Regionali e proporzionale, il doppio fronte di Forza Italia

L’esito del referendum conterà fino ad un certo punto. Gli “azzurri” si giocano tutto in Puglia e nelle Marche. Poi si penserà alla legge elettorale proporzionale.

Poco prima di essere ricoverato al San Raffaele per il Covid, il leader e fondatore di Forza Italia Silvio Berlusconi aveva dettato la linea sul referendum relativo al taglio di 345 seggi parlamentari.

In questo modo: “Sono personalmente molto perplesso. Io sto ancora riflettendo sul mio voto, fermo restando l’assoluta libertà per i nostri militanti e per i nostri eletti» aveva detto intervenedo come ospite di “Agorà Estate” su Raitre.

Silvio Berlusconi © Imagoeconomica

Aggiungendo: « Il taglio dei parlamentari è una scelta che noi avevamo già adottato fin dal 2005 con la nostra riforma costituzionale, che poi però è stata cancellata dalla sinistra. In questo caso però è un taglio, come dire, russo. Che non si inquadra in una riforma complessiva del funzionamento delle istituzioni e che avrà come probabile effetto una riduzione degli spazi di democrazia con delle Regioni che non potranno essere rappresentate in Parlamento da parlamentari dei Partiti della minoranza. Ed anche per questo io sto ancora riflettendo”.

Il futuro di Forza Italia su due livelli

Ma non è sul referendum che si giocherà il futuro di Forza Italia. Bensì su due livelli: le regionali e la successiva legge elettorale. Gli “azzurri” puntano ad essere decisivi per una eventuale vittoria del centrodestra in Puglia e nelle Marche. Considerando che in Veneto Luca Zaia va come un rullo compressore. In Campania Stefano Caldoro dovrebbe compiere un miracolo per battere Vincenzo De Luca, ma in Puglia e nelle Marche il ruolo degli “azzurri” può rivelarsi fondamentale. (Leggi qui Tajani asfalta i Cinque Stelle, Berlusconi sogna la Democrazia Cristiana).

Il taglio dei Parlamentari

Naturalmente c’è la Toscana, dove però il centrosinistra resta comunque in vantaggio nei sondaggi. Se Forza Italia riesce  a dimostrare agli alleati della Lega e di Fratelli d’Italia che nei centri e nelle regioni più piccole ha un consenso radicato, allora tutto questo potrà pesare successivamente. Alle politiche.

E qui si arriva alla legge elettorale. Silvio Berlusconi vuole il proporzionale, con una soglia di sbarramento accettabile. Nell’ambito di un sistema proporzionale può evidenziare il ruolo e il peso del suo Partito. E inoltre in Parlamento (dove nasceranno e moriranno i Governi) avrà un margine di azione enorme.

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