Regionali, Astorre: «Alessio D’Amato è il candidato del Pd»

Il Pd scioglie le riserve dopo un vertice al Nazareno: “D'Amato è il candidato del Pd per il dopo Zingaretti”. Calenda: "Lo appoggiamo senza primarie”. Boschi: "Noi ci siamo”. Il pienone al Brancaccio. Il tema del termovalorizzatore sarà centrale

L’erede di Nicola Zingaretti è Alessio D’Amato: il Partito Democratico ha annunciato la sua decisione pochi minuti dopo l’uscita di scena del Governatore che per dieci anni ha guidato il Lazio. È il Segretario Regionale Bruno Astorre a rendere ufficiale la linea del Pd: lo fa dal Brancaccio durante l’iniziativa organizzata dall’assessore per parlare di questa lunga e difficile legislatura.

«Martedì ci sarà la Direzione regionale. Con la coalizione si deciderà se fare le primarie o meno. Alessio D’Amato è il candidato del Pd ed ha la preferenza esplicita di Calenda».

Il vertice al Nazareno

Enrico Letta (Foto: Carlo Lannutti © Imagoeconomica)

La svolta c’è stata nel primo pomeriggio. Quando il Segretario nazionale Enrico Letta ha riunito al Nazareno i vertici del Pd per fare il punto sulle Regionali, in particolare sul Lazio. Alla riunione c’erano Bruno Astorre, il sindaco di Roma Roberto Gualtieri e il responsabile Enti locali del Pd Francesco Boccia.

Non c’è stato bisogno di molte discussioni. Perché nei giorni scorsi a spianare la strada era stato Daniele Leodori, il vicepresidente in carica che le Province ed i Comuni più grandi erano pronti a sostenere. È stato lui a fare un passo di lato: dicendo che in assenza di un Modello Lazio anche alle urne ritirava la sua disponibilità a guidare la coalizione. Il Modello Lazio è la più grande coalizione progressista che si sia vista dai tempi dell’Ulivo: l’hanno costruita nel Lazio Leodori ed il coordinatore della maggioranza Mauro Buschini. È lo schema che ha guidato il Lazio in questi anni.

Le parole di Giuseppe Conte in queste settimane hanno messo fino ad ogni possibilità di riproporre quel Modello: il Movimento 5 Stelle punta a ripetere nelle Regionali del Lazio il risultato ottenuto alle Politiche di fine settembre. A fare ancora meglio. Superando il Pd nelle province ed impedendogli di eleggere i suoi Consiglieri.

La risposta gli è arrivata a stretto giro. Con due colpi di fioretto assestati ieri da Nicola Zingaretti durante il suo testamento politico di dieci anni da Governatore. È l’ultimo ponte rimasto in piedi fino a quel momento. (leggi qui: Zingaretti: «Le dimissioni domani, ho servito la Costituzione»).

D’Amato: Sono in campo

Alessio D’Amato

Al Brancaccio ci sono tutti i centristi e buona parte del Partito Democratico. In prima fila c’è il leader di Azione Carlo Calenda, a poche poltrone da lui siedono i colonnelli di Matteo Renzi Maria Elena Boschi e Luciano Nobili. Si riconosce subito la barba bianca del sindaco di Fiumicino ed ex vice governatore del Lazio Esterino Montino con la moglie Monica Cirinnà. Ma anche la chioma canuta del senatore Luigi Zanda che è elemento storico dei Dem. E ancora Walter Verini e l’ex ministro Livia Turco.

In platea siede anche l’ex sindaco grillino di Parma Federico Pizzarotti, l’eretico dei 5 Stelle che si ricandidò senza la benedizione del Partito e vinse le elezioni. Per il Pd c’è il responsabile Enti Locali Francesco Boccia, c’è il segnale forte di Enrico Letta con la presenza del suo ‘braccio destro’ Marco Meloni.

C’è il pienone al Brancaccio quando arriva Alessio D’Amato. Lo accoglie una selva di microfoni: gli chiedono se è ancora disposto a partecipare alle Primarie. «Io le primarie le ho chieste in tempi non sospetti, ma questo è un tema sul quale dovranno decidere le forze del perimetro della coalizione. Adesso le forze politiche devono decidere tempi e modi. Io ci sono».

Insistono, incalzano. È in campo? «Io do la mia disponibilità a candidarmi a partire dal mio Partito e dall’intera coalizione del centrosinistra che l’ultima volta ha vinto le elezioni regionali».

Calenda: D’Amato si, Primarie no

Carlo Calenda (Foto: Andrea Panegrossi / Imagoeconomica)

A tagliare la testa al toro scende in campo Carlo Calenda. Va lui a dire a telecamere e microfoni «Noi non partecipiamo alle primarie, se lo vogliono fare le facciano. D’Amato non è del Terzo Polo, è del Pd. Ma come per Moratti, le persone si valutano dalle cose che fanno e D’Amato e Moratti sono stati ottimi assessori alla Sanità. Spero che D’Amato sia il candidato nel Lazio».

C’è però il tema delle alleanze. Nel loro campo potrebbero esserci anche Sinistra Italiana e Verdi. Che ieri avevano detto di ritenersi liberi da vincoli qualora non si ricomponesse il Modello Lazio. Hanno mandato chiari segnali a Giuseppe Conte spiegando che sul tema del termovalorizzatore a Roma sono più in sontonia con i 5 Stelle che con Azione.

Carlo Calenda taglia corto. «Alleanza con Verdi e Si nel Lazio? L’importante è che il candidato abbia chiaro che bisogna aiutare Gualtieri a fare il termovalorizzatore. Se i partiti si alleano e la pensano in modo contrario è un problema per loro, innanzitutto».

Anche i renziani dicono si

Maria Elena Boschi (Foto: Alessia Mastropietro © Imagoeconomica)

Sulla candidatura di Alessio D’Amato ci sta anche Italia Viva. Lo certifica Maria Elena Boschi. Per lei e per il suo Partito la questione è chiara: «Il Terzo Polo ha proposto due candidature forti e autorevoli, sia nel Lazio sia in Lombardia, per battere il centrodestra. Ora aspettiamo di capire dal Pd cosa vuole fare per i nomi, ma soprattutto per il programma“.

Niente tentennamenti, nessuna ambiguità: il tema è il termovalorizzatore che Roberto Gualtieri ha scelto di fare per mettere Roma al passo con le grandi capitali europee. E liberare la Capitale dai rifiuti, usandoli per produrre energia elettrica ed acqua calda. «Un accordo si costruisce sulla proposta per i cittadini e su cosa vogliamo fare per questa regione. Noi abbiamo fatto proposte serie, una su tutte il termovalorizzatore, su cui noi abbiamo investito molto per la città e i romani. Ma che è stato l’alibi e il pretesto su cui il movimento 5stelle ha mandato a casa Draghi. Per fare un accordo serio dobbiamo essere netti nelle proposte ai cittadini».

Lo stesso assessore alla Sanità esce allo scoperto: «Il termovalorizzatore? Ribadisco quello che ha detto Roberto Gualtieri, presentando il rapporto alla città. Sono pienamente d’accordo con il Sindaco».

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