Regionali: Renzi lancia D’Amato. E De Lillo dice “Rampelli”

Matteo Renzi lancia la candidatura di Alessio D'Amato nel Lazio. Cercando la spaccatura nel Pd. E Base Riformista apre il fuoco di fila in suo sostegno. Nel centrodestra De Lillo dice che il nome giusto è Rampelli

Il caos è dietro l’angolo. Il Lazio rischia di diventare la polveriera con la quale far esplodere il Partito Democratico. Tutto si innesca in poche ore. Matteo Renzioffre‘ la candidatura a Governatore all’assessore alla Sanità Alessio D’Amato: il volto della lotta al Covid nella Regione. Il Partito Democratico gli ha appena sbarrato la strada: a lui come al vice presidente uscente Daniele Leodori ed a tutti gli altri che avevano dato la loro disponibilità per un confronto dal quale determinare il candidato alla successione a Nicola Zingaretti. Uno stop annunciato ieri dal Segretario nazionale Enrico Letta. (Leggi qui: Regionali: vertice al Nazareno, Letta indica la via)

La mossa di Matteo Renzi punta a creare una crepa nel Pd. Dentro la quale infilarsi e portare alla rottura il Partito. Le condizioni ci sono tutte. Lo stop ad Alessio D’Amato ha creato più di qualche malumore. Gli ex renziani di Base Riformista hanno criticato le parole pronunciate da Nicola Zingaretti, accusato il Pd di fare confusione. C’è chi come Mariano Angelucci, consigliere comunale di Roma e componente dell’Assemblea nazionale, che chiede al Segretario Enrico Letta di intervenire per bloccare il caos.

Il tutto mentre il centrodestra fa sapere di avere iniziato le grandi manovre. E l’ex parlamentare Fabio De Lillo lancia la candidatura di Fabio Rampelli per il centrodestra.

Un incubo chiamato Matteo Renzi

Matteo Renzi

Matteo Renzi ha portato miccia ed accendino. Per incendiare le Regionali ed incenerire il Partito Democratico. Lo ha fatto partecipando ad una manifestazione per la pace: in Ucraina. A Milano è stato a ‘Slava Ukraini‘ organizzata dal Terzo polo per sostenere la resistenza di Kiev.

Da lì il rottamatore fa la sua dichiarazione incendiaria. “Per quello che mi riguarda trovo particolarmente interessante che ci sia una candidatura proveniente dal centrodestra in Lombardia e una proveniente dal centrosinistra nel Lazio. Due candidature che danno il senso di un’operazione riformista“. Non fa nomi. Ma è evidente il riferimento alle possibili candidature di Letizia Moratti in Lombardia e di Alessio D’Amato.

Sull’assessore alla Sanità di Nicola Zingaretti c’è stata da subito l’apertura di Carlo Calenda: già prima della crisi di Governo e delle elezioni Politiche. Il leader di Azione aveva rifiutato di accomodarsi al tavolo degli alleati che governano il Lazio. Aveva detto che per lui il nome di convergenza c’era ed è quello di D’Amato. Lo ha anche ribadito nelle ore scorse. I rumors dicono che sarà in prima fila durante la manifestazione già annunciata da D’Amato per il 10 novembre al teatro Brancaccio. Potrebbe essere il giorno dell’esplosione del Partito Democratico.

L’ira di Base Riformista

Nicola Zingaretti

Il clima è già incandescente. Come dimostrano le parole di Mario Mei e Mariano Angelucci: il primo è Coordinatore romano di Base Riformista il secondo è Consigliere dell’Assemblea Capitolina.

Replicano alle parole di Nicola Zingaretti. «Siamo rimasti stupiti dalle parole pronunciate da Nicola Zingaretti nei confronti di Alessio D’Amato che è stato prima Commissario Straordinario e ora Assessore alla Sanità da 5 anni, da lui nominato. E che ha perfettamente gestito la crisi durante l’emergenza Covid-19».

