Regionali: Leodori c’è, Gasbarra no. Spunta l’opzione Madia

Le manovre per le prossime Regionali. Il successore di Zingaretti uscirà dalle Primarie: D'Amato e Leodori avrebbero altri obiettivi. Letta poi non gradisce una conta tra correnti. Circolano allora i nomi delle ex ministre Madia e Lorenzin. Fuori invece Gasbarra

Il metodo innanzitutto, poi i nomi per provare a centrare l’obiettivo di raccogliere l’eredità che Nicola Zingaretti lascerà tra un anno. Sul come il centrosinistra sembra non avere dubbi: le Primarie. Sul chi, invece, le certezze sono decisamente minori, anche perché le elezioni non sono dietro l’angolo. Ma anche su questo fronte le dinamiche in atto nel governo nazionale (vedi la spaccatura tra centrosinistra e centrodestra sulla riforma del catasto) non danno garanzie su una navigazione tranquilla fino alla scadenza della legislatura (2023). E allora è bene non farsi trovare impreparati.

Si parte dalle Primarie

Daniele Leodori

Quindi, intanto, le Primarie per il consolidamento di un campo largo: un’alleanza che vada da Azione alla Sinistra, passando per Partito Democratico e Movimento 5 Stelle. Un passaggio necessario. Perché i dati oggi danno in avanti il centrodestra: saranno indicative le prossime elezioni Comunali a Frosinone, Rieti e Viterbo.

Proprio per questo un “bagno popolare” è l’antipasto indispensabile per affrontare una sfida elettorale dove il centrosinistra non potrà permettersi il lusso di perdere per strada voti del proprio campo.

 Qui entra in ballo il tema delle candidature. In primo piano i nomi che restano attuali: sono sempre quelli del vicepresidente in carica Daniele Leodori e dell’assessore alla Sanità Alessio D’Amato. Nessuno dei due ha pubblicamente dichiarato che parteciperà alle Primarie ma ufficiosamente tutti nell’ambiente sanno che sono pronti a farlo e stanno lavorando in questo senso.

Le manovre a fari spenti

Valentina Grippo (Foto: Sara Minelli / Imagoeconomica)

Leodori, racconta Radio Pisana, si sarebbe assicurato da una parte il sostegno del M5S regionale (anche se bisognerà capire cosa accadrà in quella pentola a pressione dove Giuseppe Conte non è più Segretario e Virginia Raggi non è certo tra quei grillini che strizzano l’occhio al Pd).

Dall’altra cerca di portare dalla sua parte Azione (il fondatore Carlo Calenda due mesi fa aveva detto che avrebbe sostenuto D’Amato), che in Consiglio regionale è rappresentata da Valentina Grippo (segretaria del Partito nel Lazio).

Inoltre, dicono i rumors, conterebbe anche sul sostegno di una parte dei moderati del centrodestra: avrebbe allacciato una solida linea di dialogo con l’ex presidente del Consiglio Regionale Mario Abbruzzese e la sua area di Coraggio Italia; si sarebbe preparato il terreno con Forza Italia qualora ci fosse una ridefinizione dell’orizzonte politico. Infine, se si scorre l’elenco dei presenti alla sua iniziativa di gennaio a Tempio di Adriano (considerata l’avvio della campagna elettorale) c’era pure Massimiliano Smeriglio l’ideologo di Piazza Grande e per una legislatura braccio destro di Zingaretti.

Alessio D’Amato invece riscuoterebbe maggiori consensi a sinistra.

Le controindicazioni

Alessio D’Amato (Foto: Alessia Mastropietro © Imagoeconomica)

Tuttavia questa sfida Dem tutta interna all’attuale giunta regionale avrebbe due controindicazioni.

La prima è che in questo modo le Primarie rischierebbero di apparire all’esterno soprattutto come una sorta di scontro tra correnti (Leodori appartiene ad AreaDem di Dario Franceschini e Bruno Astorre mentre D’Amato rappresenta la cosiddetta ‘ala sinistra‘ del Partito). La seconda, se vogliamo conseguenza della prima, è che trattandosi di due candidature del PD non ci sarebbe alcun allargamento del campo, tanto che la sinistra (non del PD) proprio a questo scopo starebbe lavorando a una candidatura propria.

Tra coloro che non vedono di buon occhio delle primarie strette prevalentemente nel recinto Dem ci sarebbe proprio il segretario del Pd, Enrico Letta. Che per sparigliare avrebbe sondato la disponibilità a “correre” dell’ex ministra e deputata romana Marianna Madia (ottenendola secondo alcune fonti), giunta alla sua terza legislatura consecutiva e quindi a rischio non ricandidatura.

Ti ricordi il ministro Beatrice?

Beatrice Lorenzin (Foto Leonardo Puccini © Imagoeconomica)

L’altra opzione “unitaria” che circola porta al nome di Beatrice Lorenzin. Già presidente del comitato elettorale di Roberto Gualtieri sindaco di Roma è (come la Madia) ex ministra nonché deputata consecutivamente dal 2008. Proprio Lorenzin nel 2013 fu a un passo dall’essere candidata presidente del Lazio dal centrodestra (contro Nicola Zingaretti). Che poi però virò su Francesco Storace.

Ad uscire di scena, invece, è Enrico Gasbarra. L’ex deputato, eurodeputato e presidente dell’allora Provincia di Roma sarebbe più propenso a tentare un ritorno in Parlamento.

Secondo i più realisti, dunque, le operazioni pre-primarie condotte da Leodori e D’Amato, sarebbero più finalizzate a consolidare le rispettive posizioni per una nuova collocazione futura che effettivamente per contendersi la candidatura a presidente della Regione.

Quale collocazione? Per Leodori si parla di un seggio al Parlamento europeo. Più complicata sembra una exit strategy parlamentare per D’Amato. Col taglio di senatori e deputati i posti per il PD nel Lazio sarebbero circa dieci. Ed i pretendenti sono già molti di più.