Regione, il centrodestra aspetta il si di Cremonesi

Dietro al rinvio del tavolo del Centrodestra per le Regionali del Lazio c'è Giancarlo Cremonesi, il potentissimo manager ex Acer, ex Acea, ex Infocamere e Camera di Commercio. Sta riflettendo sulla proposta di Berlusconi

C’è Giancarlo Cremonesi nel mirino di Antonio Tajani: è il bersaglio grande da raggiungere per affidargli la guida del centrodestra alle prossime elezioni Regionali del Lazio.

 

La telefonata l’ha fatta Silvio Berlusconi per gli auguri di Natale. Gli ha chiesto la disponibilità a scendere in campo. E Cremonesi non ha risposto no. Ma ha chiesto qualche giorno per riflettere.

 

Settant’anni, manager espertissimo di bilanci e di politica, ha guidato nel Lazio le aziende più complesse per entrambi gli aspetti. E la richiesta di un po’ di tempo per pensare pare sia concentrata proprio sulle questioni di lavoro che il manager dovrebbe trascurare per entrare in politica.

 

Infatti da poco più di un anno (22 dicembre 2016) Giancarlo Cremonesi è il presidente di Sorgente Rem, societa’ del gruppo Sorgente specializzata nella gestione tecnico-amministrativa e di valorizzazione del patrimonio immobiliare. Gestisce oltre 200 immobili per un valore di 2,2 miliardi di euro.

 

In precedenza era stato per sei anni il potentissimo presidente del Consiglio d’Amministrazione di Acea; messo da parte con un blitz del sindaco Ignazio Marino era stato poi risarcito su ordine del tribunale con 839mila euro per ‘rimozione senza giusta causa’.

 

Conosce il mondo delle imprese, quelle che a Roma contano: è stato presidente dell’Acer, l’influente associazione dei costruttori romani.

 

Gli intrighi e gli scontri politici li ha conosciuti bene anche negli anni in cui ha governato la Camera di Commercio di Roma. Era stato eletto nel settembre 2010 come espressione di Confindustria e sostenuto anche dai voti delle Piccole e Medie Imprese. L’accordo per la sua elezione prevedeva le dimissioni una volta giunto a metà mandato per cedere il testimone a Lorenzo Tagliavanti, espressione della Confederazione Nazionale dell’Artigianato.

 

Arrivato novembre del 2013 ha rifiutato di dimettersi: Cremonesi e Confindustria hanno accusato le Pmi di non avere mantenuto fede agli altri punti di quell’accordo. Ne è nato un braccio di ferro, durante il quale Cremonesi ha mantenuto la presidenza pur essendo in netta minoranza sia in Consiglio che in Giunta. La questione si è risolta solo quando il Consiglio Camerale ha modificato appositamente lo Statuto, introducendo la possibilità di sfiduciare il presidente.

 

Dal 2013 al 2015 ha guidato Infocamere, la società che gestisce il patrimonio informativo delle Camere di Commercio.; Infocamere in quel tempo aveva un valore della produzione di 98,1 milioni di euro ed un Margine Operativo Lordo attestato a 10,2 milioni di euro.

 

Le dimensioni di un’azienda’ come la Regione Lazio non lo spaventano. Tantomeno la maggioranza che andrebbe a gestire o lo scontro con le opposizioni. L’unica domanda è  se ne valga la pena: solo per questo ha chiesto un po’ per pensarci. Fino alla settimana prossima.

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