciarli qualche ora soli con papà facocero. Che per poco non incendia casa...

Il diario di Mamma Ciociara

Diario settimanale, molto poco ordinario, di una mamma ciociara in una famiglia ciociara molto poco ordinaria

E alla fine il cambio di stagione affonda anche la mamma ciociara ciociara.

Un repentino calo delle temperature si è insinuato alle finestre e balconi mandando in frantumi un freschetto che ha devastato le ultime difese immunitarie della mamma e del papà.

È bastata una sola notte trascorsa con la finestra aperta per far svegliare entrambi senza voce.

 

Il primo giorno, nessun dolore e la speranza che non venissero colpiti anche i cuccioli. Ma la prole, si sa, inganna. Così, quando al terzo giorno la mamma era ormai sicura di averla scampata, il cambio di stagione era stato avviato e nei cassetti era stata dichiarata l’invasione dei pigiami più caldi, pile e coperte colorate erano spuntate ad ogni angolo della casa, quel colpo di tosse nella notte proveniente dalla culla ha fatto crollare il castello di sabbia e propoli di mamma ciociara.

Il papà: “Cosa vuoi che sia un malanno di stagione“.

La mamma invece, che aveva appena trovato il giusto equilibrio tra scuola, orari, mensa e compiti, sa bene che quel colpo di tosse rappresenta la punta di un iceberg molto grande. E la condurrà a file estenuanti in sala d’attesa di pediatri, luoghi senza tempo affollati di mamme esagitate quasi quanto lei.

 

La mattina dopo del colpo di tosse decide di affrontare il toro prendendolo per le corna e va direttamente dalla pediatra dove trova solo due mamme in attesa. Una delle due particolarmente tondina e dalle forme morbide continua a delirare, con il tono della voce paragonabile a quello del richiamo dei delfini, che la vera colpa delle famiglie di oggi è la totale assenza di pasti cucinati. E sottolinea come a casa sua ci sia cattivo odore e disordine proprio perché lei preferisce cucinare a pranzo e a cena piuttosto che sfamare la famiglia con pasti freddi o acquistati fuori. Un piccolo inconveniente che vale la salute dei suoi figli uno dei quali è seduto accanto a lei e che a soli 11 anni occupa quasi 2 sedie.

 

La segretaria della dottoressa in evidente difficoltà cerca di accennare sorrisi imbarazzati, annuisce ma la situazione non è delle migliori, Quando proprio quella mamma si volta verso la Mamma Ciociara e la rimprovera perché sta consigliando una neomamma di tranquillizzare il suo bimbo di 8 mesi con una goccia di miele o di zucchero sul ciuccio. “Ma che sei pazza?! Potrebbe morire avvelenato! Lo sanno tutti: il miele è mortale per i bambini” .

Inutile, Mamma Ciociara decide di tacere e di combattere questa folle cuoca dell’obesità con totale indifferenza.

 

Il pomeriggio, il passaggio in farmacia per comprare spray gola, sciroppi, caramelle balsamiche e rimedi naturali rappresenta per la mamma un momento più doloroso di quando ha fatto da testimone di nozze alla sua migliore amica lasciando mezzo stipendio in gioielleria.

La cura dei cuccioli rappresenta per mamma Leonessa ciociara obiettivo primario, ma si sa il destino è beffardo e il destino a volte ha le sembianze di papà facocero.

 

Quando venerdì va al lavoro, già prova quell’insolito dolorino alle ossa che anticipa una brutta influenza. Anche papà asserisce di sentirsi poco bene e di non avere troppo appetito: l’anatema è vicino e sta per avverarsi.

Mamma esce per andare in ufficio e avvisa papà “Un altro quarto d’ora poi spegni sul fornello c’è il brodo per questa sera, mi raccomando” papà risponde “Sì ho capito“, la mamma incalza “Devi spegnerlo in tempo, altrimenti le verdure diventeranno una pappina“. E il papà intento a photoshoppare una immagine da inviare sul gruppo Whatsapp del Fantacalcio le urla ” Ho capito. Non sono mica scemo!“.

Mamma va via. Alle 17 la telefonata “Allora è spento il brodo?” cade la linea, il papà richiama dopo 5 minuti “Si è bruciato tutto, anche la pentola e il filtro della cappa. Certo me lo potevi dire che dovevo spegnere il brodo!“.

La mamma ho avvilita al suo rientro a casa sente già sul pianerottolo l’odore di fumo di bisca clandestina, la avvolge. Quando puoi entra in casa sembra di essere a Baghdad, le pareti della cucina sono grigie e sporche, nel lavello un agglomerato di pentola e cibo sono fusi in un’opera d’arte post nucleare. Il papà, dal divano coperto di fazzoletti sporchi dopo decine di soffiate di naso, spara l’ultima cartuccia: “Certo neanche un brodo sai fare più !“.

 

La mamma si ferma si gira intorno decide che se ne parla la mattina dopo perché come diceva Rossella O’Hara “Dopotutto domani è un altro giorno“.