Referendum contro il taglio dei parlamentari: l’importante è la campagna elettorale

La “folgorazione” della Lega serve ad avvicinare l’appuntamento con le urne, ma i Cinque Stelle reagiscono. In Italia l’unica cosa che conta davvero è votare, senza prospettive di governare sul serio.

Dunque il referendum sulla legge che ha ridotto il numero di parlamentari si farà. Raggiunto e superato il numero di 64 firme al Senato. Grazie all’intervento della Lega, che in Parlamento però aveva votato per diminuire i seggi di deputati e senatori.

Matteo Salvini, leader del Carroccio, ha spiegato la scelta in questa maniera: “Sì. Abbiamo dato un contributo per avvicinare la data delle elezioni, perchè prima va a casa questo Governo di incapaci e meglio è, non per Salvini ma per l’Italia”.

Il ragionamento del Capitano leghista, riportato dall’HuffingtonPost è questo: “Senza referendum la legislatura sarebbe stata blindata, dal momento che alle prossime elezioni si voterebbe per l’elezione di un numero ridotto di parlamentari: con un minor numero di poltrone si riduce anche la possibilità degli attuali parlamentari di essere rieletti. Presentando le firme per il referendum, resta aperta una “finestra” per andare al voto anticipato prima della consultazione: se cadesse il governo durante il periodo di transizione e si andasse alle urne, si eleggerebbe l’attuale numero di parlamentari”. 

Ancora una volta nella politica italiana prevale l’obiettivo immediato, del momento. E per raggiungerlo è tutto permesso, anche cambiare idea a distanza di pochissimi mesi. Tre per essere precisi.

Sarà interessante vedere cosa succederà nel corso della campagna referendaria. Il Movimento Cinque Stelle ha subito attaccato: “Non vediamo l’ora di dare il via alla campagna referendaria per spiegare ai cittadini che ci sono parlamentari che vorrebbero bloccare questo taglio, fermando così il risparmio di circa 300mila euro al giorno per gli italiani che produrrebbe l’eliminazione di 345 poltrone”.

Nel frattempo ci si prepara anche a cambiare la legge elettorale. L’ultimo modello in voga è il Germanicum. Alla fine cambiano i governi, le maggioranze, le stagioni politiche, i protagonisti, tutto. Ma la politica italiana non può fare a meno di rimanere concentrata sull’unica cosa che davvero sa fare: la campagna elettorale. Perché poi il Governo è ben altra cosa.