Referendum e maggioranza, l’ultimatum di Zingaretti

Il segretario Dem si rivolge a Conte e ai Cinque Stelle: “Noi abbiamo deciso un anno fa di procedere al taglio dei parlamentari e parallelamente a fare modifiche regolamentari per rafforzare questo aspetto. Se questo non avviene, non è un problema del Pd che lo ha chiesto, ma di tutta la maggioranza”.

Il taglio di 345 seggi parlamentari proposto dal Referendum, senza una nuova legge elettorale, rischia di determinare diversi problemi sul piano politico, istituzionale, perfino costituzionale.

Il Partito Democratico da tempo ha sollecitato soluzioni che però sono state soltanto promesse e non fatte. Neppure delineate. Nonostante le rassicurazioni di Luigi Di Maio. Inoltre c’è anche un’altra considerazione da fare: in questo modo, con il taglio e basta, il risultato sarà tutto dei Cinque Stelle.

Nicola Zingaretti alla Direzione Pd ©

Nel Pd i malumori non mancano, molti sono orientati per il No. Ad Ascoli Piceno il segretario Dem Nicola Zingaretti ha voluto lanciare un messaggio molto chiaro. Rilevando:  “Faremo fra qualche giorno la Direzione Nazionale del Pd per assumere un orientamento”. (Leggi qui Il coraggio di dire No a questo referendum).

Zingaretti ha anche voluto rinnovare “l’appello alla maggioranza perché il problema non è del Pd, ma della maggioranza che sostiene il governo”. Ha detto: “Noi abbiamo deciso un anno fa di procedere al taglio dei parlamentari e parallelamente a fare modifiche regolamentari per rafforzare questo aspetto. Se questo non avviene, non è un problema del Pd che lo ha chiesto, ma di tutta la maggioranza. E confido che il presidente Conte e l’intera maggioranza capiscano che è un tema da affrontare”.

A me fa piacere francamente che ora nel Paese cresca la consapevolezza del progetto di riforma, avviato con il taglio dei parlamentari, che coincida anche con una difesa delle istituzioni democratiche; questo è il nostro assillo e lo dico perché io stavo ai tavoli ad agosto dell’anno scorso quando si faceva un programma di Governo“.

LIIGI DI MAIO

Dunque, i confini delimitati da Nicola Zingaretti sono quelli della maggioranza. La sostanza del ragionamento è che il Pd non potrà consentire ulteriori operazioni politiche del genere ai Cinque Stelle. Intanto perché sarebbe soltanto il Movimento a cavalcare l’onda populista, incassando quindi un risultato politico.

Ma c’è anche la considerazione di dover difendere un impianto costituzionale che non può essere smantellato a macchia di leopardo.