Regionali, gli scenari possibili che allarmano Conte e anche Zingaretti

Se il centrodestra vince 4-2 sicuro un rimpasto di Governo. Ma se finisce 5-1 (con la sconfitta in Toscana) allora o si va ad elezioni politiche anticipate o arriva Mario Draghi. I Cinque Stelle sono fuori gioco ovunque, ma resteranno ai loro posti.

Nel Transatlantico parlamentare si ragiona su tre possibili scenari, nessuno dei quali prevede una vittoria della coalizione di Governo alle Regionali. La prima ipotesi, quella più gettonata per la verità, prevede un 4-2 per il centrodestra, che si confermerebbe in Veneto (Luca Zaia) e Liguria (Giovanni Toti), conquistando la Puglia (Raffaele Fitto) e le Marche (Francesco Acquaroli). Mentre i Democrat si confermerebbero in Campania (Vincenzo De Luca) e Toscana (Eugenio Giani).

Poi c’è l’ipotesi peggiore per Pd e Cinque Stelle, vale a dire il 5-1 per il centrodestra, che passerebbe dalla vittoria in Toscana di Susanna Ceccardi (Lega). Teniamo presente che la Toscana vale 10 per il Pd: è un simbolo culturale e politico, oltre che una roccaforte elettorale. (Leggi qui Sondaggio Swg: Centrodestra con il vento in poppa).

Il Transatlantico di Montecitorio. Foto © Daniele Scudieri / Imagoeconomica

C’è pure la possibilità del 3-3 e in queste ultime ore un sondaggio sulle Regionali in Puglia la alimenta, perché Raffaele Fitto è sì in vantaggio su Michele Emiliano, ma non di tantissimo. La partita è aperta.

La situazione di partenza è di 4-2 a favore del Pd, che al momento governa Toscana, Campania, Puglia e Marche.  Nicola Zingaretti è preoccupato da tante cose, perché sembra essere l’unico a rendersi conto che in gioco c’è tutto: dal Governo nazionale alle future alleanze. Perfino la fisionomia del Pd.

Nel caso di pareggio (3-3) non succederebbe nulla, anzi il Governo Conte ne uscirebbe rafforzato pur mantenendo tutte le contraddizioni. Il 4-2 per il centrodestra comporterebbe un rimpasto notevole che aprirebbe la strada a numerose variabili.

Il 5-1 alla Regionali potrebbe rappresentare il game over e l’avvio di una fase diversa destinata a concludersi probabilmente con le dimissioni di Giuseppe Conte e l’apertura di uno scenario diverso. A quel punto l’arrivo di un tecnico a Palazzo Chigi potrebbe essere la soluzione. Ma in questo momento crescono anche le possibilità di elezioni anticipate nel caso finisse 5-1 per Matteo Salvini, Giorgia Meloni e Silvio Berlusconi.

Luigi Di Maio. Foto © Sergio Oliverio / Imagoeconomica

In ogni caso però, comunque vada a finire, un dato è già certo: i Cinque Stelle non sono in corsa per governare nessuna regione e i loro candidati potrebbero determinare la sconfitta del Pd in alcune partite chiave.

L’appello di Giuseppe Conte di un’alleanza, soprattutto in Puglia e nelle Marche, è caduto nel vuoto. Luigi Di Maio si concentrerà solo sull’esito (scontato) del referendum che taglia 345 seggi parlamentari. I Cinque Stelle resteranno fermi sulle loro posizioni. Al Governo.