«Grazie Raggi», la controffensiva di Renzi al ritmo di “Nicola stai Sereno”

L’Huffington Post la scrive così: “Una notizia che non attendeva. “Capisco che certe esternazioni giornalistiche possano produrre qualche mal di pancia. Ci sta. Mai però avrei immaginato di essere ripagato in questo modo”. Andrea Mazzillo ha ricevuto il benservito da Virginia Raggi. Al suo posto, come assessore al Bilancio del Comune di Roma, arriva Gianni Lemmetti, fino a ieri impegnato a sistemare le casse di Livorno”.

 

Dunque, ennesimo giro di valzer della giunta capitolina a guida Virginia Raggi. A quattordici mesi dall’insediamento il cantiere è ancora in fase di montaggio: tra cambi, siluramenti, polemiche e gente mandata via dalla sera alla mattina, è complicato tenere il conto numerico.

 

Il bilancio politico invece è disastroso, al punto che si narra che sia Silvio Berlusconi che Matteo Renzi, quando vengono presi dallo sconforto per le difficoltà di arrivare ad una maggioranza autonoma alle ormai prossime elezioni, commentino al cospetto delle rispettive truppe: “Meno male che c’è la giunta Raggi, altrimenti i Cinque Stelle potrebbero aver sfondato già quota 40%”.

 

In realtà le avventure politiche dei Cinque Stelle romani hanno avuto l’effetto della tela di Penelope: disfacendo di notte ciò che si costruiva di giorno.

 

Alessandro Di Battista evita ormai di parlare di Roma, Luigi Di Maio fa sforzi di autocontrollo e poi se la cava dicendo che in realtà si tratta di disastri ereditati dal passato. Vero per carità, ma la Raggi governa ormai da tempo. La situazione di Roma è peggiorata. Quanti la rivoterebbero oggi? Forse meno di quanti americani rivoterebbero Donald Trump.

 

Beppe Grillo e Davide Casaleggio sono consapevoli che il tallone di Achille di Roma può compromettere definitivamente l’ambizione dei Cinque Stelle di andare al governo dell’Italia. L’ultima mossa (Lemmetti al posto di Mazzillo) è stata pensata per cercare di chiudere le maglie.

 

Sempre l’Huffington Post:

“Già un mese fa, Mazzillo dice: “Così si va a sbattere”. Oggi lo ribadisce, anche perché il nodo Atac pesa come un macigno sui conti della Capitale.”Ho detto come la penso sul concordato preventivo che si vuole fare. Nella pancia dell’Atac ci sono 429 milioni di crediti verso il Comune che con il concordato si rischiano di perdere. E questo non è un elemento facilmente digeribile per i conti di Roma Capitale. Si rischia di passare dal commissariamento dell’Atac a quello del Comune”.

 

Il commissariamento del Comune di Roma potrebbe essere l’obiettivo politico degli avversari dei Cinque Stelle e Matteo Renzi è già scatenato al solo pensiero di questa ipotesi. Anche Nicola Zingaretti, perché il presidente della Regione Lazio vede la possibilità di un ridimensionamento dei pentastellati in vista delle regionali.

 

La ripresa dei lavori dopo le ferie è complicatissima per la Raggi: il nodo Atac, quello dei rifiuti, la siccità e la guerra dell’acqua con la Regione Lazio di Zingaretti.

 

Inoltre il Corriere della Sera segnala:

“La gestione ordinaria della città: le migliaia di buche da tappare, la segnaletica orizzontale da rifare in molti quartieri anche centrali, le foglie da spazzare via dai tombini e dalle caditoie prima che il tempo giri a pioggia, e pure un problema con i rifiuti (soprattutto a Roma Nord) a cui porre rimedio in fretta, prima che evolva in emergenza”.

 

Non c’è pace per la Raggi e il Movimento Cinque Stelle è preoccupatissimo: il test elettorale della Sicilia sarà fondamentale, guai se l’effetto Roma dovesse influire.

 

Intanto Nicola Zingaretti valuta il da farsi: elezioni anticipate alle regionali, il che significa scioglimento del consiglio regionale entro il 5 settembre. Il ragionamento di Zingaretti ai vertici Pd è il seguente: “Giochiamo il tutto per tutto subito, per non dare la possibilità a Cinque Stelle e centrodestra di organizzarsi”.

 

Se va bene, nessun problema. Ma se va male, Zingaretti potrebbe chiedere la garanzia di una candidatura blindata al Senato. Matteo Renzi non appare propenso, ma se l’intera operazione dovesse indebolire i Cinque Stelle, allora lo scenario potrebbe cambiare.

 

Meno male che c’è la Raggi”: Renzi ne è convinto. Ed è pronto a dire a Zingaretti: “Nicola, stai sereno”.

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