Regionali: D’Amato prova ad allargare il campo. Ma costa troppo

Via agli incontri di Alessio D'Amato per allargare la coalizione Progressista. Ma la svolta passa per il confronto con il M5S. I rosso-verdi potrebbero allearsi con loro. A destra anche Salvini sollecita l'indicazione del candidato

Niente sconti e prezzi alti: il tariffario minimo per sedersi al tavolo e parlare di un’alleanza, la sinistra ambientalista lo ha esibito subito. Lo ha fatto nel primo incontro diretto con l’assessore alla Sanità Alessio D’Amato, il candidato proposto dal Pd alla coalizione che si prepara alle elezioni Regionali di febbraio. Il biglietto da pagare: allargare l’alleanza al Movimento 5 Stelle e trovare una modalità per fermare la costruzione del termovalorizzatore di Roma.

Nel centrodestra intanto monta l’insofferenza. Matteo Salvini ha chiesto agli alleati di partire il prima possibile «perché c’è una terra straordinaria, con potenzialità straordinarie che negli ultimi anni non sono state espresse». Mercoledì era sceso in campo Maurizio Gasparri anche lui sollecitando a fare presto nell’indicazione del candidato Governatore. Ed a non dimenticare che occorre una figura ben nota su Roma; chiaro il dubbio sollevato sull’ipotesi di schierare il parlamentare Ue Nicola Procaccini che è di Terracina.

Il prezzo dell’alleanza

Alessio D’Amato

L’incontro tra Alessio D’Amato e la sinistra ambientalista è avvenuto ieri pomeriggio. Lo hanno messo al corrente del fatto che stanno lavorando per costruire un tavolo nazionale e regionale con il Movimento 5 Stelle. Intendono farlo insieme a tutte le anime del centrosinistra del Lazio che mercoledì si sono sedute al tavolo con il Pd ed hanno comunicato al Segretario regionale Bruno Astorre la loro volontà di aprire un dialogo col Movimento.

La richiesta minima per continuare a parlare con Alessio D’Amato è quella di allargare l’alleanza al Movimento 5 Stelle e trovare una modo per fermare la costruzione del termovalorizzatore di Roma voluto dal sindaco Roberto Gualtieri. Poi ci sono le altre questioni. Prima però occorre soddisfare la premessa.

E Alessio D’Amato non è andato impreparato. Allargare l’alleanza? Si, al punto che è intenzionato ad incontrare Giuseppe Conte per capire cosa intenda fare. Fermare il termovalorizzatore? L’assessore è apparso dubbioso sulla possibilità di fermare l’iter o addirittura tornare indietro. Soprattutto perché la questione non è più nelle mani della Regione e tantomeno della politica: il Governo Conte ha dotato il sindaco Roberto Gualtieri dei poteri da Commissario di Governo. Il che riduce a zero ogni margine di trattativa.

Agenda fitta

Giuseppe Conte

La Sinistra ecologista deciderà con chi schierarsi alle Regionali solo dopo avere ricevuto le risposte sia dal fonte del M5S sia dal fronte di D’Amato.

Nel frattempo, il candidato Governatore ha già incontrato Articolo 1, Demos e +Europa. Conta di chiudere il primo giro di orizzonte già la settimana prossima. Ma l’impressione è che tutto resti collegato alla posizione del Movimento 5 Stelle. Perché i numeri sviluppati subito dopo le Politiche dal senatore Bruno Astorre parlano chiaro: l’alleanza Progressista che finora ha governato con Zingaretti può contare sul 49,5% dei voti. Il Lazio è una regione contendibile alle destre ma a patto di presentarsi uniti.

Il tempo a disposizione però non è molto. La data delle elezioni è il 12 febbraio a meno che il Governo non decida di decretare un Election day. Il M5S ha mandato nei giorni scorsi dei chiari segnali di apertura chiedendo delle risposte, il senatore Astorre ha detto che le risposte stanno nella bozza di programma già messo a punto proprio con il Movimento, prima della crisi di Governo e delle elezioni.

Dalla posizione dei Cinque Stelle dipenderà quella dei rosso – verdi. Infatti, al tavolo di mercoledì nessuna delle componenti ha appoggiato la candidatura D’Amato. Chiarendo che il problema non sta sul nome bensì sul fatto che sia espressione di una dinamica Pd – Azione – Italia Viva.

Il nodo non è il termovalorizzatore

A dividere Pd – Azione – Iv da M5S e blocco rosso – verde non è solo il termovalorizzatore. C’è molto di più e molto più impegnativo. Un elemento su tutti il nucleare: Calenda è favorevole al suo ritorno in Italia dopo il blocco deciso anni fa con un referendum ma pentastellati e rossoverdi sono contrari in maniera assoluta. O la Roma – Latina: per i Cinque Stelle è una scelta già superata perché ci si sposterà sempre meno in macchina. Insomma, l’impressione è che la posta sul tavolo rischi di essere troppo alta perché D’Amato sia in grado di poter dire “Vedo“.

Senza contare che c’è il rischio di innescare una variabile con l’incontro D’Amato – M5S. Se l’assessore riuscisse a trovare un terreno comune con i grillini, nulla vieterebbe che chiedano un nome diverso come candidato Governatore. Un nome di sintesi. Oppure le Primarie. Alle quali il Terzo Polo ha già detto che non parteciperà perché per loro il candidato è D’Amato e nessun altro.

Il nome di sintesi che nessuno vuole fare potrebbe essere quello di Massimiliano Smeriglio: già braccio destro di Nicola Zingaretti ed architetto della sua Piazza Grande prima di lasciare l’amministrazione per tornare alla politica e fare l’eurodeputato. Ha consensi trasversali, un importante canale di dialogo con Giuseppe Conte e Carlo Calenda. Ma ha già detto che non intende partecipare alle Primarie. 

Salvini sollecita

Giorgia Meloni al G20 di Bali

Il limite di Smeriglio è che la sua candidatura avrebbe un valore molto più politico rispetto a quella di D’Amato. Che invece viene visto più per il suo ruolo di amministratore e per il lavoro che ha fatto nella lotta al Covid.

Intanto nel centrodestra si attende che Giorgia Meloni metta mano alla questione Lazio. Lo farà ora che è rientrata dal G20 di Bali. Decidendo tra il suo ex portavoce al Ministero Nicola Procaccini oggi deputato Ue, l’onorevole Fabio Rampelli della minoranza interna, il presidente Francesco Rocca della Croce Rossa.

«A me interessa partire il prima possibile – dice Matteo Salvini – perché c’è una terra straordinaria con potenzialità straordinarie che negli ultimi anni non sono state espresse al massimo. Penso che il centrodestra abbia idee, donne e uomini in grado di far correre la Regione Lazio. Noi siamo pronti, le liste della Lega sono sostanzialmente già pronte, manca il piccolo particolare del nome del candidato presidente. Spero che venga fatto il prima possibile».