Regionali, Letta preme il reset nel Lazio: il nome in autunno

Vertice al Nazareno sulle Regionali. Letta e Boccia incontrano il Segretario regionale Bruno Astorre. Reset alle tensioni. Prima si costruisce la coalizione. Ed in autunno si decide il nome. Sullo sfondo lo scontro per i nuovi equilibri regionali del Pd

A spingere il pulsante del Reset dicono che sia stato direttamente il Segretario nazionale Enrico Letta. Giurano che lo abbia fatto nel pomeriggio chiamando al Nazareno il responsabile nazionale Enti locali Francesco Boccia ed il Segretario regionale Bruno Astorre. Nessuna sconfessione ma un’indicazione categorica: reset, fine delle scintille sulla designazione del candidato per la successione a Nicola Zingaretti.

Enrico Letta ha chiesto a Bruno Astorre “di proseguire nella messa a punto del programma e della coalizione. Di spostare all’autunno la designazione della candidatura. Contestualmente, gli ha chiesto di lavorare per l’unità interna al Partito, ricercando le massime convergenze possibili“.

Al tavolo nazionale

Bettini, Astorre, Mancini

La questione è salita di livello lunedì sera. Il segnale di warning è stato acceso dopo la Direzione Regionale. Appassionata, intensa, serrata ma con un’evidente contrapposizione di vedute. Da un lato c’è chi ritiene che la soluzione siano le Primarie (AreaDem del Segretario Astorre) e dall’altro chi ritiene che il candidato vada trovato con una discussione ed una sintesi interna.

Dietro quel dibattito in Direzione c’è lo scontro politico per il riassetto degli equilibri regionali. Tra l’area di Claudio Mancini (che ha espresso il sindaco di Roma Roberto Gualtieri) , quella di Goffredo Bettini (con la quale è in sintonia il Governatore uscente Nicola Zingaretti), quella di Francesco De Angelis (Pensare Democratico che è egemone nel Sud della regione), quella degli ex renziani (Base Riformista). E naturalmente quella del Segretario Bruno Astorre (Area Dem è quella storicamente più organizzata sul territorio). (Leggi qui Regionali, assedio ad Area Dem per il candidato).

Un riassetto che è stato subito sterilizzato da Enrico Letta. Lo ha fatto confermando l’attuale gruppo dirigente, senza Congresso. E rinviando il confronto a dopo la scadenza delle Politiche e delle Regionali 2023.

Reset e ripartenza

Daniele Leodori

Ma il passo successivo è stato quello di mettere mano alla discussione sulle candidature. La posizione di Enrico Letta è nota da tempo: le Primarie sono uno strumento efficace quando sono di coalizione, il rischio di farle solo con candidati del Pd è che si trasformino in un Congresso mascherato.

Il modello ideale? Un dibattito che giunga ad una sintesi politica. Esattamente come è avvenuto per le Comunali di Roma. E le Primarie? Restano come soluzione ma solo se è chiaro che quel dibattito non conduce ad una sintesi.

All’atto pratico? Bruno Astorre ha condotto fino al limite consentito la sua battaglia per la candidatura del vice presidente Daniele Leodori; fino a ritrovarsi circondato dalle altre componenti, in uno stato di tregua armata e vigilante. Mentre sulle chat si iniziava ad ipoteizzare “se Bruno dà la spallata e convoca le Primarie, noi convochiamo l’Assemblea e lo sfiduciamo”. (Leggi qui Regionali, assedio ad Area Dem per il candidato).

In totale sintonia con Letta

Bruno Astorre (Foto: Alvaro Padilla © Imagoeconomica)

Il Segretario Bruno Astorre non è di primo pelo. Chiaro che quella direttrice non sia percorribile, non con questi mezzi e non in questa fase. Manda allora un segnale politico che disinnesca le tensioni. Il segnale è: totale sintonia con Enrico Letta. Alle Agenzie di Stampa detta due frasi: “Continuiamo a lavorare intanto sui capisaldi: il programma e la costruzione della coalizione. Poi, insieme alla coalizione e in costante raccordo con la Segreteria nazionale e gli organismi regionali competenti, si affronterà il tema del candidato presidente e delle modalità con cui sceglierlo“.

Non è una resa, non è una ritirata. È una tregua con un ripiegamento strategico. Che lascia tutto aperto il confronto tra le componenti. Ma raffredda il clima, riapre il dibattito, cancella dal campo il timore di una possibile spallata.

Gli zingarettiani chiedevano di più. I vice Segretari Regionali Enzo Foschi e Sara battisti lunedì avevano auspicato il ritiro delle candidature già annunciate. Quella del vice presidente Daniele Leodori e dell’assessore alla Sanità Alessio D’Amato. Loro vorrebbero un dibattito che abbia come punto di approdo la candidatura dell’ex presidente della Provincia di Roma Enrico Gasbarra. (Leggi qui: Pd, braccio di ferro in Direzione per il candidato).

Non ci sono passi indietro. Non adesso. I nomi restano in campo: dopotutto la loro è una ‘disponibilità alla candidatura se si terranno le Primarie‘. Anche Claudio Mancini – dicono – auspica un loro ritiro, lo ritiene un passo naturale. Bruno Astorre non la pensa così.

Il confronto è solo rinviato. All’autunno.

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