Raggi e Zingaretti litigano ma nei 5 stelle è corto circuito tra Campidoglio e Pisana

Virginia Raggi e Nicola Zingaretti ieri sono arrivati allo scontro: nel Movimento 5 Stelle è cortocircuito. Il Campidoglio non riceve appoggio tattico dal Gruppo grillino in Regione Lazio. Corto Circuito tra Campidoglio e Pisana

Donato Robilotta

già Assessore Affari Istituzionali Regione Lazio

Virginia Raggi e Nicola Zingaretti se le stanno dando di santa ragione sui problemi più spinosi per Roma Capitale. (leggi qui Scontro Raggi vs Zingaretti: niente paura, la tregua con il M5S non è finita) E all’interno del Movimento 5 Stelle va in scena un vero e proprio corto circuito tra Campidoglio e Pisana.

Pare evidente che la formazione del nuovo Governo, che non è quello che Nicola Zingaretti aveva pensato fosse quando ha fatto l’ accordo con i Cinque Stelle in Regione, ha rafforzato Virginia Raggi che ora può alzare la voce nei confronti della Pisana.

Vedremo se si tratta solo di schermaglie o di un vero e proprio scontro che potrebbe cambiare i fragili equilibri del Consiglio Regionale.

Ma veniamo al merito.

Sulla questione dei rifiuti lo scaricabarile tra Regione e Campidoglio è francamente inaccettabile perché ambedue le istituzioni hanno le proprie responsabilità nelle cause dell’emergenza rifiuti.

Zingaretti ha dimenticato che consentì alla giunta Marino di chiudere la discarica di Malagrotta senza aver trovato una discarica alternativa. Non ha mai attuato il piano regionale che prevede un numero di impianti necessari a chiudere il ciclo, tra cui quattro impianti di termovalorizzazione. Gli stesi previsti dal decreto sblocca impianti del Governo Renzi.

Mentre oggi nel Lazio ne funziona solo uno, quello di San Vittore del Lazio, con Zingaretti che chiude quello di Colleferro, di proprietà regionale, mentre cerca impianti nelle altre Regioni e in giro per l’Europa.

La Raggi continua  a parlare di rifiuti zero e di aumento della raccolta differenziata quando oggi gran parte dell’umido prodotto a Roma finisce nel Veneto e i tre impianti di compostaggio programmati sono insufficienti già oggi all’attuale produzione di umido. Inoltre continua a non assumersi le sue responsabilità nell’individuare il sito della discarica di servizio: insieme a Zingaretti  continua dire no al termovalorizzatore a Roma.

Ma sulla questione del trasporto pubblico locale non ho nessuna titubanza a dire che la sindaca di Roma, Virginia Raggi, non ha tutti i torti a polemizzare nei confronti del Presidente Zingaretti perché oggettivamente le decisioni della Regione penalizzano la Capitale.

E’ paradossale che la giunta regionale abbia deliberato la gara per le ferrovie concesse quando durante gli incontri di Zingaretti sia con  la Raggi che con il gruppo dei 5 stelle in Regione, guidato da Roberta Lombardi, era emerso che il trasferimento delle tratte in questione a Roma era una delle questioni basilari per l’accordo in consiglio Regionale.

Così come è grave che, durante la discussone sul bilancio, il Presidente della Regione si sia opposto all’emendamento del centrodestra che prevedeva di dare l’intesa, prevista da uno dei decreti legislativi su Roma, per fare in modo che Roma possa avere accesso diretto alla sua quota del fondo nazionale del trasporto pubblico locale, senza passare per il tramite della Regione.

Anche perché dal 2012 ad oggi la quota di fondo trasferita dalla Regione a Roma ha subito un taglio intorno ai 650 mln di euro, la metà del debito complessivo di Atac.

La Raggi farebbe bene però a indirizzare i suoi strali anche al gruppo del Movimento 5 Stelle in Consiglio Regionale che su quell’emendamento è stato molto tiepido, come se non volesse disturbare il manovratore, e sulla questione delle ferrovie concesse le parole espresse sono sembrate solo una difesa di ufficio.

Mentre il bilancio della Regione è passato grazie all’astensione del Gruppo 5 Stelle.

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