A cosa si riferiscono? «D’Amato è in corsa per la presidenza della Regione Lazio ormai da giugno scorso ma il governatore del Lazio fa finta di non saperlo insinuando che sia un nome inventato da Calenda. Tutto ciò non è solo umiliante per D’Amato ma anche per lo stesso Zingaretti che dimentica l’importantissimo ruolo affidato a D’Amato ed il fatto che si tratti dell’uomo migliore e più noto della sua Giunta».

Base Riformista fa capire che in caso di una conta non possono escludere l’appoggio della loro componente ad Alessio D’Amato. Evocano ancora una volta il tema della rottura del Pd per tornare a due Partiti distinti come erano prima della fusione post ulivista. «Ci chiediamo che senso abbia avuto sciogliere DS e Margherita per costruire un Partito ridottosi oggi alla subalternità nei confronti di Conte e del M5S. E’ inspiegabile l’atteggiamento di un Presidente che non rivendica il lavoro della propria Giunta. Così come è incomprensibile il tentativo neppure tanto velato di chi attraverso complicate alchimie politiche tenta di indebolire il lavoro del sindaco Roberto Gualtieri con singolari ambiguità sulla scelta della realizzazione del termovalorizzatore a Roma».

È chiaro l’appoggio all’azione di Matteo Renzi. C’è un tentativo di assedio al Pd Regionale ed al suo Segretario Bruno Astorre. Chiedono che la questione venga trattata al tavolo nazionale. «Riteniamo urgente un intervento del Partito nazionale sulle questioni regionali visto che al voto andranno Lazio e Lombardia che occupano posti assai rilevanti nel panorama politico, economico e sociale del Paese». 

De Lillo lancia Rampelli

Fabio Rampelli (Foto: Imagoeconomica / Benvegnu’ Guaitoli)

Sul fronte del centrodestra a muovere le acque è Fabio De Lillo. Già consigliere regionale del Lazio è passato poi in parlamento. Sul nome da portare avanti alla prossima tornata elettorale dice che «Fratelli d’Italia debba dare un proprio nominativo per la Presidenza. Il centrodestra ha già sostenuto le sue Primarie: le hanno fatte le recenti elezioni Politiche decretando l’assoluto primato di FdI nel Lazio».

Lancia il nome. «Penso che a rappresentare Fdi nel modo migliore, possa essere Fabio Rampelli. Ritengo faccia parte della storia della politica del centro destra nella regione Lazio, sia il fondatore di Fratelli d’Italia e sia in questo momento libero da incarichi politici. Penso che il suo nominativo possa essere quello ideale».

Sul fronte di Forza Italia già si lavora per le liste su Roma. Viene confermata la candidatura degli uscenti: Fabio Capolei ed Enrico Cavallari. Il capogruppo Pino Simeone è di Formia e sulla sua eventuale ricandidatura la competenza è del Coordinatore regionale Claudio Fazzone.

Maurizio Gasparri (Foto: Giulia Palmigiani © Imagoeconomica)

il coordinatore di Forza Italia Roma Capitale Maurizio Gasparri ed il coordinatore di Roma Provincia Alessandro Battilocchio confermano di avere avviato con i dirigenti ed i quadri del territorio la preparazione della lista di Roma e provincia per le Regionali. Spiegano che «saranno in campo con i consiglieri regionali uscenti del gruppo di Forza Italia, esponenti di categorie e realtà imprenditoriali del territorio. Ovviamente ci baseremo su donne e uomini che hanno sostenuto con determinazione Forza Italia in occasione delle elezioni politiche del 25 settembre».

Un segnale politico preciso. Con il quale «Vogliamo garantire agli elettori coerenza e lealtà. Sono quindi state escluse altre ipotesi. La via della chiarezza esclude operazioni dell’ultimo minuto che non troveranno spazio nella lista di Forza Italia».

Chi alle politiche di poche settimane fa ha sostenuto altri simboli correrà in altre liste.

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