Regione, spengono la luce alle 4.30: il voto non c’è, l’asse Pd-M5S si

All'alba viene chiusa l'ultima seduta del Consiglio regionale del Lazio prima delle ferie estive. Il voto sul Compostaggio non c'è. Ma il dialogo tra Pd e M5S è evidente

Il voto arriva poco dopo le 3.30 della notte, il telefono del presidente del Consiglio Regionale del Lazio Mauro Buschini passa in modalità stand-by alle 4.37 successive. L’Aula ha approvato la legge “per il contrasto al lavoro irregolare in Agricoltura“: argomento del quale importa nulla alla quasi totalità dei cittadini del Lazio. Ma che ha tenuto inchiodati due giorni alla Pisana i consiglieri del Lazio, rischiando una crisi e qualche infarto. Perché il dibattito doveva concludersi già il giorno prima e più d’uno aveva già comprato il biglietto aereo per le vacanze.

Su quel tema ha costruito le trincee il centrodestra. Perché l’argomento successivo in agenda è la legge “sul compostaggio“. Che è la prova della linea di dialogo diretta tra il governatore Nicola Zingaretti e ciò che resta del Movimento 5 Stelle asserragliato intorno alla bandiera tenuta da Roberta Lombardi. Che non sono soltanto il governatore del Lazio ed il capo della più nutrita tra le opposizioni, bensì sono anche il segretario nazionale del Partito Democratico ed il punto di riferimento dei grillini critici da subito contro Luigi Di Maio. Ed a Palazzo Chigi è appena esplosa la crisi. (leggi qui Il binario obbligato di Salvini per arrivare a tutto e non restare senza niente).

Il centrodestra lo sa e per questo ha scavato trincee e steso reticolati. Sino dal giorno precedente. Con il neo totiano Pasquale Ciacciarelli tra i più solleciti nell’ammassare sacchi di sabbia. (leggi qui Test Pd – M5S: tensioni in Regione, «Preparano la nuova maggioranza»). A tenere il coltello tra i denti e partire all’assalto con estenuanti incursioni sono stati Antonello Aurigemma capogruppo totiano di Forza Italia, Daniele Giannini e Angelo Tripodi della Lega, Chiara Colosimo e Fabrizio Ghera di Fratelli d’Italia. Proprio quella resistenza (che in politica si chiama ostruzionismo) ha trascinato la discussione per altre ventiquattrore. Impedendo di arrivare alla discussione ed al voto sul Compostaggio. Che avrebbe suggellato il dialogo Pd-M5S.

Nel corso del dibattito si è consumata la vendetta di Antonello Aurigemma nei confronti di Marco Cacciatore ostico consigliere del Movimento 5 Stelle: il capogruppo di Toti ha presentato una quantità industriale di emendamenti d’ostruzione al testo sul Caporalato assolutamente pari e speculari a quelli che Cacciatore aveva presentato al PTPR approvato giovedì notte della scorsa settimana. (leggi qui L’intesa arriva all’alba: la Regione Lazio approva il Piano Territoriale). Il grillino ne esce fiaccato, tanto che all’alba, uscendo dall’Aula scrive su Facebook: “Mi sento di aver fatto il massimo, per rendere percorribile quello che la cittadinanza dimostra di necessitare. Esco schifato da questa nottata e dal triste scenario che si prospetta, che vede certi personaggi rivestire il ruolo di rappresentanti dei cittadini”.

La situazione si è sbloccata solo alle 3.30 circa della notte: quando è stato detto “vabbè pò basta, famose a dormì e poi se vede a settembre“. In pratica: tregua: il centrosinistra, decimato dalle partenze per le ferie, deve accogliere la richiesta di rinviare la discussione sul Compostaggio alla prossima seduta. Si deve accontentare del solo voto contro il Caporalato che è arrivato in una seduta durata due giorni: il Consiglio regionale ha approvato a maggioranza con 26 voti favorevoli su 31 e 4 astenuti.

Il resto si vedrà alla prossima tappa, alla ripresa dalla pausa estiva: il 10 settembre. Chissà se Nicola Zingaretti ci sarà ancora o sarà in prima linea nella campagna elettorale per le nuove elezioni politiche dopo il collasso del governo nazionale Lega – M5S. O se starà cucendo un governo di salute pubblica con cui scrivere il Documento di Economia e Finanza.

Intanto, nel momento in cui la Regione Lazio va in ferie, il tentativo di cementare un asse tra Pd e M5S è chiaro. Quantomeno con quella sensibilità che si riconosce in Roberta Lombardi. Lo testimonia il gioco di sponda fatto nella prima giornata di lavori. (leggi qui Test Pd – M5S: tensioni in Regione, «Preparano la nuova maggioranza»).

Ma anche le inversioni all’ordine dei temi da trattare e per le quali il presidente d’Aula Mauro Buschini è stato di nuovo attaccato a testa bassa da Antonello Aurigemma. Tuonando «Oggi si è consumata una delle pagine più buie della storia del Consiglio regionale del Lazio. In barba ai più elementari principi del rispetto istituzionale e degli articoli del regolamento che stabiliscono le norme del confronto democratico, la nuova maggioranza Pd-M5s ha imposto con prepotenza la discussione generale su una legge che non era prevista. Farlo in spregio alle norme che regolano quel rispetto istituzionale garantito ai consiglieri regionali a prescindere dal partito di appartenenza, ci sembra davvero inaccettabile.».

La controprova è arrivata quando alla conduzione dei lavori d’Aula è andato il pentastellato di osservanza Lombardi Devid Porrello, per consentire a Buschini di alimentarsi. Ha guidato i lavori in totale sintonia con il presidente Pd, senza scostarsi di un centimetro dal solco.

Per Marta Bonafoni (lista Zingaretti) quello del M5S «è senso di responsabilità»; ha puntato il dito contro l’atteggiamento tenuto dal centrodestra «su un tema così importante». In sintonia anche Loreto Marcelli (M5S – Lombardi). Si è detto «Contrario alla differenziazione tra uomini e donne nella considerazione dello sfruttamento»: in pratica ha introdotto limature ma non ha fatto ostruzionismo. Respira già aria sovranista Pasquale Ciacciarelli. Ha detto che ora si deve fare attenzione alla fase della distribuzione dei prodotti agricoli. Ed ha citato «gli esercizi di ortofrutta gestiti da immigrati con orari assai più ampi di quelli normali». Sta iniziando a provare l’abito di destra.

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