L’ira di Rampelli: «Senza vergogna, o Perdozzi appoggia Zingaretti o si torna al voto»

La collera di Fabio Rampelli. Contro Sergio Pirozzi ribattezzato "Perdozzi". Ma anche contro i veti di Salvini che gli hanno impedito di candidarsi nel Lazio come governatore contro Zingaretti. "Volevano farlo vincere". E ora...

La candidatura di Sergio Pirozzi? Un delitto perfetto organizzato con Zingaretti. Il sindaco di Amatrice? «Un utile idiota». L’alleanza tra il governatore e ‘Liberi e Uguali‘ fatta solo nel Lazio? Il punto di partenza dopo lo scatafascio fiorentino nel Pd. E poi i ritardi nella scelta del candidato. E finanche la programmazione della fiction su RaiUno con il fratello del governatore. Tutto organizzato per far vincere Nicola Zingaretti: non ha dubbi Fabio Rampelli, capogruppo di Fratelli d’Italia alla Camera dei Deputati e  per alcuni giorni possibile candidato del centrodestra per il governo regionale del Lazio.

 

«Il fratello di Montalbano non ha vinto lo stesso, nonostante in molti si siano prodigati per aiutarlo» dice Rampelli.

 

L’esponente di Fratelli d’Italia, osservando le Regionali del Lazio parla di «un copione che sembrava scritto a perfezione: la candidatura di disturbo dell’utile idiota di Amatrice, vecchio amico di Zingaretti che nel 2013 ritirò all’ultimo momento la sua candidatura al consiglio regionale con Fdi per non disturbarlo. E nel 2018 si candida governatore con una lista civica per disturbare noi… stesso movente».

L’unica alleanza proprio nel Lazio tra Pd e Leu? Studiata per «far ripartire, dopo lo scatafascio di Renzi, la ‘sinistra post fiorentina’».

A seguire i ragionamenti di Fabio Rampelli ci sarebbero anche complici all’interno del Centrodestra. Gli indizi? «La mancata incomprensibile scelta congiunta, ad Arcore, dei candidati governatori sia della Lombardia che del Lazio; il successivo veto di Salvini a un candidato presidente di Fdi o di Fi; l’incomprensibile ulteriore ritardo nella scelta di Stefano Parisi; la scarsa mobilitazione di alcuni partiti del centrodestra al suo fianco».

E poi il ruolo delle televisioni. Con «l’abolizione totale di confronti televisivi che hanno derubricato uno scontro nazionale a vicenda localistica; qualcuno ha perfino fatto notare la coincidenza tra la campagna elettorale e la nuova serie Rai del seguitissimo Commissario Montalbano, con tanto di pubblicità spalmata sul territorio del nome del più bravo tra i Zingaretti… ».

 

La nuova legge elettorale regionale si è rivelata un disastro. La precedente aveva garantito la stabilità a tutti i governi regionali usciti dalle urne. Questa invece non è in grado nemmeno di assicurare una maggioranza. Zingaretti lo aveva profetizzato e per questo non la voleva. Ora si ritrova a governare senza avere una maggioranza (leggi qui Regione, effetto anatra zoppa per Zingaretti. Ecco chi entra). Fabio Rampelli punta il dito sull’anatra zoppa e sottolinea che Zingaretti «Non ha una maggioranza, non può sostenere un governo, a dimostrazione del suo scarso appeal e della conseguente vulnerabilità elettorale. Si sapeva che il centrodestra avrebbe vinto con qualunque candidato e che, in condizioni ordinarie, avrebbe fatto cappotto su tutti i collegi uninominali. Ma forse proprio questo si voleva impedire».

 

Ora si attende l’ufficializzazione dei numeri. E la composizione definitiva del Consiglio Regionale. Nicola Zingaretti ha bisogno dei numeri per governare. Fabio Rampelli dice che «La giostra continua, senza una maggioranza e senza vergogna. Altro che celebrazioni… se ‘Perdozzi’, dopo aver sostenuto Zingaretti, non lo soccorrerà in consiglio regionale, si può iniziare a pensare a un altro election day».

 

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