Regionali, il rischio per la sinistra di restare a guardare

Al di là dei sondaggi: la sinistra rischia di restare a guardare queste elezioni regionali. Perché lo scenario vede un Coletta che non ha generato colettismo. Grandi individualità come Ciolfi e Campagna: ma anche qui non è passo collettivo bensì personale. Nel Pd avere o non avere in lista Enrico Forte conta. E non poco

Lidano Grassucci

Direttore Responsabile di Fatto a Latina

Cinque settimane: tra 36 giorni si vota per eleggere il nuovo presidente della Regione Lazio ed il nuovo Consiglio regionale. I sondaggi di questi giorni dicono con chiarezza: è una sfida che, per troppi aspetti, appare scontata. Anche se la politica non fa sconti e il prezzo lo farà solo il voto.

A Latina, in questa tornata,  pare di essere tornati a prima dell’avvento di Damiano Coletta sulla scena politica. Prima che questo medico né di destra, né di sinistra, né grillino lanciasse la sua sfida ad un sistema ormai ammuffito. Perché Coletta aveva dimostrato che il centrodestra non era il tutto della politica pontina: era invece qualche cosa anche se grossa. Insomma si poteva battere.

Coletta non genera colettismo

Damiano Coletta

Ora invece? Coletta non ha prodotto colettismo. Cioè nei suoi anni di governo a Latina con la civica Lbc (Latina Bene Comune) non si è sviluppata né una classe dirigente né un movimento di opinione capaci di fronteggiare alla pari un sistema dei Partiti tutt’altro che risorto. Non si può parlate di colettismo nonostante l’ambizione di Valeria Campagna, la consigliera comunale emersa in questi anni proprio dalla fucina di Coletta e che corre ora per la lista del presidente Alessio D’AmatoMa una rondine non fa primavera e il 12 febbraio gela ancora. (Leggi qui: Valeria Campagna, la Elly Schlein in versione pontina)

C’è anche Maria Grazia Ciolfi con il Movimento 5 stelle: pure lei viene da quell’area nella quale ha preso corpo e sostanza Damiano Coletta. Non è rimasta a guardare. Nella giornata di ieri Maria Grazia Ciolfi ha dominato le Regionarie on line conquistando a mani basse la candidatura in Regione. Ma anche qui non è un passo collettivo ma personale. (Leggi qui: Regionali: nel M5S Marcelli resiste a Segneri. Ciolfi dilaga).

Coletta e la sua esperienza, ma vale anche per Aprilia con Tonino Terra, non si traducono in consenso fuori dal contesto comunale. E anche qui con grande difficoltà.

Il Pd nella fase più difficile

Salvatore La Penna ed Enrico Forte

Ed il Partito Democratico? È la sua eterna fase più difficile: un confronto interno in corso a livello nazionale, sondaggi contrari, la percezione degli elettori come una opzione non competitiva nel giro.

Certo parte da due Consiglieri regionali uscenti e un assessore: Salvatore La Penna ed Enrico Forte sono in Consiglio regionale ma il secondo non gioca in prima persona (è al secondo mandato ed ha scelto di saltare il giro). E giocare in seconda battuta non ha lo stesso peso.

C’è o non c’è Enrico Forte in lista a Latina città non è esattamente come bere un bicchiere d’acqua: è un pezzo della città moderata che guarda a sinistra, quella parte della comunità che della DC egemone del secolo scorso ha determinato scelte sociali che ne hanno cambiato il volto. È uno che era giovanissimo assessore comunale Dc in predicato di fare il sindaco.

Averlo in lista e non averlo conta, e aggiunge conti.

Così si resta a guardare

Enrica Onorati (Foto: Stefano Carofei © Imagoeconomica)

Ma questo è: si gioca nel campo di battaglia che sceglie la guerra e non il generale. Certo Salvatore La Penna ha investito nel Partito e nel consenso diffuso in tutta la provincia, ha la consapevolezza della portata dello scontro, è radicato. Ma sa che il nodo è il quorum per ottenere il seggio.

Gli altri candidati in lista dall’assessore regionale all’agricoltura Enrica Onorati alla presidente del parco Riviera di Ulisse Carmela Cassetta, al giovane Francesco Pannone (o verrà sostituito da Nazzareno Ranaldi)  di Latina a Matteo Marcaccio da Minturno cercheranno di allargare il voto di opinione. Per Aprilia è in campo Gloria Mastrocicco, con voto di sostegno personale. (Leggi qui: Assalto al Pd: via alle Opa ostili).

Il Pd ora deve giocarsi questa carta in una fase in cui il tradizionale voto di opinione è incerto. Ma il rischio di tornare al preColetta è reale: con una sinistra che, come le stelle di Archibald Joseph Cronin , stanno a guardare. In democrazia servono sempre due gambe. 

E a guardare sta Coletta.